Lucia, Marco e i 4 figli: missionari a chilometro zero. «La nostra casa? In canonica»

Lucia, Marco e i 4 figli: missionari a chilometro zero. «La nostra casa? In canonica»

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di Silvia Morosi

L’esperienza della coppia milanese e la scelta di decine di famiglie in Italia che vivono per un periodo nelle canoniche. Una porta sempre aperta ai bisogni di ciascuno, per ascoltare, condividere e fare «comunità»

«Tenere la porta di casa sempre aperta, ed essere pronti a offrire un caffé per chiunque bussi. Perché, come qualsiasi altra cosa, preparata in casa è fatta con più cura». Una ricetta semplice, perché non serve altro a Lucia Truttero, 35 anni, fisioterapista, e Marco Gibelli, 43 anni, giornalista, per essere famiglia, anche in un contesto diverso da quello “tradizionale” delle quattro mura. Sposati dal 2011, da luglio 2016, insieme ai loro quattro figli, abitano nella canonica della parrocchia di Sant’Eugenio a Milano, nel pieno del quartiere multietnico di Calvairate, vicino all’Ortomercato. Non «possiedono le chiavi» della chiesa, ma hanno scelto di spendere la vocazione al matrimonio all’interno di una vocazione più ampia, di comunità, come «famiglie missionarie a chilometro zero», il gruppo nato nel 2013 dopo una prima esperienza dal 1999 al 2006 presso la parrocchia Pentecoste di Quarto Oggiaro.

Come altre famiglie – una trentina nella Diocesi di Milano, decine di altre in tutta Italia, provenienti dalle esperienze ecclesiali più diverse – «la scelta di andare a vivere in una canonica per un tempo limitato è stata la risposta a una chiamata, e anche una modalità di realizzare il nostro ideale di famiglia», raccontano. Un’occasione che «ci dà la possibilità di confrontarci, ogni giorno, con chi abita il territorio. Siamo arrivati senza incarichi pastorali, ma accettando la sfida dell’allora parroco, don Alberto Marsiglio. Senza lasciare il lavoro, il nostro essere genitori nelle scuole, impegnati anche come rappresentanti di classe, con lui abbiamo condiviso momenti di convivialità personali, dalla cena alla preghiera serale, tra un “mamma ho sonno” e un “papà mi scappa”, e momenti di comunità. Insomma, si tratta di far incontrare due vocazioni e due sguardi diversi».

Vivere tra la gente

Con quattro figli «Pietro di 10 anni, Mattia di 8 , Giuseppe “Beppe” di 7 e Giuditta di 3, nata e battezzata in questa parrocchia, che vanno a scuola nel quartiere, i contatti con le famiglie sono frequenti e casa nostra è sempre aperta». Certo, non sono mancate e non mancano stanchezze e fatiche di chiunque, ma «l’importante è non dimenticare mai di custodire anche il rapporto di coppia, preservando gli spazi della propria famiglia. La nostra esperienza arricchisce tutti e ci aiuta a testimoniare cosa significa essere fraternità», come accaduto in occasione della scorsa Pasqua, quando «insieme alla comunità ortodossa e a quella musulmana abbiamo organizzato una grande festa in oratorio per vivere insieme la fine del comune digiuno».

Un’esperienza che arricchisce tutti: «Anche i nostri figli sono contenti di avere sempre la casa piena di invitati. Si è creata una famiglia allargata. E, anche per i compagni, ormai è diventato “normale” mentre sono qui incontrare il prete o la signora anziana che si reca in chiesa per recitare il rosario. All’inizio – ricordano con un sorriso – qualche maestra ci ha chiamato preoccupata perché i bambini raccontavano di “abitare vicino a Dio” o di “fare le vacanze sempre con 40 persone”, e pensavano fossero solo favole. Poi, hanno capito che era si trattava di uno stile differente di vivere una missione, tra la gente». Uno stile che «portiamo anche quando andiamo al lavoro», e che «ci ha permesso, anche durante la pandemia, di non tirarci indietro. Come? Abbiamo ospitato diversi ragazzi che, non avendo a casa la connessione internet non riuscivano a seguire le lezioni con la didattica a distanza. Nelle ultime settimane, poi, con la guerra, abbiamo organizzato alcune raccolte a sostegno del popolo ucraino», spiegano, sottolineando «l’importanza di condividere e mettere in comune alcuni bisogni».

La festa in piazza Duomo

Sabato 18 giugno Lucia e Marco porteranno la loro esperienza in piazza Duomo insieme ad altre centinaia di famiglie in occasione dell’evento «Sante subito! Famiglie 2022», in preparazione all’incontro mondiale di Roma, che si svolgerà dal 22 al 26 giugno. Un appuntamento, aperto a tutti, in compagnia dell’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, per riflettere, pregare e fare festa, condotto da Giovanni Scifoni, attore noto per la partecipazione alla serie DOC – Nelle tue mani, e ideatore e protagonista di diversi programmi per TV2000.

11 giugno 2022 (modifica il 11 giugno 2022 | 05:35)

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, 2022-06-11 03:35:00, L’esperienza della coppia milanese e la scelta di decine di famiglie in Italia che vivono per un periodo nelle canoniche. Una porta sempre aperta ai bisogni di ciascuno, per ascoltare, condividere e fare «comunità», Silvia Morosi

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