La frase sarebbe comparsa sul profilo FaceBook di un docente di una scuola del Lazio, fatto che, secondo quanto riporta un lancio di agenzia ANSA che ha raccolto la testimonianza degli studenti, sarebbe stato confermato dalla dirigente della scuola che si sarebbe già dissociato dall’espressione.
“Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr…“, sarebbe questa la frase sotto accusa pubblicata dal docente. Frase tacciata di sessismo dagli studenti della scuola: “nel 2022 e in un contesto scolastico è inaccettabile un così inadeguato uso delle parole, peraltro da parte di un professore, che dovrebbe istruirci e ‘aprirci la mente’ e invece esprime i suoi pensieri sessisti e retrogradi“. “Siamo stufi di pregiudizi del genere, mirati a svalutarci come studenti ed individui, come se il nostro abbigliamento fosse causa e ritratto del nostro intelletto“. Così scrivono, come riporta l’ANSA.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Associazione presidi di Roma Mario Rusconi, che così ha dichiarato all’ANSA: “Se è vero che il docente ha postato sui social quella frase, non solo ha commesso una grave scorrettezza ma dovrebbe essere sospeso dall’insegnamento. Il preside poi dovrebbe avviare un procedimento disciplinare, a quel punto l’Ufficio scolastico regionale lo metto sotto accusa ed è prevista la rimozione dall’incarico fino al licenziamento. Se poi ci sono profili penali il preside deve mandare tutto alla procura della Repubblica e avviare un procedimento penale. Io mi muoverei così. Nel frattempo il docente può essere sospeso dal servizio in attesa del procedimento penale o disciplinare“.
“Per fatti meno gravi c’è l’avvertimento scritto o la censura. Io, ripeto, se fossi stato il dirigente scolastico di quell’istituto avrei mandato tutto alla Procura della Repubblica. Fatti di questo tipo infatti – continua – hanno una rilevanza forte, un insegnante, uscendo da scuola, non si spoglia del suo ruolo. Le vicende che stanno emergendo in questi giorni dimostrano come avremmo necessità di un serio sistema di reclutamento e di valutazione dei docenti, quest’ultimo non esiste e siamo gli unici un Europa. Inoltre – conclude Rusconi – non basta superare un concorso per diventare buoni insegnanti e imparare come si insegna, serve una preparazione specifica che al momento non c’è“.
Ricevi ogni sera nella tua casella di posta una e-mail con tutti gli aggiornamenti del network di orizzontescuola.it
Tutti i video