elezioni Mezzogiorno, 20 settembre 2022 – 07:53 L’ex rettore non è stato coinvolto nella scelta dei candidati. E ieri ha incontrato Dario Nardella di Paolo Cuozzo Letta viene a Napoli, alla stazione Marittima, in chiusura di campagna elettorale con il governatore De Luca ed i candidati progressisti. Ma Gaetano Manfredi non c’è: non è stato invitato. Nonostante il sindaco abbia fatto il suo endorsement elettorale per Dario Franceschini, il ministro della Cultura dem. Uno «sgarbo» politico che non coglie però di sorpresa l’ex rettore che, con Letta — ma anche con Francesco Boccia, commissario regionale pd — aveva avuto un ultimo confronto ad agosto, quando entrambi erano stati a palazzo San Giacomo per incontrarlo proprio in vista della campagna elettorale e per valutare con lui come meglio organizzarsi in città. Da allora, però, i contatti, almeno con Letta, si sono interrotti; e le candidature, il segretario dem, la ha concordate oltre che con il suo partito soltanto con il governatore De Luca. Il quale ha «incassato» la ricandidatura di suo figlio Piero e di due fedelissimi, Fulvio Bonavitacola e Luca Cascone. Tutto normale, ovviamente; tutto politicamente comprensibile. Fa parte del gioco e delle valutazioni politiche che un leader si ritrova a fare. Candidature non condiviseDel resto il governatore ha un peso rilevante sopratutto in alcune aree della regione. Ma con un sindaco Pd-M5S appena eletto sembrava impensabile non discutere di candidature nella «sua» città. Invece così è stato. Da qui, il mancato invito di manfredi alla riunione di ieri alla Stazione Marittima. Assenza che segue di tre giorni quella di Manfredi a Monza, alla riunione dei sindaco dem. Anche in questo caso, nessuna chiamata da Letta ma, solo in extremis, una telefonata di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile degli enti locali del Partito democratico, che lo invitava a esserci: «Grazie, ma non sono un sindaco del Pd», la risposta di Manfredi. Il segretario dem — si racconta nelle stanze di palazzo San Giacomo — ha preferito dialogare invece solo con De Luca — col quale il gelo è quasi analogo — e con Emiliano in Puglia. Ecco perché non sorprende che Manfredi, alla Stazione Marittima a sostenere i candidati pd non ci fosse. Le scelte elettoraliInoltre, si racconta anche che a Manfredi non sia anda to giù che in città venissero candidati profili dem provenienti da altre città: Camusso, Fernandelli, Speranza. Discorso a parte invece per Dario Franceschini, da sempre vicino al sindaco napoletano, sia politicamente che nelle sue funzioni di ministro: nei prossimi giorni — per dirne una — sarà presentata una rassegna teatrale finanziata dal Fus, gestito dal ministero della Cultura di Franceschini, con 2 milioni di euro. L’ex rettore — fa notare inoltre un consigliere di maggioranza — avrebbe avuto dei nomi su cui eventualmente fare una valutazione con il segretario nazionale del Pd, candidati manfrediani a tutto tondo che il sindaco avrebbe voluto valutare con Letta. Invece dalla partita delle candidature è stato tenuto fuori. E ieri la rottura è stata evidente. Autunno caldoSi preannuncia quindi un autunno caldo per il sindaco napoletano. Manfredi, infatti, sulla base dei risultati che verranno fuori dalle urne domenica interverrà per cambiare la giunta. Il check è previsto a fine ottobre, al massimo entro fine anno. Non prima, in ogni caso, della nascita del futuro governo. Lo stesso consigliere comunale di lungo corso giura comunque che «a questo punto della campagna elettorale, il sindaco non sarebbe scontento affatto di essere rimasto fuori dalla decisione sulle candidature». Anche perché lui, Manfredi, il «campo largo» continua comunque a coltivarlo: nella sua maggioranza sono presenti infatti tanto i dem, quanto i Cinquestelle, il partito di Di Maio, Italia viva, i deluchiani e il gruppo di eletti nella lista che porta il nome di Manfredi. L’esito del voto potrà dunque solo schiarire le idee all’ex rettore su come rimodellare la squadra di assessori e valutare meglio le tante variabili: il risultato del Pd, quello del suo grande alleato Giuseppe Conte e quello di Di Maio. Con un occhio attento alla performance di Calenda-Renzi e dei deluchiani. Ieri intanto, mentre Letta era con De Luca e i candidati, all’hotel Terminus Manfredi ha visto Dario Nardella — sindaco di Firenze — «per aggiornare il patto tra le due città in nome di Pedro di Toledo, che porterà ad un accordo su turismo, cultura e moda». I due hanno discusso anche di politica e di assetti futuri. E ovviamente, della mancata presenza di Manfredi all’incontro con Letta, De Luca e i candidati. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 20 settembre 2022 | 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-20 05:59:00, L’ex rettore non è stato coinvolto nella scelta dei candidati. E ieri ha incontrato Dario Nardella,