M5S, Grillo «scheda» i fuoriusciti. Conte cede: niente nome sul simbolo

M5S, Grillo «scheda» i fuoriusciti. Conte cede: niente nome sul simbolo

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di Claudio BozzaIl fondatore attacca tutti i parlamentari che hanno lasciato il Movimento tacciandoli come «zombie». Sileri: «Chi se ne frega». Di Stefano: «Continui, noi su un altro livello» Ogni giorno porta uno o più addii per il Movimento. Ieri è stata la volta di Federica Dieni, vicepresidente del Copasir: «Il Movimento non esiste più, ogni decisione non mi appartiene». A ruota arriva un post caustico di Beppe Grillo, che sui social sbotta: «Sono tutti zombie», dice a corredo dell’immagine di un album di figurine, con in copertina i volti di Luigi Di Maio, Davide Crippa e Laura Castelli trasfigurati appunto a mo’ di zombie . A fianco, il fondatore dei Cinque Stelle pubblica le foto (normali) dei tanti transfughi: da Vincenzo Spadafora a Carla Ruocco, da Lucia Azzolina a Pierpaolo Sileri. In tutto, una settantina di figurine. Come frase di accompagnamento, o meglio di (finto) lancio, il fondatore scrive: «Da oggi in tutte le edicole». Nel mirino di Grillo non ci sono solo gli ultimi fuoriusciti, come il ministro Federico D’Incà e Alessandra Carbonaro, o la truppa di Luigi Di Maio, ma anche chi ha preso altre strade da tempo, come Emilio Carelli, uscito dal M5S nel febbraio 2021 e da metà luglio confluito nel gruppo dimaiano. È il finale della Caporetto dei Cinque Stelle, che dai 339 parlamentari conquistati alle elezioni politiche del 2018, dopo espulsioni e addii a pioggia, oggi si ritrovano con appena 159 eletti. Ma come hanno reagito gli «zombie» attaccati da Grillo? «A me dispiace assistere a questo tiro al piccione. Io ho provato a incidere dall’interno per un cambiamento, ma non ci sono riuscita — dice Dieni —. Questa non è una setta, ma un partito, quindi mi pare lecito dissentire. Io un lavoro ce l’ho e tornerò a farlo, grata per questa grande esperienza». La prende a ridere anche il fedelissimo dimaiano Sergio Battelli, che sui social pubblica il video di Zombie dei Cranberries: «Beppe mi fa ridere, in fondo continua a fare quello che ha sempre fatto». Il sottosegretario alla Salute Sileri ripete: «L’ho detto al Corriere un mese fa e lo confermo: torno a fare il chirurgo. Ora devo solo completare, fino all’ultimo giorno, il lavoro con il governo. Beppe? Chi se ne frega», scandisce. La deputata Carla Ruocco ironizza: «Magari potessi avere la tranquillità di uno zombie. Ma sono viva e vegeta». Mentre il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano taglia corto: «Beppe continui pure, noi ormai siamo su un altro livello». Schermaglie sugli zombie esodati dai Cinque Stelle a parte, il Movimento ancora non è riuscito a sbrogliare la matassa delle candidature. Grillo, nelle ultime ore, pare aver lasciato un po’ di spazio di manovra a Giuseppe Conte, che però si è arreso alla possibilità di personalizzare il simbolo del Movimento. Niente da fare: «No, il mio nome non ci sarà — dice l’ex premier —, il simbolo sarà quello che conosciamo». «Beppe» sembra però concedere al leader la possibilità di decidere parte dei capilista, cioè coloro che dovrebbero essere eletti di sicuro. Mentre rimane da sciogliere il nodo delle Parlamentarie. I tempi sono troppo ristretti, ma il Movimento potrebbe organizzare le primarie per scegliere i candidati dietro ai capilista blindati. Oggi il comitato di garanzia del partito — composto da Roberto Fico, Laura Bottici e Virginia Raggi — dovrebbe comunicare le regole per le candidature. Tra le varie criticità c’è da limare quella della «territorialità»: le norme del Movimento impongono infatti che gli aspiranti parlamentari debbano correre nei collegi di residenza. E questo principio inibirebbe la corsa in un posto blindato sia per Conte, sia per Casalino, ma anche per il ministro Stefano Patuanelli e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Intanto Conte, che pure alla vigilia era favorevole a concedere deroghe per i big che ora rimarranno esclusi dal terzo mandato, dopo la drastica bocciatura di Grillo è costretto a cambiare strategia: «La regola dei due mandati è un principio fondativo del M5S e va salvaguardato. La rotazione è salutare», perché evita «storture». 1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 21:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-01 19:51:00, Il fondatore attacca tutti i parlamentari che hanno lasciato il Movimento tacciandoli come «zombie». Sileri: «Chi se ne frega». Di Stefano: «Continui, noi su un altro livello», Claudio Bozza

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