di Stefano Montefiori
L’intervista alla fine del viaggio negli Usa. I tagli ipotizzati sono a rotazione fino a due ore. Nel caso di sospensioni al mattino le scuole rimarranno chiuse
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI Tornato dalla visita di Stato negli Stati Uniti, il presidente francese Emmanuel Macron cerca di rassicurare i connazionali quanto a possibili tagli alla corrente elettrica a gennaio. «Niente panico», ha detto Macron nel corso di un’intervista alla rete Tf1, durante la quale ha tracciato il bilancio del suo viaggio americano e affrontato le questioni più urgenti di politica interna.
In Francia si sta diffondendo una certa preoccupazione dopo che il governo, mercoledì scorso, ha inviato una circolare ai prefetti affinché preparino i loro dipartimenti all’eventualità di blackout. Ci si interroga su come organizzare le scuole, gli ospedali, i supermercati e anche la circolazione stradale (i semafori non funzioneranno) in caso di stop alla corrente, ma secondo Macron «è normale che il governo si prepari a un caso estremo» ricorrendo anche a «scenari fittizi». Secondo il presidente la Francia riuscirà a superare l’inverno senza problemi, anche con le ondate di freddo di dicembre e soprattutto di gennaio, grazie al piano di sobrietà presentato dal governo in ottobre.
Nel caso però la situazione peggiorasse bisogna tenersi pronti, ed è questo il senso della circolare, inviata a tutti i prefetti tranne quelli della Corsica, che produce la propria elettricità ed è comunque collegata alla rete elettrica italiana. I tagli ipotizzati sono a rotazione fino a due ore, ma una parte della popolazione non sarà mai scollegata perché legata a una «linea prioritaria», circostanza che riguarda il 40% dei francesi. I prefetti sono chiamati a identificare i 3.800 pazienti a rischio che dipendono da apparecchiature mediche domestiche collegate alla rete elettrica. Devono assicurarsi che abbiano un generatore personale, oppure organizzare il trasferimento in ospedale. I blackout ipotizzati saranno nelle ore di punta, tra le 8 e le 13 e le 18 e le 20. In caso di tagli alla corrente al mattino, le scuole rimarranno chiuse.
Quanto alla guerra in Ucraina, Macron si è detto di nuovo disposto a parlare con Putin, «in particolare a proposito del nucleare civile, dopo avere parlato al direttore generale dell’agenzia internazionale dell’energia atomica per proteggere la centrale di Zaporizhzhia che si trova in una zona contestata, sotto i bombardamenti». Il presidente francese è tornato a evocare un possibile negoziato con la Russia e anche le paure russe del vedere la Nato ai propri confini. «Questo tema sarà uno dei fattori della pace e quindi deve essere anche preparato: cosa siamo disposti a fare, come proteggiamo i nostri alleati e gli Stati membri, dando allo stesso tempo garanzie per la propria sicurezza alla Russia il giorno in cui tornerà al tavolo?».
Si tratta di un cavallo di battaglia della diplomazia di Macron, un tema che il presidente francese aveva affrontato in occasione della sua visita al Cremlino del 9 febbraio scorso, prima della guerra . Durante la conferenza stampa, dopo il colloquio dietro al celebre, lunghissimo tavolo scelto da Putin , Macron aveva dichiarato di comprendere le preoccupazioni russe offrendo di ridiscutere con la Russia un assetto globale della sicurezza in Europa. Un’apertura rimasta senza conseguenze, perché due settimane dopo Putin lanciò l’invasione dell’Ucraina.
Adesso Macron rievoca la questione della Nato alle porte della Russia, e questo sembra suggerire ad alcuni osservatori che la Francia spinga più di altri per il negoziato. In realtà, nella stessa intervista, il presidente francese dice cose molto nette sulla necessità di sostenere l’Ucraina fino in fondo, e sul fatto che spetta all’Ucraina decidere i termini di un’eventuale cessazione delle ostilità. Per esempio, Macron paragona la Crimea all’Alsazia-Lorena, territorio francese a lungo conteso con la Germania.
«Pensate che quando noi francesi abbiamo dovuto subire la presa dell’Alsazia e della Lorena avremmo voluto che un leader di un altro Paese ci dicesse, nel bel mezzo di una guerra, dovete fare questo o quello? La questione dei confini dipende dagli ucraini. La posta in gioco in Ucraina e ciò che difendiamo sono i principi della Carta delle Nazioni Unite: integrità territoriale e sovranità nazionale. E quindi credo nella libertà dei popoli di decidere per sé stessi. Spetta al popolo ucraino decidere da solo a quali condizioni, come, quando… Non a noi».
Infine, sul sostegno all’Ucraina, Macron si dice in linea con il presidente americano Biden. «Credo di poter dire che Stati Uniti e Francia condividono la stessa visione delle cose: continuare ad aiutare l’Ucraina a resistere, aiutare gli ucraini a resistere con tutte le loro forze di fronte ai bombardamenti delle loro infrastrutture civili e fare tutto il possibile per fare pressione sulla Russia affinché torni al tavolo dei negoziati».
Il 13 dicembre si terrà a Parigi la conferenza internazionale «sulla resilienza del popolo ucraino» presieduta da Macron e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Non si tratterà di una conferenza sulla pace, purtroppo ancora lontana, non si discuterà di negoziati e di assetto post-bellico ma di come aiutare gli ucraini a superare l’inverno. Da questo punto di vista l’incontro Macron-Biden non ha aggiunto nulla ma ha confermato quanto era stato già annunciato il 28 ottobre dal Quai d’Orsay e ribadito da Macron il 1° novembre: a Parigi il 12 dicembre incontro bilaterale Francia-Ucraina, il 13 conferenza internazionale incentrata «sugli aiuti umanitari e sulla ricostruzione delle infrastrutture energetiche bombardate dai russi». Un esempio sono i 100 generatori elettrici ad alto potenziale già inviati dalla Francia all’Ucraina via Romania, parte di un più ampio aiuto europeo di 500 generatori. La conferenza di Parigi del 13 e l’incontro bilaterale del 12 puntano a coordinare gli aiuti e ad alleviare le sofferenze della popolazione. L’obiettivo è annunciare aiuti finanziari e atti concreti. La Francia in questi giorni ha annunciato un altro prestito immediato di 100 milioni di euro all’Ucraina, dopo i 300 già sbloccati nel marzo scorso.
4 dicembre 2022 (modifica il 4 dicembre 2022 | 12:47)
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, 2022-12-04 12:25:00, Possibili blackout a gennaio in caso di difficoltà di approvvigionamento energetico. I tagli ipotizzati sono a rotazione fino a due ore; nel caso di sospensioni al mattino le scuole rimarranno chiuse, Stefano Montefiori