M5S, già sulla graticola i vice di ConteIl test delle Comunali

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di Emanuele BuzziI malumori sulle scelte del leader: «Inadeguati». «No, capri espiatori» «Aspettiamo il voto delle Comunali, vediamo cosa prendiamo e poi credo che qualcuno si dovrà assumere meriti o demeriti»: la frase ora rimbalza con più insistenza dentro ai Cinque Stelle. Nel Movimento inizia un lungo redde rationem . Nel mirino, più che Giuseppe Conte, al momento c’è la squadra che il leader ha scelto per guidare con lui la rifondazione. Per qualcuno sono dei «capri espiatori» delle tensioni nel Movimento, per altri sono semplicemente «inadeguati» al ruolo che devono ricoprire: parliamo dei cinque vicepresidenti M5S scelti da Giuseppe Conte. Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Paola Taverna, Alessandra Todde e Mario Turco sono stati nominati lo scorso autunno. I militanti M5S hanno ratificato poi la decisione a dicembre, con 25.061 voti favorevoli e 3.261 contrari. Lucia Annunziata, alla loro prima uscita pubblica in tv, li ha bollati come «pulcini» di Conte e l’etichetta, almeno tra le fila dei Cinque Stelle più critici, gli è rimasta attaccata. Ora, con l’inasprirsi del confronto interno al Movimento, i «pulcini» sono finiti sul banco degli imputati. «Non hanno competenze e non hanno voti», c’è chi attacca tra gli stellati. Sia Vincenzo Spadafora sia Dino Giarrusso hanno criticato pubblicamente le scelte di Conte. E ora una parte dei Cinque Stelle sta aspettando l’esito delle Amministrative, banco di prova della nuova gestione, per fare una «valutazione politica». «In altri partiti c’è chi si è dimesso per l’esito di un’elezione regionale», sottolineano i critici. «Scappare dalle urne non basta. Vediamo cosa vale il Movimento dove è in corsa», commenta un parlamentare. I vertici, dal canto loro, fanno muro. «Non c’è nessuna novità: è in corso un logoramento ai danni del Movimento dal giorno seguente alle nomine», spiegano. «Semplicemente c’è chi ambisce a un ruolo di potere che ha perso. La vera battaglia non è alle Comunali, ma è iniziata quando Conte — il cui ruolo non è in discussione — ha scelto un nuovo corso per la rifondazione, ha lasciato da parte cerchi magici e le vecchie logiche padronali». C’è chi punge: «Parlano di Comunali, ma forse dovrebbero pensare che sono giunti alla fine del secondo mandato». Insomma, lo scontro interno sembra essersi appena acceso. E le variabili in campo vanno oltre l’aspetto politico. Il 7 giugno si attende la discussione del Tribunale di Napoli sul nuovo ricorso presentato dagli attivisti dei Cinque Stelle contrari alla votazione sullo statuto contiano. Un eventuale nuovo stop, con i vertici ancora «sospesi», potrebbe essere la miccia per rinfocolare ulteriormente il dibattito. Gli scenari sono tutti aperti. «Ne va della sopravvivenza del partito. Forse, dopo le Amministrative, chi adesso tace capirà che non avrà più nulla da perdere», dice. E intanto c’è chi fa notare una nuova frenata nelle restituzioni della quota di stipendio da parte di alcuni parlamentari. 25 maggio 2022 (modifica il 25 maggio 2022 | 09:35) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-25 10:21:00, I malumori sulle scelte del leader: «Inadeguati». «No, capri espiatori», Emanuele Buzzi

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