Ambrosini racconta la malattia del figlio: Vive con un sensore sul braccio e un ago conficcato

Ambrosini racconta la malattia del figlio: Vive con un sensore sul braccio e un ago conficcato

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di Monica Colombo

Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan, in un’intervista al Corriere parla del diabete di tipo 1, la malattia di suo figlio Alessandro: Io sono stato pi forte ad affrontare il trauma la prima settimana, mia moglie Paola stata pi brava nei mesi successivi

Ce ne siamo accorti a settembre dello scorso anno. I sintomi anomali che ci indussero a portare Alessandro a sottoporsi alle analisi del sangue furono una produzione eccessiva di urina, un aumento dell’appetito e un improvviso dimagrimento. I valori eccezionali della glicemia in un attimo ci hanno consegnato la diagnosi. Massimo Ambrosini, centrocampista del Milan negli anni d’oro di Ancelotti e ora acuto commentatore del campionato e della Champions per Dazn e Prime, racconta il calvario che la sua famiglia da sei mesi sta affrontando. Le nostre vite sono state letteralmente sconvolte dopo che ad Ale, che ha due anni e mezzo, stato diagnosticato il diabete di tipo 1 , una malattia inguaribile, autoimmune, cronica e degenerativa.

Un responso che toglie il fiato, sovverte la quotidianit e costringe l’intero nucleo familiare a nuove abitudini. Io sono stato pi forte ad affrontare il trauma la prima settimana, mia moglie Paola stata pi brava di me nei mesi successivi. Prendere coscienza della malattia di un figlio e accettarla sono esercizi tutt’altro che scontati.

I dieci giorni che Massimo non dimenticher mai sono stati vissuti nei corridoi e nelle stanze dell’ospedale San Raffaele. Quando siamo entrati per il ricovero di Ale sapevamo poco del diabete di tipo 1. In pratica chi soffre di tale patologia non essendo in grado di produrre internamente insulina ha la necessit di assumerla dall’esterno. La tecnologia ora consente strade differenti dalle iniezioni. Le soluzioni alternative non sono per meno invasive, considerando soprattutto l’et del giovane paziente. Mio figlio in questo momento ha un sensore sul braccio che serve a tenere sempre monitorato il livello di glicemia. Per ha anche e soprattutto un microinfusore, vale a dire un dispositivo che contiene dell’insulina che attraverso un cateterino e un ago viene erogata nel corpo. In pratica vive con un ago conficcato nel sedere. Ambrosini, abituato in carriera a fare a sportellate a centrocampo ora ha un diverso avversario su cui andare in tackle. L’obiettivo tenere sempre in equilibrio i valori della glicemia di Ale. Ora troppo piccolo per sentirsi “diverso” dagli altri bambini, fra qualche anno di certo inizier a chiedersi perch lui ha addosso marchingegni che altri non hanno. Massimo commosso perch, dopo il post su Instagram in cui ha svelato la malattia del suo terzogenito, i social hanno mostrato il lato migliore di s. Io e Paola siamo stati sommersi da testimonianze di affetto. Vogliamo ringraziare tutti, specificando che lo stesso sostegno va condiviso con chi ha meno voce di noi per farsi ascoltare.

L’ex centrocampista ha rotto il riserbo sulla vicenda mosso dalla motivazione di sensibilizzare l’opinione pubblica. Poich la malattia al momento, pur essendo pi gestibile, resta incurabile l’unica speranza passa attraverso la ricerca. In autunno collaborer con uno staff di persone all’organizzazione di una serata di beneficenza il cui ricavato andr a favore del San Raffaele, un istituto che in questo campo un’eccellenza. Il progetto si chiama “Beta is better”, ed uno studio a cui lavora il professor Piemonti che mira a una cura basata sulle cellule staminali. Prossimamente invece correr alla Milano Marathon per sostenere la Fondazione Italiana Diabete. Nei dieci giorni in ospedale abbiamo incontrato persone speciali che ci hanno aiutato a tirare fuori da noi stessi riserve di coraggio che non pensavamo di avere. E poi abbiamo conosciuto famiglie a cui sono state negate le speranze che abbiamo noi.

Per chi si tatuato il titolo della canzone di Bruce Springsteen Born to run sul braccio, arrendersi non una possibilit. Non devo perdere lucidit per gestire gli aspetti pratici. La sa una cosa buffa? Quando si diagnostica la malattia di un bambino, il momento in cui si scopre la patologia viene definito esordio. Quasi una beffa, considerando l’assonanza calcistica.

4 marzo 2023 (modifica il 4 marzo 2023 | 10:13)

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