Lollobrigida: «Nella manovra c’è la visione e diamo dei segnali. Ma pesa la scarsità di risorse»

di Federico FubiniIl ministro dell’Agricoltura: è un progetto a tempo di record, non c’era spazio per strategie definitive «C’è grande coesione su un progetto di manovra fatto a tempo di record — risponde Francesco Lollobrigida , ministro dell’Agricoltura e numero due di Fratelli d’Italia —. Il nostro governo ha giurato meno di un mese fa e siamo riusciti a varare una finanziaria in tempi troppo stretti per dare spazio a strategie definitive, ma senza rinunciare a dei punti di riferimento e a cambiare rotta su alcune questioni di rilievo». Dove c’è cambio di rotta? «Impostiamo un ragionamento che verte sulla crescita economica. Sul Reddito di cittadinanza creiamo le condizioni per trasformare un provvedimento che oggi non ha adeguate politiche attive del lavoro. Diamo un termine di meno di un anno a tutti coloro che beneficiano del Reddito ma possono lavorare». E se poi faticano comunque a trovare un posto? «È compito dello Stato: deve contribuire alla crescita di chi crea e di chi cerca lavoro, ma non si può continuare nell’assistenzialismo se si rifiuta un’offerta. Non lasceremo a piedi nessuno, ci saranno mesi durante i quali attuare politiche attive del lavoro concrete e vincenti». Vi volete affidare ai centri per l’impiego? O coinvolgere le agenzie interinali private oggi più efficienti? «Ripeto: siamo a 29 giorni dall’insediamento. C’è grande celerità ad attivare meccanismi, ma niente può essere immediato. Elaboreremo i correttivi giusti». Carlo Bonomi di Confindustria dice che certe misure — prepensionamenti, flat tax, sgravi fiscali sui bonus aziendali — rispondono alle promesse elettorali, mentre la vera emergenza è un forte taglio al cuneo fiscale e contributivo. Che ne pensa? «Le critiche sono tutte legittime. Credo che l’ultima accusa che si possa muovere al presidente Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia è di esserci mossi secondo logiche elettorali e di consenso. Sul merito ci confronteremo nei prossimi giorni, ma un governo politico ha il dovere di portare avanti il suo programma senza essere condizionato nelle scelte da chi quei risultati non è mai riuscito ad ottenerli». Sul cuneo allargate solo dell’1% (fino a 20 mila euro di reddito) quanto già fatto dal governo Draghi, mentre Confindustria chiedeva un forte taglio finanziato da una spending review. «Sul cuneo partiremo dalle decontribuzioni a favore dei lavoratori. Su questa legge di bilancio pesa la scarsità di risorse dovuta alle politiche degli ultimi anni, indotte anche da eventi come la pandemia o la crisi energetica. E pesa il fattore tempo: ci siamo appena messi al lavoro e la legge va subito mandata a Bruxelles». La messa a punto è parsa un po’ disordinata, con idee che continuavano ad apparire e sparire in poche ore: flat tax incrementale, voluntary disclosure, incentivi a restare al lavoro, sconti fiscali sugli alimenti… «Quelle misure sono apparse e scomparse dagli articoli di giornali». I giornali parlano con i rappresentanti di governo. «Non ho letto rappresentanti di governo che facessero affermazioni particolari. Ho visto notizie su quello che si stava discutendo: una fase di costruzione è fatta così. E avendo una coperta finanziariamente corta, alcune cose fra quelle programmate si possono fare, altre sono rinviate. Queste critiche sarebbero ragionevoli se poi la maggioranza facesse marcia indietro in modo radicale in parlamento. Ma per ora lo stato confusionale l’ho visto solo nei media». Sull’energia innovate rispetto al modello Draghi? «Operiamo in senso positivo in maniera orizzontale a favore di tutti gli italiani, da una parte a calmierare i prezzi e per evitare criticità irreparabili e chiusure di imprese industriali che metterebbero in ginocchio il sistema». Qual è il disegno di fondo della manovra nella parte da circa dieci miliardi che non riguarda l’energia? «Trovo importante anche la decontribuzione di un 1% in più sui redditi fino a 20 mila euro: ci saranno più neoassunti. E interveniamo a favore delle famiglie in difficoltà per l’acquisto di beni primari». Azzerando l’Iva su pane, pasta e latte? «C’è un altro provvedimento, più efficace. Che va a sommarsi a quelli già previsti per i deboli: un significativo aumento delle pensioni minime, in termini relativi, e la possibilità di andare in pensione nel 2023 a 62 anni e 41 di contributi. In più ci sono cento milioni per allungare di un mese i congedi parentali delle madri fino al sesto anno di età del figlio: sosterranno la natalità». L’Amazon tax che era nel vostro programma? «Per ora ragioniamo su come farla senza penalizzare i consumatori finali e i piccoli commercianti che usano l’online». Con pochi soldi cercate di fare tante cose diverse, ma rischiate di fare poco su tutto. Non era meglio concentrare le risorse su un obiettivo strategico? «Abbiamo una visione strategica e abbiamo bisogno di dare dei segnali. Può aver senso quello che lei dice, se in Italia non avessimo bisogni diffusi. Di poco si vive, di nulla si muore. Ripeto: questo governo ha 29 giorni. Non lasciamo tutto com’è, dobbiamo iniziare a lavorare sul sociale e per i poveri, che sono un’emergenza. Ci fossimo occupati solo del cuneo, non l’avremmo fatto. Allo stesso modo, il Reddito di cittadinanza non si può abolire senza misure alternative efficaci. Stiamo testando e sperimentando soluzioni». In questi giorni Matteo Salvini e Silvio Berlusconi se ne sono usciti con idee così varie e costose che uno pensa: vogliono mettere sulla graticola la premier e logorarla. «Dobbiamo distinguere fra gli auspici e i tavoli di lavoro dove siedono sia la Lega che Forza Italia. Qui le persone discutono, fanno proposte, ragionano: ho visto la massima serenità e da quando vivo la politica — non poco — non mi sembra di ricordare in nessuna circostanza tavoli congiunti, anche pubblici, nei quali ci fosse una tale comunanza di vedute e volontà di lavorare insieme. Oggettivamente non c’è stato un solo litigio, non ho mai sentito una parola fuori posto o qualcuno alzare la voce. C’è un clima derivante dalla consapevolezza di una condizione che ci è stata lasciata da undici anni di governi di tecnici o para-tecnici che non hanno dato una strategia all’Italia». 22 novembre 2022 (modifica il 22 novembre 2022 | 07:17) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-22 06:23:00, Il ministro dell’Agricoltura: è un progetto a tempo di record, non c’era spazio per strategie definitive, Federico Fubini

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