«L’Ucraina avrà bisogno di un nuovo Piano Marshall»: il discorso integrale di Mario Draghi all’Atlantic Council

«L’Ucraina avrà bisogno di un nuovo Piano Marshall»: il discorso integrale di Mario Draghi all’Atlantic Council

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Il testo integrale del presidente del Consiglio Mario Draghi all’Atlantic Council Distinguished Leadership Award 2022 Riportiamo la traduzione del discorso tenuto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, all’Atlantic Council Distinguished Leadership Award 2022, in occasione della visita del premier negli Stati Uniti. Più sotto, il video dell’intervento. È davvero un grande onore essere qui, con voi, stasera. Vorrei ringraziare l’Atlantic Council per il premio, di cui sono estremamente grato — come lo sono anche, e ancor di più, per questa splendida serata, in cui siete qui, tutti insieme. Vorrei condividere questo premio con il mio governo, con il mio Paese, con tutti i miei concittadini. L’Italia ha attraversato momenti estremamente difficili, negli ultimi anni. Abbiamo affrontato la pandemia prima di chiunque altro nel mondo occidentale. Abbiamo subito uno shock economico molto più acuto che in altri Paesi d’Europa. Ora sperimentiamo il ritorno della guerra nel nostro continente: un fatto che minaccia la nostra sicurezza, la nostra prosperità, la nostra sicurezza energetica. E questo accade per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale. Eppure, come ha fatto più e più volte nella sua magnifica storia, l’Italia si è ripresa. E siamo pronti ancora una volta a fare la nostra parte, insieme con i nostri alleati europei e transatlantici, per superare questo tragico momento. Per riportare la pace, là dove c’è il male. Vorrei anche ringraziare Janet (Yellen, governatrice della Federal Reserve, la Banca centrale statunitense, ndr) per il suo discorso estremamente generoso — un discorso che non merito. Fortunatamente ero nel backstage, quindi non potevo arrossire di fronte a tutti voi! Le sue parole mi riportano ai primi Anni ‘70, durante i miei primi anni negli Stati Uniti, quando ero uno studente di master al Massachussets Institute of Technology e Janet era un’assistente nell’università di Harvard. Per me — allora un giovane che arrivava da Roma — tutto ciò che c’era a Cambridge era nuovo. Tre cose mi colpirono, in particolare — tre cose che, da allora, sono rimaste sempre nella mia mente. L’apertura di un Paese, gli Stati Uniti, così accogliente. La generosità di coloro che considero i miei mentori – il compianto Franco Modigliani e Paul Samuelson, Bob Solow e Stan Fischer, che vorrei ringraziare tutti stasera. La genialità dei miei compagni di studio – tra gli altri Paul Krugman, Larry Summers e Pentti Kouri, a cui ero più vicino. Stasera, seduto qui tra noi, c’è uno dei miei amici più cari, Francesco Giavazzi. Al MIT ho imparato a guardare avanti, a pensare con rigore. E, più di ogni altra cosa, dato il mio carattere, a sfidare le convinzioni tradizionali — indipendentemente da quanto siano affermate. Queste lezioni risuonano, oggi, nella mia mente, proprio mentre siamo alle prese con una delle peggiori crisi dalla Seconda guerra mondiale. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha causato un cambio di paradigma geopolitico. Ha rafforzato i legami tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, ha isolato Mosca, ha sollevato profonde domande per la Cina. Questi cambiamenti sono ancora in corso, ma una cosa è certa: sono destinati a rimanere con noi per molto, molto tempo. Dobbiamo continuare a sostenere il coraggio degli ucraini, che combattono per la loro libertà, ma anche per la sicurezza di tutti noi. Dobbiamo continuare a infliggere costi alla Russia, muovendoci rapidamente con il nostro prossimo pacchetto di sanzioni. Ma dobbiamo anche fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura. Spetterà agli ucraini decidere i termini di questa pace — e a nessun altro. Nel frattempo, dobbiamo prepararci per il mondo in cui vivremo domani. Dobbiamo essere pronti a continuare ad essere al fianco dell’Ucraina per molto tempo, dopo la fine della guerra. La distruzione delle sue città, delle sue industrie, della sua filiera agricola, richiederà un enorme sostegno finanziario. L’Ucraina avrà bisogno di un proprio Piano Marshall, proprio come quello che ha contribuito a stabilire la speciale relazione tra Europa e Stati Uniti. E dovremo garantire che le sue istituzioni democratiche rimangano forti, stabili, vivaci. L’Ucraina è nostra amica. L’Ucraina rimarrà nostra amica. I tempi difficili sono iniziati ben prima della guerra, ma ognuna di queste crisi porta grandi conseguenze per l’Europa. Rischi, certo: ma anche opportunità. Lasciate che vi faccia un esempio. La pandemia ha unito l’Unione europea in modi impensabili anche solo pochi mesi fa. Mi riferisco in particolare al nostro sforzo comune sui vaccini — un modello per il mondo — e al piano NextGenerationEU – primo seme di quel «momento hamiltoniano» che due secoli fa ha contribuito a creare gli Stati Uniti moderni. La guerra in Ucraina ha il potenziale per avvicinare ancora di più i Paesi dell’Unione europea. È abbastanza chiaro che non è possibile affrontare le molte, serie sfide che ci si porranno davanti nei prossimi anni su base nazionale. Ed è altrettanto chiaro che ciò che serve ora è uno sforzo congiunto, che ci riunirà molto più di quanto non lo fossimo in passato. C’è una cosa che voglio dire: dovremo razionalizzare la nostra spesa per la difesa, evitando inefficienze e duplicazioni; dovremo accelerare la transizione energetica; dovremo rilanciare la ripresa economica; dovremo, ancora, affrontare le disuguaglianze, vecchi e nuove. Queste trasformazioni radicali richiedono un cambiamento nelle nostre istituzioni e possono richiedere cambiamenti nei nostri Trattati. Dobbiamo tenere a mente l’urgenza del momento che stiamo vivendo, l’entità della sfida che ci si para davanti. Questa è l’ora dell’Europa e dobbiamo coglierla. Le scelte che l’UE deve affrontare sono, in fondo, brutalmente semplici. Possiamo essere padroni del nostro destino oppure schiavi di decisioni altrui. Ciò che mi rende ottimista è che sappiamo di non essere soli. In questo momento di profondo cambiamento, alcune cose rimangono stabili: lo stretto rapporto tra Unione Europea e Stati Uniti. Un legame senza tempo, che ci rafforza entrambi. Grazie. 12 maggio 2022 (modifica il 12 maggio 2022 | 11:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-12 09:44:00, Il testo integrale del presidente del Consiglio Mario Draghi all’Atlantic Council Distinguished Leadership Award 2022,

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