di Emanuele BuzziLa decisione di Napoli apre a una serie di conseguenze. Il ruolo di Grillo per uscire dallo stallo. La mossa di Borrè
Il nuovo voto, altre battaglie giudiziarie e alcuni passi da fare in ogni caso: che succede ora al Movimento Cinque Stelle? La decisione del tribunale di Napoli di rigettare la richiesta di revoca della sospensiva che ha azzerato i vertici stellati è un nuovo ostacolo per Giuseppe Conte. Il presidente e lo statuto restano «congelati». L’iter legale si complica e si aprono allo stesso tempo altre partite. Ma andiamo con ordine.
La causa napoletanaI giudici hanno bocciato la richiesta del Movimento, ma la causa promossa da tre attivisti contro la votazione che ha dato il la all’era contiana andrà avanti nel merito. La prossima udienza è fissata per il 5 aprile.
La votazioneIl 10-11 marzo è stata convocata una nuova votazione degli iscritti Cinque Stelle sempre sullo statuto. Una votazione che comprende anche modifiche allo statuto votato lo scorso agosto e oggetto delle contestazioni a Napoli. Le modifiche recepiscono i rilievi mossi dalla Commissione di garanzia sugli statuti e servono agli stellati per poter aderire al due per mille. Alcune nome (non presenti nei vecchi statuti ma che andavano inserite ora per via dell’accesso al due per mille), però, non sono state inserite: come il tetto dei due mandati per gli eletti. Le modifiche statutarie possono essere emendate entro l’8 marzo.
I nuovi ricorsiLa votazione del 10-11 marzo-da un lato comporterà un «riavvio» dell’era contiana. I vertici del Movimento sono decisi ad andare avanti. Il M5S potrà fare i passi formali che servono per aderire al due per mille. Conte potrà essere «confermato» presidente con una nuova votazione a breve. Dall’altro lato, però, la votazione sarà ogetto di ricorso. Lo hanno già anticipato sia gli attivisti napoletani che hanno sollevato il caso, sia l’avvocato Lorenzo Borrè che li difende. La votazione ricalca quella che si è tenuta ad agosto, escludendo i votanti con meno di sei mesi di «anzianità» nel M5S. Non solo: a detta di Borrè – che ha scritto al Movimento nelle prossime ore chiedendo di bloccare il voto – nessuno dei firmatari (Giuseppe Conte, Paola Taverna e Vito Crimi) che hanno convocato l’assemblea aveva il potere di farlo. Insomma: si va verso l’apertura di un nuovo capitolo giudiziario con la vicenda napoletana non ancora chiusa. Il legale chiede ai Cinque Stelle «di voler valutare l’opportunità di differire a una nuova data l’assemblea», chiedendo anche modifiche alla norma che prevede un solo candidato per la carica di presidente.
I tempiUn fattore da non sottovalutare sono i tempi: dal voto sullo statuto di agosto alla revoca sono trascorsi sei mesi. Se ci dovessero essere ricorsi sulla votazione in programma il 10-11 marzo e se i tempi dei ricorsi ricalcassero quelli della causa napoletana, il Movimento si ritroverebbe nel mezzo di una nuova tempesta giudiziaria a settembre, ossia alla vigilia della campagna elettorale. Una situazione insostenibile.
Il comitato di garanziaIn ogni caso un possibile passo senza ombra di ricorsi potrebbe essere l’elezione del nuovo comitato di garanzia, che potrebbe assumersi l’onere di indire nuove assemblee. I componenti del comitato di garanzia devono essere però scelti da Beppe Grillo: forse toccherà al garante rompere lo stallo.
8 marzo 2022 (modifica il 8 marzo 2022 | 13:13)
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, 2022-03-08 11:42:00, La decisione di Napoli apre a una serie di conseguenze. Il ruolo di Grillo per uscire dallo stallo, Photo Credit: , Emanuele Buzzi
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