Massimo Bossetti e i punti in comunecon il caso di Olindo e Rosa. Servono prove decisive

Massimo Bossetti e i punti in comunecon il caso di Olindo e Rosa. Servono prove decisive

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di Giuliana Ubbiali

Anche per la strage di Erba la Cassazione neg nuovi accertamenti genetici

La condanna all’ergastolo irrevocabile, la richiesta di altri esami sui campioni biologici e sui reperti confiscati, con l’obiettivo di scovare nuove prove per chiedere la revisione del processo. Non sono esattamente sovrapponibili, ma i casi di Massimo Bossetti da un lato, e di Rosa Bazzi e Olindo Romano dall’altro, hanno dei punti in comune. La strage di Erba stata citata dal pm Letizia Ruggeri all’udienza del 21 novembre 2022 in cui in Corte d’Assise si discuteva dell’istanza (respinta) degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini di accedere ai reperti e ai Dna residui dell’indagine sull’omicidio di Yara Gambirasio. Dopo il no, i legali si sono rivolti alla Cassazione. Come nel 2020 i difensori di Rosa e Olindo, marito e moglie condannati in via definitiva il 3 maggio 2011 per il massacro dell’11 dicembre 2006 in cui morirono mamma, bimbo, madre di lei e vicina di casa. Gli avvocati cercavano nuovi profili genetici in reperti mai analizzati e in quelli meritevoli di nuove indagini.

La Cassazione ha condiviso la decisione dell’Assise di Como, di respingere la richiesta difensiva. Nel caso di Erba il Dna — fondamentale per la condanna di Bossetti — ha un valore relativo rispetto alla super testimonianza dell’unico superstite, Mario Frigerio, morto poi di malattia nel 2014. Ma, ritenendo legittimi gli argomenti dei colleghi di primo grado, i giudici supremi hanno posto alcuni principi. Cio che l’autorizzazione a svolgere attivit investigativa finalizzata a una richiesta di revisione deve essere negata in presenza di istanze meramente esplorative ovvero mirate ad accertamenti che appaiano, all’evidenza, superflui o inidonei a determinare modificazioni sostanziali del quadro probatorio. Questo un principio che impone alla parte di dedurre la decisivit dello specifico atto di indagine difensiva richiesto e di indicare l’utilit che si mira a conseguire.

Nel caso di Erba, l’Assise ritenne che l’impianto probatorio che aveva condotto alla condanna irrevocabile non sarebbe stato distrutto dalla accertata presenza di tracce biologiche di soggetti diversi rispetto a coloro che frequentavano o avevano avuto accesso all’abitazione. Nel caso di Yara, la domanda : analizzare i reperti e i campioni di Dna rimasti che cosa potrebbe dire di diverso dalle plurime analisi che hanno confermato il Dna di Ignoto 1, sovrapponibile a quello di Bossetti, sugli slip e sui leggings della bambina? Ragionando per ipotesi, potrebbe uscire di nuovo lui; e se uscisse una seconda persona, questo potrebbe mai annullare gli esiti riconosciuti da tre gradi di giudizio? Evidentemente dai tentativi, gli avvocati percorrono la strada. Non riesco a capire che incidenza possano avere le 54 provette che contengono residui di Dna gi ampiamente analizzati, ha detto qualche giorno fa il procuratore Antonio Chiappani, ricordando le tre sentenze che hanno confermato l’ergastolo.

Le 54 provette sono anche il motivo per cui verr indagato il pm Ruggeri, a Venezia, sede che si occupa dei magistrati. Sono una parte dei campioni confiscati nel 2020, quelli che erano all’Istituto San Raffaele di Milano dal 2013. Quando si cercava di dare un nome a Ignoto 1, si tent la strada della ricostruzione del genoma, per individuare caratteristiche o malattie dell’assassino. Non fu possibile. Parlando di alcuni campioni, al processo il professor Giorgio Casari disse: Il Dna umano che abbiamo ritrovato in totale il 3%, diviso pi o meno al 50% tra Dna umano e Dna murino (di topi, ndr). Tutto il resto era Dna batterico e di muffe. Gli avvocati di Bossetti ritengono che, nel passaggio dal San Raffaele all’ufficio Corpi di reato, il contenuto di quelle provette si sia deteriorato. E questo comprometterebbe la possibilit di nuove analisi, qualora un giudice le autorizzasse con la revisione per cui, per, servono nuove prove. A loro avviso, la responsabilit del pm per cui il gip di Venezia ha mandato gli atti alla procura, per indagarla per frode processuale e depistaggio. Reati che si compiono al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale. Indagine e processo che qui sono chiusi da anni.

3 gennaio 2023 (modifica il 3 gennaio 2023 | 09:16)

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