All’onorevole Michele Bordo, commissario provinciale del Partito democratico, dobbiamo concedere almeno l’alibi della comprensione. Arrivato in Irpinia con un mandato preciso, quello di fare fuori gli amici del governatore De Luca, ha dovuto fare i conti con una realtà del tutto differente da quella che gli era stata rappresentata dai suoi mandanti.
Passo dopo passo, dalle amministrative alle provinciali passando per il tesseramento, ha potuto verificare gli effettivi equilibri sui territori, l’effettivo radicamento del partito, la distanza siderale tra il partito degli amministratori e dei circoli e il partito dell’indistinto. Il commissario Bordo, questo il punto, ha trovato in Irpinia un partito che aveva già cambiato pelle, dunque si è trovato a governare un cambiamento già compiuto con l’unico obiettivo di garantire anche gli sconfitti, se si vuole di scongiurare un epilogo traumatico ponendo l’unità come unico orizzonte. Pur trovando massima disponibilità da parte dei vincitori, dai riferimenti del fronte che sostiene Nello Pizza alla segreteria provinciale, pur potendo contare su di un contesto rinnovato dopo le provinciali, ha rinunciato a muoversi in una prospettiva politica.
Avrebbe dovuto e potuto imporre la mediazione muovendo dagli equilibri emersi con l’obiettivo di costringere le parti a ritrovarsi su di una linea politica, invece ha preferito muoversi nell’opacità, dilatando i tempi delle decisioni, forzando di volta in volta sempre un po’ di più, sempre e comunque nel tentativo di rimescolare le carte, concedendo, in tal modo, spazio a quanti da settimane evocano terze vie funzionali a congelare il cambiamento compiuto, spazio alle ragioni di tutti coloro che in un modo o nell’altro avrebbero interesse a far saltare il tavolo. Non avrebbe dovuto far altro, Bordo, che inchiodare tutti ad una sintesi in ossequio agli equilibri emersi e invece oggi la sua indicazione di candidatura unitaria si regge sul vuoto politico, un vuoto che in alcun modo potrà essere colmato nei pochi giorni che ci separano dalla celebrazione del congresso, anche nel caso in cui si dovesse arrivare, come suggeriscono le indiscrezioni e le ricostruzioni di queste ore, una contesa unitaria sul nome di Pizza.
Che sarebbe senza dubbio alcuno la soluzione più ovvia, l’unica davvero rispettosa del percorso congressuale sinora compiuto, degli equilibri emersi, l’unica coerente con il cambiamento che in questi anni ha trovato compimento nelle urne, a partire dalle regionali. Ma sarebbe una soluzione costruita su di una tensione unitaria e non certo la sintesi a garanzia di un’unità conquistata, costruita sul coraggio delle scelte, sul chiarimento delle posizioni di ognuno a partire in primo luogo dalla città.
E questa considerazione ci restituisce l’esatta misura del fallimento politico di un congresso che avrebbe dovuto restituire al Pd irpino organismi legittimati sulla base di una linea politica chiara e riconoscibile e che, invece, nella migliore delle ipotesi ci restituirà un segretario unitario sulla base di un’unità tutta da costruire.
, 2022-02-14 23:01:00, http://s.wordpress.com/mshots/v1/https%3A%2F%2Fwww.orticalab.it%2FL-unita-si-fa-con-la-Politica-per-il?w=600&h=450, , , , This is one fancy plugin!, These modules are quite adorable!, % %item_title%%, L’unità si fa con la Politica, per il segretario unitario bastano i numeri. Il fallimento di Bordo è tutto qui Orticalab, All’onorevole Michele Bordo, commissario provinciale del Partito democratico, dobbiamo concedere almeno l’alibi della comprensione. Arrivato in Irpinia con un mandato preciso, quello di fare fuori gli amici del governatore De Luca, ha dovuto fare i conti con una realtà del tutto differente da quella che gli era stata rappresentata dai suoi mandanti. Passo dopo passo,…, All’onorevole Michele Bordo, commissario provinciale del Partito democratico, dobbiamo concedere almeno l’alibi della comprensione. Arrivato in Irpinia con un mandato preciso, quello di fare fuori gli amici del governatore De Luca, ha dovuto fare i conti con una realtà del tutto differente da quella che gli era stata rappresentata dai suoi mandanti. Passo dopo passo, dalle amministrative alle provinciali passando per il tesseramento, ha potuto verificare gli effettivi equilibri sui territori, l’effettivo radicamento del partito, la distanza siderale tra il partito degli amministratori e dei circoli e il partito dell’indistinto. Il commissario Bordo, questo il punto, ha trovato in Irpinia un partito che aveva già cambiato pelle, dunque si è trovato a governare un cambiamento già compiuto con l’unico obiettivo di garantire anche gli sconfitti, se si vuole di scongiurare un epilogo traumatico ponendo l’unità come unico orizzonte. Pur trovando massima disponibilità da parte dei vincitori, dai riferimenti del fronte che sostiene Nello Pizza alla segreteria provinciale, pur potendo contare su di un contesto rinnovato dopo le provinciali, ha rinunciato a muoversi in una prospettiva politica. Avrebbe dovuto e potuto imporre la mediazione muovendo dagli equilibri emersi con l’obiettivo di costringere le parti a ritrovarsi su di una linea politica, invece ha preferito muoversi nell’opacità, dilatando i tempi delle decisioni, forzando di volta in volta sempre un po’ di più, sempre e comunque nel tentativo di rimescolare le carte, concedendo, in tal modo, spazio a quanti da settimane evocano terze vie funzionali a congelare il cambiamento compiuto, spazio alle ragioni di tutti coloro che in un modo o nell’altro avrebbero interesse a far saltare il tavolo. Non avrebbe dovuto far altro, Bordo, che inchiodare tutti ad una sintesi in ossequio agli equilibri emersi e invece oggi la sua indicazione di candidatura unitaria si regge sul vuoto politico, un vuoto che in alcun modo potrà essere colmato nei pochi giorni che ci separano dalla celebrazione del congresso, anche nel caso in cui si dovesse arrivare, come suggeriscono le indiscrezioni e le ricostruzioni di queste ore, una contesa unitaria sul nome di Pizza. Che sarebbe senza dubbio alcuno la soluzione più ovvia, l’unica davvero rispettosa del percorso congressuale sinora compiuto, degli equilibri emersi, l’unica coerente con il cambiamento che in questi anni ha trovato compimento nelle urne, a partire dalle regionali. Ma sarebbe una soluzione costruita su di una tensione unitaria e non certo la sintesi a garanzia di un’unità conquistata, costruita sul coraggio delle scelte, sul chiarimento delle posizioni di ognuno a partire in primo luogo dalla città. E questa considerazione ci restituisce l’esatta misura del fallimento politico di un congresso che avrebbe dovuto restituire al Pd irpino organismi legittimati sulla base di una linea politica chiara e riconoscibile e che, invece, nella migliore delle ipotesi ci restituirà un segretario unitario sulla base di un’unità tutta da costruire., Photo Credit: , , www.orticalab.it, %%item_url %%, , , , Leggi di più, , https://www.orticalab.it/sites/ortica/IMG/arton97054.jpg?1644860952, “politica” – Google News, Google News , , https://news.google.com/rss/search?hl=it&gl=IT&q=politica&um=1&ie=UTF-8&ceid=IT:it,
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