di Franco StefanoniIl ministro Patuanelli: «Draghi e Conte si devono parlare». Il sottosegretario Sibilia: «Le nostre battaglie danno fastidio». Il sottosegretario Cancelleri: «Disponibilità a stare nel governo se verremo ascoltati, a cominciare dal superbonus 110%». Il vicepresidente M5S Turco: «Pressioni, ma tema non all’ordine del giorno» Cresce il pressing degli iscritti e dei deputati e senatori M5S su Giuseppe Conte per uscire dal governo e mantenere eventualmente l’appoggio esterno. Lo si sottolinea in ambienti qualificati del M5S che, tra l’altro, non vedono all’orizzonte faccia a faccia tra il leader pentastellato e il premier Mario Draghi. Dietro le tensioni, lo scontro sulle presunte frasi di Draghi a Grillo contro Conte. Le voci di pressioni sull’appoggio esterno sono commentate così da Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole:«Un chiarimento tra Conte e Draghi è necessario. Ma in tutti i Consigli nazionali che abbiamo fatto, in tutte le riunioni degli ultimi giorni mai si è posto il tema dell’appoggio esterno o dell’uscita». E così dal sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia: «Chiaro che alcune nostre battaglie come il salario minimo, il reddito di cittadinanza e il superbonus danno fastidio a qualcuno, e che tra Conte e l’attuale premier evidentemente un problema reale c’è stato. Comunque, nessuna fibrillazione al governo». Sul tema è intervenuto anche Giancarlo Cancelleri, sottosegretario del M5S alle Infrastrutture e fresco di rinuncia alla candidatura alle primari nel centrosinistra per la corsa alla presidenza della Regione Sicilia: «Vogliamo sostenere il governo Draghi, ma in maniera serena, seria e corretta: diversamente sarà il presidente Conte ad avviare una serie di valutazioni. Non sono certo io a dover dire se dobbiamo uscire o meno, sarebbe fuori luogo, non ne ho il ruolo. E comunque la decisione è quella di stare al governo». Cancelleri però puntualizza: «Abbiamo avuto un incontro con Draghi lungo e che è stato puntato a risolvere problemi fondamentali, a partire dalla proroga del Superbonus 110%, che rischia di diventare la tomba di oltre 60mila imprese. Se tutti questi temi verranno accolti da parte nostra c’è piena disponibilità nel sostenere il suo governo». L’ipotesi di un appoggio esterno al governo «non è all’ordine del giorno» secondo il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e braccio destro di Giuseppe Conte. «Non nascondiamo che c’è una forte pressione da parte di molti parlamentari sui temi che abbiamo posto all’attenzione del governo», riconosce Turco. «Attendiamo comunque delle risposte da parte dell’esecutivo, e soprattutto da parte del presidente del Consiglio Draghi, su una serie di temi che interessano ai cittadini: parliamo di caro prezzi, inflazione, superbonus, salario minimo. Queste sono le priorità del M5S». 30 giugno 2022 (modifica il 30 giugno 2022 | 14:31) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-30 12:31:00, Il ministro Patuanelli: «Draghi e Conte si devono parlare». Il sottosegretario Sibilia: «Le nostre battaglie danno fastidio». Il sottosegretario Cancelleri: «Disponibilità a stare nel governo se verremo ascoltati, a cominciare dal superbonus 110%». Il vicepresidente M5S Turco: «Pressioni, ma tema non all’ordine del giorno», Franco Stefanoni