di Redazione PoliticaL’esercizio provvisorio è una misura straordinaria prevista come eccezione dall’articolo 81 della Costituzione. Nell’Italia repubblicana se ne è fatto ricorso per 33 volte, l’ultima nel 1988 Cosa succede se la manovra non viene approvata entro l’ultima data disponibile del 31 dicembre? Scatta l’esercizio provvisorio, previsto dall’articolo 81 della Costituzione: è una modalità di spesa pubblica straordinaria che fa riferimento, per quanto riguarda l’ammontare della legge di Bilancio, al dato storico dei precedenti esercizi finanziari. Nel caso, la cifra disponibile ammonterebbe a circa 35 miliardi di euro. L’esercizio provvisorio costituisce un’eccezione rispetto al naturale svolgimento della sessione di Bilancio. La premier Giorgia Meloni lo ha escluso categoricamente, prevedendo il ricorso al voto di fiducia sia al Senato che alla Camera: «Chi evoca l’esercizio provvisorio, cerca l’esercizio provvisorio. Per quanto ci riguarda andiamo avanti e mi sento di garantire che ci sarà la legge di Bilancio nei tempi previsti», ha assicurato. I tempi contingentati, però, e le discussioni interne alla maggioranza, hanno fatto riapparire lo spettro dell’esercizio provvisorio a cui in Italia, dal 1948 a oggi, si è fatto ricorso per 33 volte. Cosa dice la CostituzioneL’esercizio provvisorio del bilancio — secondo l’articolo 81 della Costituzione — «non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi». Il contenuto della legge di Bilancio — ovvero le norme fondamentali e i criteri che devono assicurare l’equilibrio tra le entrate e le uscite e la sostenibilità del debito delle pubbliche amministrazioni — è stabilito con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera: se entro il 31 dicembre di ogni anno il Parlamento non ha approvato la manovra scatta quindi l’esercizio provvisorio. I vincoli per la spesa pubblicaUna volta scattato, l’esercizio provvisorio comporta vincoli stringenti per la spesa pubblica, che viene ammessa «per dodicesimi»: in pratica, ogni mese è utilizzabile soltanto un dodicesimo delle poste previste nei capitoli del progetto di bilancio e questa è una limitazione che vale sia in termini di competenza che in termini di pagamenti effettivi, ovvero di cassa. Sono escluse le uscite obbligatorie, come quelle per gli stipendi del pubblico impiego. La legge di autorizzazione che istituisce l’esercizio provvisorio, però, può stabilire anche vincoli più stringenti. I precedenti nella storia repubblicanaDal 1948 a oggi, in Italia si è fatto ricorso all’esercizio provvisorio per 33 volte. Per vent’anni — dal 1948 al 1968 — c’è sempre stato. Nel 1969 il governo Rumor è stato il primo a far approvare al Parlamento il Bilancio del 1970 nei tempi corretti. Nel 1978 fu introdotta la Legge Finanziaria, ma l’esercizio provvisorio restò ancora la regola fino all’83, anno in cui il governo Craxi riuscì ad approvare la manovra entro il 31 dicembre. In seguito l’esercizio provvisorio è stato usato solo nel 1986 per due mesi — era il governo Craxi — e nel 1988 per tre mesi dal governo Goria. I tempi contingentati del governoIl governo Meloni passa attraverso tempi strettissimi: l’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia è in carica da soli 60 giorni, dopo le elezioni a fine settembre e il giuramento del governo avvenuto quasi un mese dopo, il 22 ottobre. Non era mai accaduto nell’Italia repubblicana che si votasse in autunno per le Politiche. Il ddl di Bilancio è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 21 novembre ma poi ad allungare ulteriormente i tempi, ci sono state alcune incertezze della maggioranza nella conduzione dell’iter e sugli emendamenti a cui dare la priorità, con la Commissione Bilancio della Camera convocata dalla mattina di giovedì 15 dicembre per votare le proposte di modifica e i testi del governo che sono stati depositati soltanto nella serata di domenica 18 dicembre e lunedì 19. 21 dicembre 2022 (modifica il 21 dicembre 2022 | 10:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-21 09:27:00, L’esercizio provvisorio è una misura straordinaria prevista come eccezione dall’articolo 81 della Costituzione. Nell’Italia repubblicana se ne è fatto ricorso per 33 volte, l’ultima nel 1988, Redazione Politica