Marattin: «Quel no è populismoÈ sfuggito di mano il metodo di lavoro»

Marattin: «Quel no è populismoÈ sfuggito di mano il metodo di lavoro»

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di Monica GuerzoniIl presidente della commissione Finanze: aumento delle tasse? Falsi slogan

«Spero che questo incidente, non di poco conto, si chiuda qui», commenta a caldo uno «stanchissimo» Luigi Marattin. Il presidente della commissione Finanze della Camera è sollevato per aver portato in salvo il governo sul catasto, ma anche preoccupato per lo stato della maggioranza.

A forza di strappi la corda si spezza?
«Possiamo andare avanti, ma dobbiamo aggiustare il metodo di lavoro. In questa vicenda ho visto grandi potenzialità nel rapporto tra partiti e Palazzo Chigi. Mi sono trovato benissimo discutendo del merito, però dobbiamo organizzarci meglio nella dialettica tra Parlamento e governo».

Draghi non dialoga?
«È folle descrivere Draghi rinchiuso in un fortino. È una leggenda, come è una leggenda che i parlamentari siano tutti usurpatori che vogliono fare da soli fregandosene del governo. Sciocchezze, ma serve un modo più ordinato di lavorare insieme».

Tocca al ministro per i Rapporti con il Parlamento?
«Con Federico D’Incà ho sempre lavorato bene, certo un miglioramento del metodo può aiutare tutti».

Quanto al merito?
«Il vero motivo della discordia è stato che il centrodestra voleva togliere ogni riferimento alla “fotografia” dei valori immobiliari, ma Chigi non era d’accordo. Il nodo doveva essere affrontato in una ordinata riunione di maggioranza, in modo chiaro e trasparente. Invece a un certo punto il metodo è un po’ scappato di mano».

La destra vi accusa di voler aumentare le tasse sulla casa. Che c’è di vero?
«Niente, non è possibile che si usino argomentazioni così false, non è sano un dibattito pubblico per slogan. All’articolo 6, comma 2 c’è scritto che questa mappatura del catasto non ha finalità fiscali. È macchiettistico far credere che nel 2026 possa arrivare un oscuro burocrate che preme un bottone e ti mette una tassa».

Perché la fate la mappatura, allora?
«Perché il Parlamento del 2026 quando dovrà decidere se fare una riforma del catasto avrà bisogno dei dati per capire chi ci guadagna e chi ci perde. Il punto grave è che la stagione del populismo che solletica la pancia del Paese con slogan falsi non è finita».

Ce l’ha con Salvini?
«Sicuro, ma purtroppo anche con Forza Italia. Adesso è cruciale riprendere a lavorare subito, abbiamo un sacco di cose da fare per un fisco più leggero e più semplice, senza populismo. Il resto della delega fiscale contiene cose importanti come Irap, Ires, Irpef, ben più decisive per famiglie e imprese che non una ricognizione statistica sugli immobili e non vorrei che fossero pregiudicate».

Come farete, con numeri così risicati?
«I numeri sono risicati, ma sono sempre stati questi. Per prassi il presidente non vota, ma se il governo fosse stato a rischio avrei votato».

La sottosegretaria Guerra ha esagerato nel dire in commissione che senza il via libera alla revisione del catasto il governo sarebbe andato a casa?
«No, Guerra ha parlato a nome del governo».

E se foste andati sotto, Draghi sarebbe salito al Quirinale?
«Andrebbe chiesto al presidente. Certo, l’affermazione della sottosegretaria è stata netta e l’ha fatta a nome di Chigi. Ergo, immagino che se l’emendamento soppressivo non fosse stato affossato, Draghi sarebbe salito al Colle».

3 marzo 2022 (modifica il 3 marzo 2022 | 23:09)
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, 2022-03-03 22:10:00, Il presidente della commissione Finanze: aumento delle tasse? Falsi slogan, Photo Credit: , Monica Guerzoni

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