In questi giorni si parla moltissimo del caso di una madre di una ragazzina di 16 anni di Marsala, nel trapanese, che ha deciso di denunciare per stalking il fidanzato della minore, preda di una relazione a dir poco tossica. Come riportano Fanpage.it e Il Corriere della Sera, la ragazzina doveva sottostare a determinate regole imposte dal ragazzo, maggiorenne, anche a scuola.
Il giovane è ora indagato e il gip gli ha imposto di restare distante almeno 300 metri dall’adolescente. Per entrambi è stato inoltre disposto l’uso del braccialetto elettronico. “Non sopportavo più di vedere mia figlia in quello stato: sempre triste, agitata. Dovevo fare qualcosa e, falliti i tentativi di convincerla a interrompere una relazione che a me pareva tossica, non mi è rimasto che denunciare lui”, ha detto.
“Non riusciva più a studiare”
“Non aveva più la serenità per studiare. Lui la obbligava a mandargli messaggi dalla classe ogni 5 minuti per avere la prova che fosse a lezione. E infatti dopo un po’ mi ha chiamato la preside. Era agitata. Lui la tormentava, pretendeva che gli raccontasse sempre dei vecchi fidanzatini. Doveva fargli videochiamate anche a tavola per dimostrargli che fosse realmente con noi a pranzo. Le ha vietato di andare dal cardiologo perché non voleva che a visitarla fosse un uomo. Quando tornava da scuola doveva filmarsi durante tutto il tragitto per dimostrargli che non si fermava a parlare con nessuno. A un certo punto mia figlia ha avuto un crollo”, ha raccontato la madre coraggiosa.
Quest’ultima, prima di passare alle maniere forti, si è rivolta al ragazzo in questione e alla sua famiglia: “Mi ha risposto in modo offensivo, mi ha minacciato. Mi sono rivolta ai suoi, la madre mi ha detto che erano questioni che dovevano risolvere i ragazzi e non dovevo immischiarmi. Ma questo per me non è amore, è solo desiderio di possesso”
La ragazzina pare aver compreso la gravità della situazione: “Ho temuto di poterla perdere, ho temuto che non avrebbe capito. E all’inizio le cose non sono state facili. Lei mi rimproverava di averli allontanati, ma ho tenuto duro. La sua felicità viene prima anche del nostro rapporto: io ero sicura che con lui non sarebbe mai stata felice”, ha concluso la donna.
I genitori devono stare più attenti?
La donna ha detto di aver preso la decisione di raccontare tutto alle forze dell’ordine sulla scia del dibattito delle ultime settimane in merito al femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin, per la cui morte è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta.
Il padre, Gino Cecchettin, a Che Tempo Che Fa ha parlato ovviamente dell’orribile tragedia che lo ha colpito e del discorso che ha fatto al funerale della figlia, discorso la cui lettura nelle scuole è stata consigliata dallo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Poi, un appello ai genitori: “Bisogna agire su tanti punti, io ho provato a elencarli, ma inviterei a esempio a usare molto più i canali comunicativi. Ai genitori a parlare con i figli cercando di non essere amici, di essere l’educatore, anche severo, ma che cerca di capire quali sono le reali esigenze. Magari anche invadendo un po’ la privacy, non tantissimo. Io ho dato troppo respiro, conoscendo Giulia, una persona molto giudiziosa. Ho lasciato sempre fare e non volevo entrare nella sfera. Ma un minimo aumento della connettività per stare con i figli e gli amici probabilmente permetterebbe di raccogliere di più le informazioni e di avere di più il quadro generale. Probabilmente permettere di avere di più anche il quadro psicologico dei nostri figli, di capire se hanno debolezze e se potrebbero diventare persone potenzialmente pericolose”, ha detto il padre di Giulia.
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