di Gregorio Spigno
Il difensore non convocato per la trasferta al San Nicola dopo le minacce ricevute dai tifosi del Bari, che non dimenticano l’autogol nel derby con il Lecce del 2011, episodio poi chiave nel caso calcioscommesse
«Tu a Bari non devi tornare». E il Sudtirol, per evitare preventivamente qualsiasi tipo di problema di ordine pubblico, ha preso alla lettera le minacce dei tifosi baresi rivolte al difensore Andrea Masiello . Il motivo è ben preciso, ma bisogna rinfrescarsi la memoria tornando addirittura a oltre undici anni fa. Era il 15 maggio del 2011, al San Nicola di Bari era in programma il derby pugliese tra i padroni di casa e il Lecce. Il Bari era già retrocesso, il Lecce doveva per forza vincere per continuare a sperare nella salvezza (che verrà poi raggiunta). Vinceranno i giallorossi, grazie ad un gol di Jeda in apertura di secondo tempo e a… Masiello. Che, però, giocava nel Bari: il difensore segnò nella propria porta un autogol clamoroso, rocambolesco, che quasi sembrava volontario.
E a pensar male, spesso ci si azzecca: poco dopo, infatti, Masiello finì al centro dell’inchiesta relativa al calcioscommesse. La giustizia sportiva gli inflisse una squalifica di 2 anni 5 mesi e 15 giorni. Poi il difensore tornò a giocare vestendo la maglia dell’Atalanta. «Quell’autogol lo feci per soldi — confesserà Masiello in una nota inviata al pm nel marzo del 2012, nonostante a più riprese avesse negato ogni accusa —, ho sfruttato un’occasione che mi si è posta davanti per poter cristallizzare definitivamente l’esito di sconfitta per il Bari».
Da quell’autorete Masiello avrebbe guadagnato circa 50 mila euro . Farsi autogol, appositamente, per di più in un derby: cose che un tifoso fatica a perdonare, al di là delle minacce (sempre sbagliate). Ecco perché Masiello non andrà a Bari.
10 novembre 2022 (modifica il 10 novembre 2022 | 16:01)
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, 2022-11-10 15:02:00, Il difensore non convocato per la trasferta al San Nicola dopo le minacce ricevute dai tifosi del Bari, che non dimenticano l’autogol nel derby con il Lecce del 2011, episodio poi chiave nel caso calcioscommesse, Gregorio Spigno