Un “massiccio attacco tramite un ransomware già in circolazione” è stato rilevato dal Computer security incident response team Italia dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
“I primi ad accorgersene sono stati i francesi, probabilmente per via dell’ampio numero di infezioni registrato sui sistemi di alcuni provider in Francia. Successivamente l’ondata di attacchi si è sposta su altri paesi tra cui l’Italia. In questo sono momento – spiega l’Acn – qualche migliaio i server compromessi in tutto il mondo, dai paesi europei come Francia – paese più colpito – Finlandia e Italia, fino al Nord America, in Canada e negli Stati Uniti”.
Per i tecnici dell’Agenzia, infatti, “con i feed a disposizione, abbiamo già censito diverse decine di sistemi nazionali verosimilmente compromessi e allertato numerosi soggetti i cui sistemi sono esposti ma non ancora compromessi. Tuttavia, rimangono ancora alcuni sistemi esposti, non compromessi, dei quali non è stato possibile risalire al soggetto proprietario. Questi sono chiamati immediatamente ad aggiornare i loro sistemi” conclude la nota.
Per Stefano Epifani, presidente della Fondazione Sostenibilità Digitale: “In Italia, al momento rete internet al 30%. Le conseguenze sono enormi, la speranza è che si possa risolvere entro domani mattina”
“L’attacco hacker avvenuto nella giornata di oggi in tutta Europa dimostra la necessità di investimenti per l’aumento della sicurezza cibernetica. Plaudiamo alla tempestività dell’Agenzia per la Cybersicurezza. Da sempre sosteniamo la necessità di maggiori livelli di sicurezza cibernetica, anche per i servizi essenziali che interessano i cittadini. Vanno migliorate le strategie aziendali delle partecipate pubbliche tramite specifiche figure interne. Viviamo un contesto di grande pericolosità sul web, una guerra cibernetica: dobbiamo dotarci di strumenti e normative adeguate”.
Così il Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Ricerca, il deputato responsabile Innovazione di FDI Federico Mollicone.
Attacco hacker in Italia, cosa succede
Il ransomware è un tipo di malware che cifra i file sul computer della vittima rendendoli inutilizzabili senza una chiave di decifrazione fornita dagli hacker a pagamento di un riscatto. Questo può essere di diverse centinaia di euro per privati o molto alto per grandi organizzazioni. Il ransomware viene diffuso tramite siti web malevoli, email con allegati apparentemente innocui che, una volta aperti, danno accesso al malware che cifra i file.
Allo stato attuale, non ci sono conferme di un legame tra l’allarme dell’Acn e i problemi di Tim, con un #TimDown segnalato fin dalla mattina e moltissimi disagi segnalati da varie zone d’Italia. È stata la stessa Polizia Postale, nel primo pomeriggio, a escludere che il guasto alla rete Tim sia dovuto a un attacco hacker.
Disservizi per il registro elettronico
Per quanto riguarda il fronte scolastico, invece, così come ci segnalano i nostri lettori su Facebook, risultano disservizi su alcuni provider di registri elettronici, nulla da segnalare, invece, sul fronte dei cloud.
[NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO]