Mary McCartney, omaggio  ai leggendari Abbey Road

Mary McCartney, omaggio ai leggendari Abbey Road

Spread the love

di Paola De Carolis

La figlia di Sir Paul debutta come regista con un documentario, If these walls could sing (Se questi muri potessero cantare, su Disney+ dal 6 gennaio)

LONDRA Il muro accanto al cancello sempre pieno di autografi. Viene ridipinto regolarmente ma nel giro di pochi giorni gi ricoperto di dediche e firme. Le strisce pedonali attirano un fiume costante di appassionati pronti a ricreare la foto della copertina dell’album: Abbey Road, un nome che evoca un capitolo di storia ora ripercorso da Mary McCartney con un documentario, If these walls could sing (Se questi muri potessero cantare, su Disney+ dal 6 gennaio) che segna il suo debutto alla regia.

La figlia di Sir Paul torna all’epoca di un’infanzia spensierata durante la quale nei celebri studios di Londra, al seguito di mamma e pap, si port anche un pony, Jet, che attese in giardino la fine delle incisioni. La piccola Mary non poteva capire allora l’importanza dell’edificio bianco dall’aspetto relativamente anonimo che tuttora rappresenta il sogno, la meta, il momento dell’affermazione.

Da qualche parte c’ un bambino che sogna di incidere un disco qui, racconta Noel Gallagher anche se ai tempi degli Oasis lui e il fratello Liam vennero buttati fuori: troppo indisciplinati. Non avevano realizzato l’importanza del tempio, un luogo che per i musicisti ha un’anima, una sua magia che sa ispirare e aiutare, come dice Kate Bush: La paura era che anche solo una mano di vernice potesse alterare il suono.

Ho ben impresso l’odore di Abbey Road, era l’odore della paura: cosa succede e se sbaglio?, ricorda Elton John che come Jimmy Page mosse i primi passi presso gli studios inaugurati nel 1931 da Sir Edward Elgar. Il compositore vi diresse la London Symphony Orchestra in Land of Hope and Glory. Da allora agli stessi microfoni si sono esibiti miti e leggende: Aretha Franklin, Shirley Bassey, i Radiohead, Ed Sheeran, Kylie Minogue, Adele, Amy Winehouse e chiaramente i Beatles, che vi incisero la stragrande maggioranza delle loro canzoni. E l che nacquero opere rimaste storiche, come le incisioni della violoncellista britannica Jacqueline Du Pr, le colonne sonore di tanti celebri film e album come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. Grazie a Mary McCartney si avverato un piccolo miracolo: David Gilmour e Roger Waters, che da anni non si parlano, hanno preso parte allo stesso progetto (anche se separatamente).

30 dicembre 2022 (modifica il 30 dicembre 2022 | 18:55)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.