Malala: un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo

Malala: un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo

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Foto: Ansa

“Vite Straordinarie – Ritratti fuori dal comune” è una rassegna una rassegna curata da StartupItalia e fra queste figura c’è quella di Melala, attivista e blogger pakistana, a soli diciassette anni Malala Yousafzai è stata la vincitrice più giovane di sempre del Premio Nobel per la Pace. La sua parola d’ordine: “Ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando piombiamo nelle tenebre”.

La sua, si legge sul sito, è una storia che ha fatto il giro del mondo: a soli tredici anni, è nata nel 1997,  Malala scrive sul proprio blog per la BBC dove documenta le ingiustizie e la violenza del regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne e al diritto all’istruzione per i bambini. Nel 2012 a bordo dello scuolabus su cui si trovava, le sparano, ferendola gravemente alla testa. 

Apprezzata per il suo impegno nella tutela dei diritti tra cui quello all’istruzione per bambine e ragazze,  Malala ha parlato al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York: “Io non parlo per me stessa, ma per dare voce a coloro che meritano di essere ascoltati. Coloro che hanno lottato per i loro diritti. Per il loro diritto a vivere in pace”.

Nell’agosto 2017 è stata ammessa all’Università di Oxford, dove ha conseguito la laurea in Philosophy, Politics, and Economics. Politicamente si dice pacifista e socialista. Nel 2021 si è sposata con Asser Malik. Oltre a essere stata nominata e ad aver vinto una lunga serie di riconoscimenti per il suo impegno proficuo per la parità di genere, Malala ha scritto tre libri, editi in Italia da Garzanti: “Io sono Malala. La mia battaglia per la libertà e l’istruzione delle donne” (2013), con Christina Lamb “La matita magica di Malala” (2017) e con Liz Welch “Siamo tutti profughi. I miei viaggi e i miei incontri con le ragazze di tutto il mondo in fuga dalla guerra” (2019). 

Nel 2022 ha prodotto il suo primo film con la sua società Extracurricular dedicato alle sommozzatrici dell’isola di Jeju in Corea del Sud. Il documentario, diretto da Sue Kim, racconta la storia delle cosiddette “sirene della Corea”, matriarche rimaste in poche a combattere per proteggere l’oceano dall’incombente minaccia ambientale.

A lei è, invece, dedicato il film “Malala (He Named Me Malala)” per la regia di Davis Guggenheim (2015). Una pellicola che riporta i suoi pensieri e le sue azioni: “Sedermi a scuola a leggere libri insieme a tutte le mie amiche è un mio diritto, vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il mio desiderio. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti”. 

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