Marco Mengoni, in 54mila a San Siro per la consacrazione definitiva

Marco Mengoni, in 54mila a San Siro per la consacrazione definitiva

Spread the love

di Andrea Laffranchi

L’ex vincitore di Sanremo debutta negli stadi: «un bel traguardo per me»

tra ambientazioni anni Settanta e l’entusiasmo dei fan

Marco Mengoni è uno che canta. E come canta… Ma è anche uno che parla. Ormai è quasi tradizione che un suo spettacolo, ma anche un’ospitata in tv (vedi l’ultimo Sanremo) non si risolva solo con un’esibizione musicale, ma abbia anche un momento recitato, monologo o simile. C’è anche in questo doppio appuntamento negli stadi, ieri sera a San Siro e il 22 all’Olimpico a Roma (54 mila persone e 35mila rispettivamente; in autunno arrivano i palazzetti). Arriva a metà dello show. «Se solo bastasse eliminare le parole per dimenticare il loro significato…». E via con un sequenza che va da terrore a sofferenza, da corruzione a idiota. «Dipende da chi dice una parola e da come la dice, ma quella che a me fa più male è indifferenza – raccontava dietro le quinte nel pomeriggio —. Anche razzismo però… Ho pensato alla parola, al come porsi all’altro, soprattutto dopo questi due anni. Ho cercato quelle parole che vorrei togliere dal vocabolario perché sono collegate a gesti e atti. L’idea è arrivata dopo aver visto un’intervista in cui Goran Bregovic diceva che nella sua lingua la parola tolleranza non esiste. Io conto non fino a 10 ma fino a 20 prima di parlare. Sui social invece c’è la tendenza a sparare proiettili verbali che arrivano alla sensibilità degli altri».

È la prima volta in uno stadio, in una carriera partita con «X Factor», dopo un momento a vuoto ripresa per il collo al Festival di Sanremo con «L’essenziale» e andata in crescendo. «Dopo 13 anni è un bel traguardo». Il concerto comincia al contrario. L’ingresso in scena su «Come cambia un uomo» avviene attraversando la platea. «L’intro mi porta dalla parte del pubblico. Per una volta ho voluto vedere il palco nel modo in cui lo vedono loro», raccontava. Atmosfera soul, completo blue elettrico su petto nudo, Mengoni sta sulla passerella quasi per ambientarsi. La scenografia è racchiusa da un enorme arco e la band è disposta a semicerchio su delle gradinate. Mengoni ci arriva al terzo brano con «No stress», l’ultimo singolo. «Ho disegnato il palco pensando all’ambientazione di un tv show degli anni Settanta o di un live club di quell’epoca che ha ispirato le sonorità del mio ultimo album “Materia (Terra)”», raccontava. Si cambia ritmo e si balla, canotta in rete metallica e ritmo per «Mohammed Alì», la cover di «Psycho Killer» dei Talking Heads (la fece a «X Factor»).

Momento autoironia. Sui megaschermi Marco si trasforma in Jean e Jane, due presentatori vintage con tanto di sigletta d’epoca che introducono la band: lui con completo giallo e camicia rosa fluo dal collo improbabile, la versione drag ha un abito trash a metà fra uccello e sirena. Se questo, oltre che le atmosfere musicali, è il richiamo al passato, l’idea che porta al contemporaneo sono i visual. A studiare lo show sono i creativi di Black Skull Studio, gente che pensa gli spettacoli di Dua Lipa, Elton John e altri. Si sente il passo internazionale. Al rientro in scena, cambio abito total white, «Luce» punta sull’emozione. Su «L’essenziale», anche qui l’arrangiamento va verso il black, è chiaro dallo sguardo e dal sorriso quanto se la sta godendo. Il monologo arriva qui. Ancora un cambio abito, canotta e pantaloni in pelle, e Marco canta immerso in un cubo trasparente (le cui facce più avanti diventano schermi): ecco l’effetto wow. La voce di Marco è lì. Si rompe solo quando l’emozione gli gonfia gli occhi sui ringraziamenti al pubblico prima di «Guerriero». Nei bis riprende il controllo e l’augurio finale è «Buona vita».

19 giugno 2022 (modifica il 19 giugno 2022 | 23:33)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-06-19 21:34:00, L’ex vincitore di Sanremo debutta negli stadi: «un bel traguardo per me»  tra ambientazioni anni Settanta e l’entusiasmo dei fan , Andrea Laffranchi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.