Caro direttore,
il nostro premier fotografato al Prado di Madrid ha fatto il giro del mondo ed è curioso come in quell’immagine vi sia tutta la pochezza della nostra politica. Infatti Draghi, impegnato al vertice Nato con i leader degli altri Paesi, ha dovuto rientrare con urgenza per un importante Consiglio dei ministri, ufficialmente per il caro bollette energetiche ma più che altro per le bizze di un governo con maggioranza debole e con partiti divisi anche al loro interno. Lasciare il vertice Nato, dove si discutevano strategie per la sicurezza del mondo con una situazione geopolitica decisamente complicata come quella attuale, per sedare le «beghe da cortile» dei nostri politici lascia un senso di grande tristezza ma, purtroppo, nulla di nuovo.
Luca Testera Pardi
Caro signor Testera Pardi,
È del tutto evidente che alcuni partiti e alcuni leader politici italiani non comprendano appieno la gravità della situazione in Europa. L’invasione dell’Ucraina, oltre che portare morte e distruzione in quel Paese, può determinare sconvolgimenti (negli equilibri geopolitici, economici e nella convivenza pacifica) che pagheremo pesantemente nei prossimi anni. L’unità degli europei e di tutti gli italiani è oggi una condizione indispensabile per non essere messi domani in un angolo dalla potenza militare di Putin e dalla forza economica della Cina. Nel nostro Paese un governo d’emergenza, con una maggioranza larga in Parlamento, è certamente la scelta migliore per affrontare una fase così difficile, che arriva tra l’altro subito dopo la pandemia. Ma alcuni partiti vivono questa esperienza come una camicia di forza. Per Giuseppe Conte c’è anche qualcosa di più: credo sia un’ostilità che ha radici nella sua uscita da Palazzo Chigi. La narrazione è la seguente: la fine del secondo governo Conte non è stata determinata dalla mancanza di una maggioranza in Parlamento (con il fallimento della disperata ricerca dei voti in ogni direzione) ma da un golpe istituzionale di cui Draghi sarebbe stato partecipe. E in questi giorni un secondo presunto complotto sarebbe stato messo in atto contro Conte con la connivenza di Beppe Grillo. Se il retropensiero è questo (la tesi golpista è sostenuta esplicitamente dal giornale vicino ai Cinque Stelle di Conte) allora c’è poco da fare. Prima o poi, l’addio dell’ex premier al governo arriverà. Quanti dei suoi lo seguiranno è un altro capitolo tutto da scoprire.
, 2022-07-03 21:23:00,
Caro direttore,
il nostro premier fotografato al Prado di Madrid ha fatto il giro del mondo ed è curioso come in quell’immagine vi sia tutta la pochezza della nostra politica. Infatti Draghi, impegnato al vertice Nato con i leader degli altri Paesi, ha dovuto rientrare con urgenza per un importante Consiglio dei ministri, ufficialmente per il caro bollette energetiche ma più che altro per le bizze di un governo con maggioranza debole e con partiti divisi anche al loro interno. Lasciare il vertice Nato, dove si discutevano strategie per la sicurezza del mondo con una situazione geopolitica decisamente complicata come quella attuale, per sedare le «beghe da cortile» dei nostri politici lascia un senso di grande tristezza ma, purtroppo, nulla di nuovo.
Luca Testera Pardi
Caro signor Testera Pardi,
È del tutto evidente che alcuni partiti e alcuni leader politici italiani non comprendano appieno la gravità della situazione in Europa. L’invasione dell’Ucraina, oltre che portare morte e distruzione in quel Paese, può determinare sconvolgimenti (negli equilibri geopolitici, economici e nella convivenza pacifica) che pagheremo pesantemente nei prossimi anni. L’unità degli europei e di tutti gli italiani è oggi una condizione indispensabile per non essere messi domani in un angolo dalla potenza militare di Putin e dalla forza economica della Cina. Nel nostro Paese un governo d’emergenza, con una maggioranza larga in Parlamento, è certamente la scelta migliore per affrontare una fase così difficile, che arriva tra l’altro subito dopo la pandemia. Ma alcuni partiti vivono questa esperienza come una camicia di forza. Per Giuseppe Conte c’è anche qualcosa di più: credo sia un’ostilità che ha radici nella sua uscita da Palazzo Chigi. La narrazione è la seguente: la fine del secondo governo Conte non è stata determinata dalla mancanza di una maggioranza in Parlamento (con il fallimento della disperata ricerca dei voti in ogni direzione) ma da un golpe istituzionale di cui Draghi sarebbe stato partecipe. E in questi giorni un secondo presunto complotto sarebbe stato messo in atto contro Conte con la connivenza di Beppe Grillo. Se il retropensiero è questo (la tesi golpista è sostenuta esplicitamente dal giornale vicino ai Cinque Stelle di Conte) allora c’è poco da fare. Prima o poi, l’addio dell’ex premier al governo arriverà. Quanti dei suoi lo seguiranno è un altro capitolo tutto da scoprire.
, Luciano Fontana