Il caro bollette sta mettendo in crisi il comparto del tessile di Prato. Un distretto che tra produzione di tessuti, filati e abbigliamento dà lavoro a oltre 42 mila addetti, con 2,5 miliardi di esportazioni. «La situazione è grave. L’aumento del costo del gas e dell’energia elettrica rischia di far chiudere molte imprese, soprattutto quelle più piccole, a conduzione familiare, che sono fondamentali per far funzionare l’intero sistema». A lanciare l’allarme è Marco Mantellassi, ceo di Manteco, azienda di famiglia fondata nel 1943, leader nei tessuti per abbigliamento in lana riciclata di alta gamma, che quest’anno ha visto aumentare il suo portafoglio ordini ben oltre la media del settore. «Se andiamo avanti così rischiamo di perdere pezzi importantissimi della filiera. Dalla lavorazione della materia prima fino alla rifinizione e alla tintoria, molte imprese sono in grande difficoltà perché non sono più in grado di sostenere i costi del caro energia. C’è chi sta valutando di ricorrere alla cassa integrazione, altri invece stanno pensando di prolungare le ferie o addirittura di chiudere», racconta Mantellassi. Il rischio, sottolinea il ceo di Manteco, è che il nostro Paese perda competitività rispetto ad altri come la Francia, che grazie al nucleare non ha i problemi di approvvigionamento dell’Italia, e la Turchia. È soprattutto la fascia media della produzione tessile pratese che rischia di essere toccata dalla concorrenza turca, a causa dei rincari. Il costo del gas è passato dai 24,57 euro al megawattora del 2021 agli oltre 190 di adesso, con un aumento del 673%. «Sono cifre insostenibili per un distretto come il nostro in cui gran parte delle aziende sono altamente energivore. Nonostante le difficoltà congiunturali, Manteco ha una previsione di crescita del 25% circa con ricavi sopra i 100 milioni. Ma un aumento dei costi energetici così forte, in così poco tempo, non permette di reagire», dice Mantellassi. La produzione di tessuti del distretto pratese, secondo i dati del Centro studi di Confindustria Toscana Nord, nel 2022 ha continuato a crescere, chiudendo il primo trimestre con un più 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Adesso però il caro bollette rischia di strozzare il settore. «In un periodo di reshoring, in cui l’Italia avrebbe la possibilità di giocarsi una carta importante per rilanciare il manifatturiero, dopo anni di difficoltà, questi aumenti dei costi di produzione rischiano di distruggere tutto — continua il ceo di Manteco —. Chiediamo al governo di sederci intorno a un tavolo per avviare degli interventi da subito, altrimenti molte aziende non riapriranno a settembre». Il distretto pratese è un modello sul fronte dell’economia circolare. «Si parla molto di sostenibilità ma, se non si interviene, rischiamo di perdere imprese che la applicano da sempre», evidenzia il ceo di Manteco, che per la gamma MWool ha inventato un sistema di produzione a scarto zero e chilometro zero, che garantisce totale riciclabilità. Si tratta della prima lana rigenerata al mondo analizzata tramite un Life Cycle Assessment certificato per calcolarne l’impatto ambientale.
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, 2022-08-05 19:15:00, L’ad Marco Mantellassi: l’incremento dei costi assedia il sistema artigianale, Valentina Iorio