Bassano del Grappa capitale dell’orientamento formativo ha messo, attorno allo stesso tavolo, dirigenti scolastici provenienti da tutta Italia. Si sono confrontati sul tema “L’orientamento formativo e la didattica orientativa”. Il principale formatore è stato Carlo Mariani, ricercatore dell’Indire, protagonista della formazione dei docenti tutor nella piattaforma dedicata organizzata dal ministero dell’Istruzione e del Merito e da Indire. Il convegno, organizzato dall’Itet Einaudi di Bassano del Grappa, in qualità di Polo formativo nazionale per la didattica digitale, e in pratica messo in piedi dalla dirigente scolastica Laura Biancato e dal suo staff, ha visto gli interventi delle dirigenti scolastiche Laura Biancato, Alessandra Rucci, Amanda Ferrario, del dirigente del MIM Damiano Previtali, del direttore generale della DGSIS del MIM Davide D’Amico, nonché la presentazione delle esperienze delle scuole che stanno attivando il modello “Learning to Become” proposto dal prof. Mariani. Sono intervenuti, come partecipanti, più di duecento dirigenti scolastici da ogni parte d’Italia.
Numerosi i dirigenti scolastici che non sono riusciti ad avere accesso al corso per il limite numerico; pertanto si sta già pensando ad una replica in un altro Polo formativo. «il tema dell’orientamento interessa moltissimo perché si stanno avviando in questi mesi tutte le attività relative all’applicazione del Decreto Ministeriale n. 328 del 22 dicembre 2022. Ne parliamo con alcuni dei protagonisti della formazione. Approfondiremo, congiuntamente, il tema su “PLUS” la rivista che “Orizzontescuola.it” dedica ai dirigenti scolastici, allo staff del dirigente e al personale in servizio nelle segreterie scolastiche.
Una formazione per dirigenti scolastici, dunque. È così professoressa Laura Biancato?
«A differenza di quanto accaduto per la formazione dei docenti tutor per l’orientamento, non c’è stata un’analoga formazione dei dirigenti scolastici, che hanno espresso più volte e in più sedi la necessità di una formazione utile ad avviare l’intero processo di orientamento, in modo sistemico, all’interno degli istituti scolastici. Il Polo formativo dell’It Einaudi ha, quindi, pensato ad un evento formativo che trattasse il tema enorme dell’orientamento dal punto di vista del dirigente scolastico. Sono, quindi, stati approfonditi i temi quali l’orientamento formativo, cioè l’attenzione al singolo studente, la comprensione di sé e dei propri talenti; alla didattica orientativa, che è un vero e proprio cambio di paradigma dell’approccio disciplinare; alla funzione del tutor per l’orientamento, all’utilizzo della piattaforma unica, alla strutturazione dell’i portfolio, quello che nella normativa è previsto come capolavoro, che dovrebbe rappresentare il miglior prodotto di apprendimento scelto dallo studente per ciascun anno di corso».
Preside Biancato, solo orientamento per la scuola superiore?
«Non ci siamo limitati a trattare solamente l’orientamento per la scuola superiore, ma abbiamo anche visto come molte azioni di orientamento si possono mettere in pratica meglio e con maggiore attenzione anche nella scuola secondaria di primo grado. La questione orientamento è stata trattata in maniera molto concreta».
Dirigente Biancato, cosa si intende, dunque, per orientamento formativo?
«L’orientamento formativo non è semplicemente orientare la scelta della scuola o del lavoro o dell’università.si tratta, in un percorso di attenzione continua allo studente, di far emergere le potenzialità e i talenti del ragazzo o della ragazza, aiutarlo a capire chi è e che cosa vuole realizzare nella vita. Questo argomento tocca molto anche il tema della valutazione, perciò è stato molto incisivo l’intervento di Alessandra Rucci che ha collegato la valutazione formativa con l’orientamento. La visita all’ITET Einaudi, un istituto che ha ambienti di apprendimento strutturati per migliorare il benessere e gli apprendimenti, ha fatto comprendere come si possa orientare alle scelte del futuro anche dando agli studenti un luogo da vivere positivamente, anche con autonomia e responsabilità. Ci sono poi stati momenti di aggregazione e clima positivo tra i dirigenti scolastici, attraverso la visita alla città bellissima di Bassano del Grappa, un collegamento serale con il famoso professore Vincenzo Schettini, e momenti di condivisione e amicizia».
La figura del dirigente scolastico, in questo nuovo processo avviato dal ministero, come si colloca, professoressa Biancato?
