di Guido Santevecchi
Le sue cronache sono di parte perché lui al seguito dell’Armata russa: ma dai suoi servizi emergono informazioni interessanti. Come i soldati che avanzano a Mariupol: barba lunga, faccia stanca e tirata, uniformi differenti
Si discute molto di appoggio militare cinese alla Russia: l’intelligence americana rivela di aver intercettato richieste partite da Mosca e anche una risposa di disponibilità da Pechino (la lista va dai droni ai blindati, dalle radio da campo alle razioni alimentari di cui gli invasori sarebbero drammaticamente a corto). La Cina nega dicendo: «Solita disinformazione con intenti scellerati».
Ma un cinese con elmetto e giubbotto antiproiettile, al seguito dell’Armata russa c’è. Si chiama Lu Yuguang, e di professione fa il reporter per la Phoenix TV basata a Hong Kong e controllata dallo Stato cinese. Lu Yuguang dall’inizio dell’invasione è al fronte, «embedded» con i reparti russi. A quanto risulta, è il solo giornalista straniero ad aver avuto accesso alla parte russa delle operazioni. Ex ufficiale della Marina militare cinese, laureato e fluente in russo, da vent’anni Lu ha lasciato l’uniforme per il giornalismo ed è diventato capo dell’ufficio di corrispondenza di Phoenix TV a Mosca. Forte della sua esperienza militare ha avuto accesso ad «operazioni speciali antiterrorismo» condotte in passato dai servizi russi su vari fronti caldi e ha ricevuto una serie di premi di giornalismo di guerra. Ora trasmette dalle zone dell’avanzata in Ucraina.
Le sue cronache sono di parte (nessun esercito regolare, dai tempi del Vietnam, si porta appresso un reporter «scomodo» o peggio, percepito come avversario). Ma spesso, all’inviato cinese scappa una vena di entusiasmo eccessivo, come quando intervistando un gruppo di soldati russi su un mezzo da trasporto in avanzata verso Mariupol osserva: «Stanno andando a liberare altre zone» e augura loro la vittoria. L’inviato cinese ha poi raccontato di «scudi umani usati dai miliziani ucraini», ma ha anche portato davanti alla sua telecamera civili usciti laceri e sotto choc dai bombardamenti (e per questo sui social mandarini è stato criticato da alcuni troll che fanno il tifo per Putin).
Dietro le polemiche, il lavoro del reporter «embedded» con l’Armata russa è prezioso, perché guardando bene ai dettagli dei suoi servizi emergono informazioni: per esempio, i soldati che avanzano nella zona di Mariupol e lo salutano con la V di vittoria, hanno la faccia stanca e tirata, la barba lunga, non ce n’è uno con l’equipaggiamento completo e uguale a quello degli altri: insomma, sembra un reparto molto provato e a corto di rifornimenti. E infatti, in fondo alla sua cronaca, il corrispondente della Phoenix TV osserva: «Qui si vedono arrivare continuamente nuove truppe, dopo le pesanti perdite che hanno subito i battaglioni di punta dell’operazione». Naturalmente Lu Yuguang non usa mai il termine «invasione»: non lo fa nemmeno il governo cinese e ad ogni buon conto la nuova legge russa prevede 15 anni di carcere per chi diffonde «fake news» (vale a dire sgradite a Putin).
16 marzo 2022 (modifica il 16 marzo 2022 | 12:28)
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