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Zaghari-Ratcliffe, cittadina britannico-iraniana, è stata liberata ieri dopo quasi sei anni di prigionia in Iran dove era stata accusata di attività sovversive.
LONDRA «Gabriella ha dormito tra il papà e la mamma», racconta Rebecca Ratcliffe con la voce carica di emozione all’indomani del rientro in Gran Bretagna, dopo quasi sei anni di prigionia in Iran, di Nazanin Zaghari-Ratcliffe, la dipendente della Thomson Reuters Foundation raggiunta nel 2016 a Teheran dall’accusa di attività sovversive contro il regime. Nella notte, presso la base militare di Brize Norton, nell’Oxfordshire, gli abbracci, le lacrime, gli sguardi quasi increduli. Dopo la lontananza, la sofferenza, i giorni bui, ecco prima la speranza e infine la realtà: Nazanin è libera. È tornata a casa.
Per assicurare lil rimpatrio della 43enne anglo-iraniana, madre di una bimba di sette anni, nonché di Anoosheh Ashoori, ingegnere di 66 anni condannato a dieci anni di reclusione per spionaggio nel 2017, il Regno Unito si è impegnato a saldare il debito di quasi 400 milioni di sterline che risaliva agli anni 70, quando l’Iran aveva acquistato dalla Gran Bretagna alcuni carri armati che, per via della rivoluzione, non erano stati consegnati. I soldi, si apprende, saranno gestiti da una banca svizzera e saranno utilizzati per attività umanitarie nel rispetto dei termini delle sanzioni internazionali contro l’Iran.
Perché la situazione si sia sbloccata proprio ora, dopo sei lunghi anni e nel mezzo di una guerra che sta ridisegnando gli equilibri politici internazionali, è al centro di accesi dibattiti in Gran Bretagna. Il marito di Nazanin, Richard Ratcliffe, ha sempre sostenuto che la moglie fosse una pedina in una «partita di scacchi» tra i due governi. Liz Truss, ministra per gli Esteri, ha sottolineato che Londra si batte da sempre per riportare a casa la donna e si è detta felicissima di essere riuscita a riunire due famiglie «straordinarie e coraggiose», quella di Nazanin e di Anoosheh. Verrà il momento di esaminare i risvolti politici della vicenda. Ora la priorità sono gli affetti e riscoprire «la normalità».
«Non posso esprimere quanto sia grato di riavere Nazanin con noi», ha spiegato nella notte Ratcliffe. «Gabriella credeva che la stessi prendendo in giro quando le ho detto che la mamma sarebbe tornata. Ora chiediamo di poter trascorrere qualche giorno tranquilli» e di riassaporare le piccole gioie della quotidianità: «Nazanin mi ha sempre detto che sperava che un giorno sarei riuscito a prepararle una tazza di thé». Sentimenti racchiusi nel grido gioioso e incredulo ieri notte di Gabriella davanti alla figura di Nazanin sulla scala dell’arero: «Mummy».
È un giorno di enorme felicità e sollievo anche per Antonio Zappulla, amministratore delegato della fondazione Thomson Reuters. «Nessuno può immaginare cosa Nazanin abbia sopportato in questi sei anni in cui le sono state negate le sue libertà, è stata separata dal marito e dalla figlia, è stata tenuta isolata da tutti e ha combattuto contro malattie fisiche e mentali. Sullo sfondo di una situazione internazionale estremamente cupa, la liberazione di Nazanin è un raggio di luce e di speranza».
17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 12:33)
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, 2022-03-17 12:33:00, Zaghari-Ratcliffe, cittadina britannico-iraniana, è stata liberata ieri dopo quasi sei anni di prigionia in Iran dove era stata accusata di attività sovversive. , Paola De Carolis
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