Marlene Engelhorn, chi è l’ereditiera della Basf che rinuncia a oltre 4 miliardi di euro

Marlene Engelhorn, chi è l’ereditiera della Basf che rinuncia a oltre 4 miliardi di euro

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La giovane è tra gli eredi della multinazionale tedesca Basf: ha annunciato che rinuncerà al 90% dei milioni a cui ammonta il lascito quando la nonna Traudl Engelhorn-Vecchiatto non ci sarà più e distribuirà il denaro per iniziative sociali

Può sembrare strano, ma non è facile essere gli eredi di una fortuna che deriva dalla lunga storia della Basf, la multinazionale tedesca che è il maggiore gruppo chimico del mondo. Le ragioni per rifiutarla tutta, l’eredità, o in parte possono essere le più diverse.

Marlene Engelhorn non ha ancora trent’anni ma ha già fatto sapere che rinuncerà al 90% dei milioni a cui ammonta la sua parte di lascito quando la nonna, Traudl Engelhorn-Vechiatto, 94 anni, non ci sarà più. Li distribuirà per iniziative sociali.

La sua decisione ha sollevato una curiosità globale, decine e decine di articoli di giornale, interviste in televisione, social network affollati di commenti. Il suo motivo per rifiutare gran parte del denaro è che Engelhorn ritiene che le eredità debbano essere tassate: probabilmente – ma questo non lo ha precisato – al 90%.

Due anni fa, la nonna Traudl ha rivelato alla famiglia il suo testamento. Molta ricchezza da distribuire: secondo la rivista Forbes, che fa i conti in tasca a tutti i molto ricchi, si tratta di un valore di 4,2 miliardi di dollari, cifra che mette la donna al posto 687 nella classifica delle persone più facoltose del pianeta. Quando ha saputo che la sua parte sarebbe stata una quota significativa del lascito, nell’ordine delle decine di milioni, Marlene, che vive a Vienna, ha fatto sapere di non essere stata felice, anzi era «turbata». Ha quindi deciso che, quando ne entrerà in possesso, se ne libererà. «Non ho fatto nulla per ricevere questa eredità: pura fortuna, casualità della nascita». Il denaro, dice, «in sé stesso probabilmente fa felice poca gente».

La scelta personale è, naturalmente, tutta sua e molto apprezzabile dal punto di vista morale. «Che vantaggio ho a essere super-ricca, una ricchezza tutta per me? A quel punto sono sola», ha molto più senso condividere con la società, sostiene. La scelta diventa però un fatto pubblico perché Marlene Engelhorn fa parte di un’associazione internazionale di ricchi, Millionaires for Humanity, che chiedono ai governi di tassare le eredità e più in generale di tassare maggiormente rispetto a ora le grandi fortune.

È inoltre una delle fondatrici del movimento Tax Me Now , un gruppo di persone che si definiscono «milionari patriottici» e chiedono più tasse sulla ricchezza. Al Forum di Davos, lo scorso maggio, Engelhorn era con i manifestanti e portava un cartello con la scritta «In Tax We Trust», crediamo nelle tasse (richiama il motto degli Stati Uniti che però preferisce la parola Dio a tasse). Il suo gesto, dunque, ha anche una valenza politica. Quando, in una delle tante interviste che ha rilasciato di recente, le è stato chiesto se conosce la storia della sua eredità, se sa da dove viene il denaro, ha risposto così: «Non conosco l’esatta storia e l’origine della fortuna, nemmeno quanto lavoro abbia richiesto. Quello che posso dire è che non è lavoro mio. Mi turba il fatto che tutte le maggiori fortune siano completamente opache». Tutte, probabilmente no, quella creata dalla Basf, in effetti, qualche problema in passato l’ha avuto.

Il gruppo di Ludwigshafen fu fondato da Friedrich Engelhorn nel 1865 e fu uno dei grandi esempi di capacità scientifica e imprenditoriale tedesca, anche di determinazione che non guarda in faccia nessuno. Nel 1925, anni di monopoli, Basf si fonde con altre società del settore e forma la Ig Farben. Quest’ultima diventerà famosa per avere costruito l’impianto di Auschwitz nel quale si produceva lo Zyklon-B, usato nelle camere a gas (dopo la guerra, nel 1952, Basf fu rifondata con il nome originario). Probabilmente, questa parte della storia, Marlene la conosce. E probabilmente ha segnato la vita di un po’ tutta la famiglia nel dopoguerra. La nonna Traudl, per esempio, è una grande filantropa e la sua fondazione finanzia numerose iniziative di ricerca in campo medico. Curiosamente, ha anche salvato dalla chiusura una ricerca della Max Plank Gesellschaft che studia i sistemi legali islamici che governano la famiglia e le eredità. L’eredità torna sempre, per gli Engelhorn: quella del denaro e quella della storia. Non è strano che Marlene voglia liberarsene.

8 agosto 2022 (modifica il 8 agosto 2022 | 15:21)

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, 2022-08-08 13:40:00, La giovane è tra gli eredi della multinazionale tedesca Basf: ha annunciato che rinuncerà al 90% dei milioni a cui ammonta il lascito quando la nonna Traudl Engelhorn-Vecchiatto non ci sarà più e distribuirà il denaro per iniziative sociali, Danilo Taino

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