lavoro
di Andrea Rinaldi27 gen 2023
Busta paga pi ricca per le tute blu di Marelli. Non senza polemiche. I dipendenti dell’azienda di componentistica auto ceduta da Stellantis al fondo Usa Kkr riceveranno a febbraio un bonus medio, relativo al 2022, di 1.810 euro lordi; il premio frutto della vecchia intesa stipulata nel marzo 2019 da Fim, Uil, Ugl, Fismic e Aqcfr con l’ex Fiat. La Fiom, che non firm l’accordo, ribadisce ora la necessit di garantire il premio a tutti. Marelli infatti ha disdettato il contratto specifico di lavoro (Ccsl) e quest’anno torner al contratto collettivo nazionale, quello ratificano con Federmeccanica. Adottato nel 2012, ma voluto fortissimamente gi nel 2010 dall’ex ad Sergio Marchionne per dare corpo ad un contratto di settore, quello auto, il Ccsl port l’allora Fca a fuoriuscire da Confindustria e a tagliare fuori per lungo tempo la i metalmeccanici della Cgil.
Premio pi alto
I 1.810 euro erogati – spiegano i sindacati – saranno soggetti alla tassazione di favore del 5% prevista per i premi variabili e quindi, su base volontaria individuale, potr essere percepita in tutto o in parte sotto forma di welfare aziendale, purch l’opzione sia indicata entro il 10 febbraio. In questo caso l’azienda aggiunger un valore pari al 10%. La direzione aziendale, in risposta ad una richiesta sindacale, ha inoltre detto che valuter eventuali casi di stabilimenti che per la cassa integrazione presentino particolari criticit in ordine alla maturazione dei ratei. Il premio per altro salito rispetto ai 1.600 euro dell’anno scorso perch agganciato all’aumento della paga base stabilito nel contratto e perch i lavoratori sono riusciti a effettuare pi recuperi di efficienza negli impianti, spiega il segretario nazionale Uilm, Gianluca Ficco.
Il passaggio e la Fiom
In prospettiva si pone il problema del passaggio dal Ccsl ex Fiat a quello nazionale – aggiunge Ficco -, abbiamo gi fatto un sorta di preliminare di intesa sull’armonizzazione che prevede, con il passaggio, che i vecchi scatti di anzianit – maggiori – siano preservati nel nuovo contratto. Alle parole della Uilm, fanno eco quelle di Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom nazionale: A incidere negativamente sugli importi che effettivamente saranno erogati ai lavoratori potrebbero essere le fermate produttive dovute dalla mancanza delle forniture e il ricorso agli ammortizzatori sociali. Sar necessario quindi aprire un confronto per individuare soluzioni per riconoscere importi dignitosi a tutti i lavoratori del gruppo.
I problemi dopo la cessione e il debito
Il negoziato in corso per il passaggio al Ccnl Metalmeccanici – prosegue Marinelli – dovr individuare un nuovo sistema premiante che riconosca realmente l’impegno profuso dalle lavoratrici e dai lavoratori senza meccanismi di penalizzazione. I sindacati sono preoccupati inoltre per l’andamento produttivo di Marelli, in particolare per le commesse nei confronti della galassia Stellantis e quindi chiederemo maggiori delucidazioni sulle prospettive industriali e commerciali. A impattare Marelli stata soprattutto la carenza di microchip. Marelli in Italia conta 11 stabilimenti e circa 7.500 dipendenti. Dopo il suo passaggio dall’allora Fca a Calsonic Kansey (posseduta da Kkr) per oltre 5 miliardi, sono arrivati i problemi: la scoperta di un passivo di 8,67 miliardi di dollari che l’ha condotta a chiedere in Giappone – sede di Calsonic – l’avvio di una pratica di risoluzione volontaria del debito. Da l in poi cassa integrazione a singhiozzo tra Tolmezzo, Bari, Melfi e Sulmona e 550 esuberi tra gli impiegati, criticit poi gestita con esodi volontari e scivoli.
Iscriviti alle newsletter di L’Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di James Fontanella-Khan
L’Italia e l’Europa viste dall’America
E non dimenticare le newsletter
L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18
© RIPRODUZIONE RISERVATA