«La figura del dirigente scolastico, in questo nuovo processo avviato dal ministero, e sicuramente di fondamentale importanza, ma c’è bisogno di una formazione specifica e dedicata. Alla fine del convegno è stata espressa da tutti i partecipanti una grandissima soddisfazione, per aver potuto affrontare insieme tutti gli aspetti relativi all’applicazione di questo percorso, e per aver ottenuto dai relatori moltissimi materiali operativi che ora renderanno migliore il percorso in ciascuna scuola. Il format è a disposizione e potrà essere replicato dai poli formativi che ne faranno richiesta, anche in altre parti d’Italia».
Preside Vincenzo Caico, cos’è la didattica orientativa?
«La didattica orientativa è un approccio pedagogico che mette al centro dell’insegnamento la studentessa e lo studente con l’obiettivo di sviluppare le sue capacità cognitive, emotive e sociali. Questo approccio va oltre la semplice trasmissione di nozioni ed informazioni, concentrandosi sulla formazione di competenze trasversali, sull’acquisizione di strumenti per l’apprendimento autonomo e sulla capacità di prendere decisioni consapevoli nei momenti di scelta dei percorsi di vita da intraprendere per il proprio futuro. L’orientamento, infatti, non ha soltanto una dimensione informativa che riguarda la messa al corrente delle possibilità di studio e inserimento nel mondo delle professioni, ma anche e soprattutto formativa. Quest’ultima dimensione fino ad oggi è stata fin troppo sottovalutata nelle nostre scuole. La didattica orientativa è quindi una didattica a carattere laboratoriale che, attraverso il confronto diretto con le diverse discipline, lavora sull’autocoscienza e il senso di efficacia personale, il quale, anche attraverso l’accettazione e la rielaborazione dell’errore, punta al miglioramento e alla crescita personale per affrontare con fiducia e positività il futuro. La didattica orientativa promuove il coinvolgimento attivo delle studentesse e degli studenti nell’apprendimento. Vengono incoraggiati a valutare il proprio percorso scolastico in modo critico, a riflettere sulle proprie esperienze, a identificare aree di miglioramento e attuare strategie per conquistare le proprie zone di sviluppo prossimale».
Professore Caico, a cosa serve, dunque, il processo di autovalutazione?
«Questo processo di autovalutazione li aiuta a diventare più consapevoli e responsabili dei propri apprendimenti e delle proprie scelte per il futuro. Sono temi che si intrecciano quindi con la progettazione didattica ma anche con la valutazione degli apprendimenti. Una vera valutazione formativa fondata sullo scambio costante di riscontri descrittivi tra chi impara e chi insegna, e non sulla mera assegnazione di voti al termine dei segmenti didattici, sviluppa infatti l’autoregolazione e la riflessione sui propri processi di apprendimento. Si tratta insomma di un approccio costruttivista al sapere che guarda al domani, ben lontano da un’idea stanca e superata di una scuola che si fonda unicamente sulla trasmissione e sulla riproduzione di contenuti».
In cosa consiste il programma “Learning to Become” del professore Carlo Mariani dell’Istituto INDIRE
Learning to Become è stato pensato come un contenitore di paradigmi generativi capace di ridefinire il perimetro del pensiero critico, della coscienza globale e dell’intelligenza sociale attorno ad alcuni cluster del curricolo: i saperi, le conoscenze e le competenze; le relazioni umane e la comunità educativa; il rapporto della scuola con il mondo, con la natura, con le tecnologie, con i beni comuni, con lo sviluppo sostenibile, sottolinea il prof. Mariani referente del progetto che insieme al gruppo di ricerca Indire (formato da Elisabetta Mughini, Dirigente di ricerca, Letizia Cinganotto, Ricercatrice, Elena Mosa, Prima ricercatrice, Lorenza Orlandini, Ricercatrice, Silvia Panzavolta, Prima ricercatrice, Antonio Guida, Ambassador di Avanguardie Educative e Francesca Pestellini, Collaboratrice tecnica) ha dato vita a questo grande programma. “Learning to Become” mira a trasformare il sistema chiuso della scuola secondaria in un orizzonte aperto da esplorare, navigare e rinnovare attraverso una serie di strumenti. Tra i tanti, una nuova idea del curricolo; un diverso canone dei saperi; le meccaniche dell’apprendimento, come originali modalità di innesco e di interpretazione degli apprendimenti, delle conoscenze e delle competenze; le variabili dello spazio-tempo, che nella scuola rappresentano ancora un vincolo tradizionale del rapporto tra lo spazio-aula, il gruppo-classe e l’orario delle lezioni”, scrive professore Carlo Mariani.
Una mappa per leggere e interpretare la complessità secondo un approccio interdisciplinare
Il percorso di Learning to Become offre alla scuola secondaria – scrive professore Carlo Mariani – una prospettiva, una visione e un nuovo design dei contenuti; rappresenta una mappa per leggere e interpretare la complessità secondo un approccio interdisciplinare, per muoversi nella ricchezza dei saperi e nelle loro ibridazioni e contaminazioni.
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