Massimo Ranieri: «La caduta dal palco? Mi sono rotto quattro costole e sono stato fermo cinquanta giorni e non riuscivo a dormire»

Massimo Ranieri: «La caduta dal palco? Mi sono rotto quattro costole e sono stato fermo cinquanta giorni e non riuscivo a dormire»

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di Barbara Visentin

Venerdì 18 novembre esce «Tutti i sogni ancora in volo»: 12 inediti firmati per lui da tanti autori importanti

«Ancora mi diverto e non mi annoio mai», dice Massimo Ranieri nel presentare il suo nuovo disco «Tutti i sogni ancora in volo», in uscita venerdì 18 novembre. Di sogni ha «i cassetti stracolmi — racconta —, ogni tanto qualcuno fa capolino e lo tiro fuori». Per quest’anno, dopo il premio della critica a Sanremo con «Lettera al di là dal mare» (canzone sui migranti «tragicamente attuale e temo ancora di più in futuro») è arrivato l’album, un ritorno agli inediti «dopo 25 anni che stavo nella mia placenta con Mauro Pagani a lavorare sulla canzone napoletana»: 12 brani scritti da tanti autori importanti, tra Ivano Fossati, Giuliano Sangiorgi, Pacifico e una poesia di Bruno Lauzi, prodotti da Gino Vannelli. Tre, fra cui «Asini» — satira del presente fatto di selfie e apparenza, «attacco sociale molto forte»—, sono di Carlo e Niccolò Verrienti «due autori super intelligenti, ironici e profondi».

Dopo il disco arriverà un nuovo spettacolo nei teatri, al via il 25 novembre da Lecce, la fiction «La voce che hai dentro» in cui Ranieri interpreta un musicista napoletano che, dopo 10 anni di carcere, fa da pigmalione a giovani rapper, e poi, per non farsi mancare nulla, Ranieri sta valutando la proposta di un programma televisivo in Rai: «C’è una mezza idea, credo che prima di Natale avrò un incontro con Bibi Ballandi, perché sarà lui il produttore, vediamo che idee hanno loro e che idee posso proporre io».

Instancabile e pieno di entusiasmo, l’artista partenopeo si è fermato solo quando è stato costretto, con la caduta dal palco dello scorso 6 maggio, costatagli «quattro costole rotte, oltre a un polso e l’omero»: «A volte arrivano dei segnali nella vita, tipo questo. Lui da lassù sicuramente mi ha detto “non ti vuoi fermare capatosta? Mo’ ti fermo io”. Ero arrivato a un punto in cui ero molto stanco, la caduta è stata un momento buio, ma l’ho presa come una manna dal cielo». Ranieri spiega che l’incidente gli ha dato modo di pensare a tante cose: «Quei 50 giorni fermo mi hanno fatto riflettere , l’ho preso come un giusto riposo, forzato e doloroso. Io solo so quante notti non ho dormito, stando seduto su una poltrona perché ovunque mi appoggiassi il polso mi faceva male. La caduta mi ha fatto capire che non sono più un ragazzino. Che devo vivere i miei anni con la mentalità di un trentenne, ma che il fisico giustamente non risponde più come quello di un ragazzino. Certo le mie corsette sul Lungotevere non me le leva nessuno».

A quasi 72 anni, Ranieri riflette allora sul tempo che passa: «Non dico che comincio a fare i conti, ma inizio ad acchiappare le cose a cui prima non avrei fatto caso, a dire “questa mi serve” oppure “questa non mi serve”, buttando le zavorre. Ma comunque c’è il sogno di continuare a vivere e di dare la giusta importanza alla vita».

Tra i sogni artistici, uno in particolare gli sta molto a cuore: «Sto già pensando al prossimo Lp, sono 47 anni che ho questo desiderio represso – esclama -. Voglio fare un disco con il mio gruppo, ma con dietro un’orchestra da 120 elementi, che sia quella del San Carlo o della Scala, voglio vedere che succede, per me è il massimo del pop e dell’avanguardia. Vorrei portarla in scena e a questo punto fare degli stadi. Lo sogno da quando comprai un disco dei Procol Harum con la London Symphony Orchestra negli anni 70». Domanda di rito: tornerà a Sanremo nel 2023? «Per adesso non c’è nessuna chiamata. Me lo guarderò da casa perché a me piace proprio e me lo guardo tutto, soprattutto le nuove leve, i giovani, che sono il nostro futuro».

15 novembre 2022 (modifica il 15 novembre 2022 | 20:43)

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, 2022-11-15 18:10:00, Venerdì 18 novembre esce «Tutti i sogni ancora in volo»: 12 inediti firmati per lui da tanti autori importanti, Barbara Visentin

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