l’intervista Mezzogiorno, 30 ottobre 2022 – 08:38 Il sindaco di Benevento: «L’uomo solo al comando non va da nessuna parte, vale per me come per lui. Tanto che anche i suoi fedelissimi sono stati sconfitti nei collegi» di Angelo Agrippa Clemente Mastella Clemente Mastella scalpita, annusa il vento contrario che soffia sul centrosinistra. Anzi, su ciò che rimane della coalizione: «Sì, perché qui ormai la politica si fa con la testa in giù e le gambe all’aria — si sfoga il primo cittadino sannita e leader di Noi di Centro, lista arenatasi sugli scogli del Rosatellum —. Io ho sempre dato una mano al Pd, a De Luca. L’ho fatto anche a Caserta e ad Avellino. Nel 2006, il Pd ottenne l’ultima sua vittoria grazie all’alleanza con me in Campania. Ma il Partito democratico mi è ostile qui a Benevento e non solo. La coalizione che ha sostenuto De Luca alla Regione non c’è più. Non so con chi parlare. Il congresso lo fanno tra sei mesi. A questo punto, se si continua così, prendo atto e ognuno va per la propria strada». Ne ha parlato con De Luca? «Lo sa benissimo. Nessuno pensi che la manifestazione di Napoli per la pace possa in qualche modo camuffare il tonfo elettorale: quale ragazzo non sarebbe andato, con i pullman della Regione, ad una festa in piazza? Ma ora non è che quei 20 mila sono diventati tutti elettori del Pd. Io mi sarei aspettato una analisi spietata su ciò che è accaduto alle elezioni, soprattutto al Sud. Di questo passo, e la prego di ricordarlo quando sarà il momento, si regala la leadership del centrosinistra ai 5 Stelle e a Fico per le prossime elezioni regionali». Il sindaco di Benevento scaccia i cattivi pensieri: vorrebbe affondare i colpi, perché intravede il pericolo della irrilevanza politica del centrosinistra «classico», ma poi recupera la cautela del ragionamento: «Tutti siamo per la pace. Ma le istituzioni partecipano, non organizzano manifestazioni di piazza. Perciò io non ho partecipato». Mastella, ma perché De Luca ha voluto organizzare un evento il cui effetto, evidentemente, cade nel cortile di casa e non condiziona di certo la diplomazia internazionale o le mosse di Putin e Zelensky? «Beh, la vittoria clamorosa della destra e la sconfitta pesante del Pd che non è riuscito a prendere un seggio nel maggioritario, pur avendo tutti i sindaci ed i presidenti di Provincia dalla sua parte, imponevano un colpo di reni. Che per me significa analizzare le ragioni della sconfitta. De Luca, invece, ha voluto la manifestazione». Perché? «Io penso che avrebbe dovuto anzitutto riequilibrare le esigenze di rappresentanza della coalizione: se alle elezioni politiche fossimo andati assieme o con il Terzo polo, il risultato sarebbe stato ben diverso per il centrosinistra. Invece, De Luca si è fermato. Ma l’uomo solo al comando non va da nessuna parte, vale per me come per lui: tanto che anche i suoi fedelissimi sono stati sconfitti nei collegi». Il presidente pugliese Emiliano lo ha incoronato leader del Mezzogiorno. «Va bene, non dico di no. Tanto non vedo fuoriclasse nel Pd. Ma il vero problema del Partito democratico è che non sa cosa fare: è destinato a morire. Intanto, il Mezzogiorno resta privo di una rappresentanza politica che conti. Basti guardare la squadra di governo: esclusi il bravo Piantedosi e il mio amico dc Fitto, non c’è più nessuno. Poi dicono la prima Repubblica. Ma si immagini cosa sarebbe accaduto con De Mita se allora i collegi campani fossero stati colonizzati, come è avvenuto oggi, dai Franceschini e dalle Camusso? Il guaio vero è che non c’è più classe dirigente al Sud. Il Pd pensa di eleggere Bonaccini segretario, vale a dire il presidente di Regione che sull’autonomia va sotto braccio alla Lega». Chi leggerà, penserà: ecco Mastella, è pronto all’ennesimo salto sul carro del vincitore. «Macché vincitore. Certo, ricevo tante sollecitazioni, ma resto tranquillo. Prendo solo atto. Attendo sulla riva del fiume i cadaveri che passano: Letta, Boccia, tutti quelli che si sono impuntati contro di me. Non ho mai chiesto nulla a nessuno, ma poi noto che in Campania all’Acer e alla Soresa fanno nomine a go go, incaricando ex e meno ex, tutti di Salerno, Napoli e Caserta. Beh, cosa dovrei pensare?». Bussa alla porta di De Luca? «No: non chiedo incarichi. Ormai guardo a queste vicende con distacco, faccio parte della storia della Repubblica. Tuttavia, non è così che si fa alleanza politica ed istituzionale». E se De Luca aprisse ad un rimpasto di giunta? «Mi ha già detto che non ne farà. Io gli ho anche chiarito che per quanto mi riguarda, l’assessore Casucci, tecnico considerato vicino alla mia area politica, può anche ritenerlo vicino a lui o a se stesso, dato che non ha mai partecipato ad alcuna mia iniziativa politica, ma a quella di altri, sì». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 30 ottobre 2022 | 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-30 07:39:00, Il sindaco di Benevento: «L’uomo solo al comando non va da nessuna parte, vale per me come per lui. Tanto che anche i suoi fedelissimi sono stati sconfitti nei collegi»,