Marie Kondo ha un un po rinunciato allordine (ma noi ci eravamo già arrivati)

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In occasione del lancio del suo terzo libro, Kurashi, la guru del riordino ha rivisto le sue priorit: Adesso mi sono resa conto che quello che pi importante per me godere del tempo che passo a casa con i miei figli

I pi svegli se n’erano accorti subito: quando nel suo bestseller planetario Il magico potere del riordino raccomandava di piegare i calzini, e non inserirli uno dentro l’altro, per non creare loro troppo stress. O di ringraziare con un piccolo inchino, per il loro servizio, ogni singolo oggetto o capo che stavamo per buttare.

Lo avremmo fatto fuori con un unico insindacabile criterio: non sprizzava gioia (e nella nota aria del Rigoletto ben riassunta la stabilit e la costanza di simili stati d’animo, mobili qual piuma al vento soprattutto in una met della popolazione).

Altri ci sono arrivati alla pagina in cui raccomandava di non tenere in casa pi di trenta libri (per mensola? per metro lineare? No no: per famiglia. Ma come? E la parola giapponese tsundoku, che indica la meravigliosa pila dei libri mai letti?).

C’ chi ha visto la luce una settimana dopo avere riordinato, sentendosi un ospite sgradito in casa propria ogni volta che non era ligio al metodo. Infine tutti, o quasi, hanno capito la verit quando l’anonima giacca nera che non sprizzava gioia ed era quindi stata data alla Caritas sarebbe proprio servita per quel colloquio, dove pi che sprizzare gioia era necessario sembrare affidabile; e ne avevano dovuta ricomprare un’altra (pure rincarata, per l’inflazione).

Alla fine lo ha ammesso lei stessa: il metodo Marie Kondo, o metodo Konmari, impraticabile.

L’abiura della guru del riordino, 39 anni, si svolta domenica mentre presentava ai giornalisti la sua terza opera, Kurashi. Kurashi sta per stile di vita e il consiglio che d, grossomodo, di crearsene uno che contenga abitudini piacevoli.

Tra queste non c’ (pi) riordinare. Ho un po’ rinunciato, dice, a mettere a posto la casa, dopo la nascita del terzo figlio. Adesso mi sono resa conto che quello che pi importante per me godere del tempo che passo a casa con i miei figli, dice, il modo migliore per me in questo momento e in questa fase.

Finito il decennio del decluttering, inizia, cos il New York Times in un commento di fine 2022, quello del recluttering: il lockdown che ci ha chiusi nelle case ci ha indotti anche ad attrezzarle il pi possibile (s, anche con pi di trenta libri!), la crisi dei prezzi ci rende pi parchi nel buttare.

Ma soprattutto, la scoperta sconvolgente che Rob Walker, l’autore del pezzo ed esperto di design, registra, che molti oggetti che teniamo solo perch ci ricordano qualcosa sono, a tutti gli effetti, propaggini concrete della nostra stessa identit.

Non per niente su TikTok e Instagram, e persino sulle bacheche di Pinterest, si fa largo l’hashtag #cluttercore, 80 milioni di visualizzazioni solo su TikTok: intraducibile, vale pi o meno passione per la paccottiglia. Interni strapieni, pareti decorate in ogni centimetro, pile di libri, vasetti, maglioni, tutto in vista come un promemoria continuo delle nostre tante necessit e dei nostri molti sentimenti, tra cui c’ anche, naturalmente, la nostalgia. Anche per la nonna, che non buttava niente.

31 gennaio 2023 (modifica il 31 gennaio 2023 | 12:12)

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