“Da questa manovra, mancano una parola: “visione” e un verbo: “investire”; investire nella cultura, nell’università, nella scuola, dove la destra adotta la politica a cui ci ha abituato negli anni, quella del taglio”.
Inizia così una nota di Irene Manzi, capogruppo del Partito Democratico alla Camera.
“Infatti, il Governo ha trovato le risorse per lo “spalmadebiti” a favore delle società di calcio, su cui la posizione del Partito Democratico è sempre stata di netta opposizione e contrarietà, ma non investe sullo “0-6”, su settori chiave, tra l’altro, nella formazione e nella crescita delle generazioni più giovani, dove taglia le risorse per il Fondo per la buona scuola, dove adotta misure, come quelle del dimensionamento scolastico, che finiranno inevitabilmente per penalizzare le aree interne, le zone più in difficoltà del nostro Paese, e, tra l’altro, si dimentica, forse, di inserire nella manovra anche quelle risorse aggiuntive per il finanziamento del contratto dei docenti – parlo di 300 milioni di euro -, andando ad attingere, invece, alle risorse già stanziate dal Governo Draghi nella manovra precedente, destinate proprio al Fondo per la valorizzazione dei docenti, al merito, in questo caso”.
“Noi ci abbiamo provato davvero a dare una mano al governo, lo abbiamo incalzato giorno e notte, proponendo emendamenti che andavano nel senso degli investimenti su saperi e conoscenza, perché, al di là delle tante circolari ministeriali a cui abbiamo assistito in questi giorni, riteniamo che sia urgente e necessario aprire una grande riflessione intorno alla scuola, tutti insieme, intorno alla scuola che vogliamo costruire. Questa, purtroppo, non è una manovra per giovani, non è una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo lavorato per lunghe ore, mattina, sera e notte, nella Commissione bilancio, per provare ad investire su questo, purtroppo non ci siamo riusciti, non ci hanno ascoltato e con questa manovra non si fa un torto alle forze di opposizione, ma al Paese intero”.