Manca personale nei ristoranti. Per il prof è colpa anche della scuola: Non si boccia più, non si trasmette il concetto di fatica

Martino Martignon, insegnante di cucina ed enogastronomia all’istituto alberghiero Musatti di Dolo e consulente del mondo della ristorazione, si pone un interrogativo sulle difficoltà incontrate dal mondo della ristorazione nel trovare personale.

Il docente, a Il Gazzettino, afferma che bisogna comprendere le mentalità dei giovani di oggi per prevedere cosa accadrà in futuro. Martignon osserva che molti giovani desiderano investire in criptovalute, ma non hanno le conoscenze di base su termini come fattura, rateo e passività.

Secondo Martignon, c’è una discrepanza tra la realtà e i sogni che preoccupa. L’insegnante sostiene che l’immagine sociale trasmessa negli ultimi anni non è stata controllata dai genitori e che la famiglia e i gruppi mancano di un linguaggio comune. La generazione attuale non ha più i modelli della comunione e degli scout, ma si basa sui modelli presenti sui social network.

Martignon afferma che anche l’aspetto educativo della scuola è cambiato e che non c’è più un concetto di fatica e sacrificio. Egli teme che in futuro ci saranno amici medici, commessi e carabinieri che non saranno disposti a lavorare nel fine settimana.

Martignon offre l’esempio di un ex alunno che ha preferito un’altra realtà che gli garantiva turnazione, nonostante avesse guadagnato 4500 euro al mese come cuoco.

Durante l’orientamento a scuola, il professor Martignon spiega che nei festivi si lavora, ma solo il 35% degli studenti continua con l’attività.