di Elvira Serra
La sfida della 20enne padovana, finalista del concorso «MissVeniceBeach» di Jesolo. «Un’amica mi disse; se ti vesti in un certo modo te la cerchi, ma io indossavo pantaloni e giacca chiusa»
Quando è arrivato il momento di sfilare in passerella «travestendosi» dal proprio idolo, Martina Evatore, 20 anni di Padova, ha indossato una giacca mimetica, una maglietta nera, un paio di pantaloni larghi e le scarpe da tennis bianche. Ha scelto come idolo sé stessa, mentre le altre compagne si erano già vestite da Rondo, da Megan Fox, da Taylor Mega. Eppure è proprio così che sabato a Jesolo in piazza Milano ha convinto i giurati di «MissVeniceBeach», ideato dodici anni fa da Elisa Bagordo (vecchia conoscenza di Miss Italia), a mandarla alla finale di settembre del concorso organizzato in collaborazione con il quotidiano il Gazzettino. Martina, con quegli abiti, voleva dire una cosa precisa: «Non conta come ti vesti, non sei mai tu che te la sei andata a cercare. Se ti molestano, il problema è di chi ti guarda».
Martina, perché quei pantaloni con la giacca mimetica?
«Perché sono gli stessi che indossavo il 29 luglio 2019, a mezzanotte e cinque, quando sono stata aggredita da un uomo».
Dove è successo?
«A Padova, vivo nel quartiere Sacro Cuore, una zona tranquilla se non fosse per il sottopasso che porta alla stazione. Comunque quella sera stavo raggiungendo i miei amici per una festa di compleanno. Ho visto che un uomo mi stava guardando, però l’ho evitato. Poi, quando stavo per arrivare, me lo sono trovato dietro».
Come è andata?
«Mi ha spinta contro un cancello. Ho realizzato che se stavo ferma sarei stata ancora di più in pericolo, mio padre mi ha insegnato a difendermi sempre. Così ho tirato pugni e calci mentre lui tentava di infilare le mani sotto la giacca, che era chiusa. Per fortuna delle auto si sono fermate per chiedere se fosse tutto a posto e l’uomo è scappato. Quando sono arrivata a casa dei miei amici ero molto scossa, loro hanno provato a cercarlo con i motorini, ma si era dileguato».
Quando ha fatto la denuncia?
«Il giorno dopo, con mia madre. Ho fatto l’identikit, il mio aggressore avrà avuto 35-40 anni. Non ne ho saputo più niente…».
Perché sabato ha deciso di indossare quegli stessi indumenti?
«Per dire a voce alta che non esiste un abbigliamento che incoraggia le molestie. Puoi indossare la minigonna o i pantaloni, come nel mio caso: la differenza la fa la mente dell’aggressore, è lui che ha dei problemi, non chi si veste in un modo piuttosto che in un altro».
Li capita mai che le dicano di cambiare l’abbigliamento per evitare problemi?
«Mi è successo proprio da pochissimo, è stata un’amica che peraltro mi vuole molto bene a suggerirmi di coprirmi un po’ di più altrimenti, ha detto, me la cercavo».
È un’amica vera?
«Sì, certo, lo diceva per il mio bene, è stata molto affettuosa in realtà. Indossavo un abito un po’ attillato e scollato e mi ha proposto di metterci sopra una maglietta almeno finché non arrivavo in centro. Vicino a casa tante volte i ragazzi ci fischiano dietro quando camminiamo. Ma credo che non sia colpa dell’abbigliamento, è un problema loro. Mi ha infastidito anche leggere la sentenza sulla ragazza che aveva lasciato la porta aperta nel bagno: non esistono gesti o abiti incoraggianti, esistono solo uomini che si sentono autorizzati a molestarti senza motivo, perché si fanno i film nella loro testa».
Da grande che cosa vuole fare?
«So che può sembrare banale, ma vorrei davvero salvare il mondo, come dicono le Miss sul palco».
Il mondo si può salvare in molti modi, partendo da gesti piccoli: qual è il suo?
«Studio biochimica all’istituto tecnico. Devo fare l’ultimo anno, ne ho persi due per dei problemi di salute. Dopo vorrei fare Biologia marina o Veterinaria e occuparmi degli animali».
È fidanzata?
«Sì, con Jurij. Mi è stato molto vicino in questo. Sabato c’era anche lui alla finale. Partecipare al concorso mi ha dato sicurezza. Ero molto in ansia, e invece è andato tutto bene!».
11 luglio 2022 (modifica il 11 luglio 2022 | 13:30)
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, 2022-07-11 11:53:00, La sfida della 20enne padovana, finalista del concorso «MissVeniceBeach» di Jesolo. «Un’amica mi disse; se ti vesti in un certo modo te la cerchi, ma io indossavo pantaloni e giacca chiusa», Elvira Serra