Mani fredde che cambiano colore: le possibili cause (e le differenze con i geloni)

Mani fredde che cambiano colore: le possibili cause (e le differenze con i geloni)

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di Antonella Sparvoli

Potrebbe trattarsi del fenomeno di Raynaud, un disturbo benigno ma che a volte è il segnale di malattie reumatiche come lupus, artrite reumatoide e connettiviti

Il primo è espressione di un difetto locale della termoregolazione, di tipo costituzionale. In genere è un fenomeno non preoccupante che si manifesta già in giovane età, soprattutto nelle donne.

Altre cause di forme secondarie possono essere ascritte ad alcuni farmaci, per esempio i beta-bloccanti o ad alcune professioni, come quelle per esempio in cui è necessario lavorare con strumenti vibranti. A essere chiamate in causa possono essere pure patologie extra-reumatologiche che possono comportare un ostacolo ischemico alla circolazione negli arti superiori (sindrome dello stretto toracico)».

«Se si sospetta che le manifestazioni alle mani associate al freddo siano espressione di una malattia reumatologica occorre fare degli esami del sangue, in particolare la ricerca degli anticorpi anti-nucleari e anti-ena. La loro positività è molto suggestiva di una possibile connettivite. La conferma si può avere eseguendo la capillaroscopia. Con questo esame, non invasivo, si analizza la vascolarizzazione a livello della cute alla base dell’unghia. Nelle forme primitive i capillari appaiono normali, mentre nelle forme secondarie si possono riscontrare anomalie tipiche ».

«Il Raynaud primitivo è in genere un fenomeno benigno che si riesce a dominare con semplici accorgimenti come stare attenti a non esporsi al freddo, coprirsi bene o usare uno scaldamani. Quando le manifestazioni alle mani sono secondarie a una malattia sistemica del connettivo il primo passo è inquadrare e curare la patologia sottostante. Se il fenomeno è particolarmente grave, tanto da esporre anche al rischio di vere e proprie ulcere cutanee da freddo, si può contare su alcuni farmaci in grado di indurre una vasodilatazione periferica (prostanoidi o analoghi della prostaciclina). In questi casi si fanno delle terapie infusionali, in genere soltanto nei mesi invernali, perché quando la temperatura si alza i sintomi diminuiscono o spariscono».

Le basse temperature non hanno particolari effetti sulle malattie reumatologiche, a parte gli aspetti vascolari tipici del fenomeno di Raynaud. «È possibile che il freddo aumenti lievemente la percezione del dolore, della contrattura muscolare o del dolore articolare, ma di fatto non c’è alcuna correlazione con un possibile peggioramento della malattia» chiarisce Sinigaglia.

4 marzo 2022 (modifica il 4 marzo 2022 | 12:59)

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