Mastella: «Ora rifaccio la Margherita 4.0, è la volta buona»

Mastella: «Ora rifaccio la Margherita 4.0, è la volta buona»

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Un due tre… Mastella. Ripartire dal centro. Con in testa una Margherita 4.0 per le prossime politiche. Nella convinzione che non solo c’è uno spazio, anzi una vera e propria prateria, ma che «se non c’è un centro, nessuno lo sceglierà mai». Elementare Watson. A Napoli, domani, a Città della Scienza, la forza mastelliana «Noi di centro» ha dato appuntamento a «un po’ di amici», per dirla col sindaco di Benevento. Ci sono Gaetano Quagliariello, ex Forza Italia oggi Italia al Centro, la presidente della commissione Sanità del Senato Annamaria Parente, di Italia Viva. E poi la segretaria Cisl Doriana Bonavita e il presidente dell’Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci. Al sondaggista Antonio Noto il compito, letteralmente, di dare i numeri: cioé spiegare quanta voglia di centro c’è in Italia. Mastella, lei a più riprese ha tentato di rimettere intorno a un tavolo gli ex dc, cosa c’è di diverso stavolta?«Non nascondo che il rischio sia ancora la parcellizzazione, ma se il rischio si trasforma in inazione politica, beh registriamo una difficoltà per il Paese. Dopo quello che sta accadendo a livello internazionale, la differenza non è più tra chi è di destra e chi di sinistra. Ma tra chi è con Putin e chi no, chi è atlantista e chi no, chi sta con le democrazie e chi con le autarchie. Io capisco che, rispetto a Putin, l’Europa sembra sempre che tentenni, arranchi. Ma facciamo un po’ di chiarezza: Orban dovrebbe stare fuori dall’Europa. E questo richiede a tutti coraggio, con la mentalità sgombra da sudditanze». Se si riferisce a Forza Italia, i ministri hanno una posizione assai diversa dal partito e da Berlusconi. «Esatto e non accade solo in Forza Italia. Pensiamo ai 5 Stelle: Di Maio ha posizioni equilibrate, Conte no. Oppure il Pd che fa la guerra a me a Benevento e poi vuole la grande alleanza, ma restando inchiodato al 20 per cento. Ricordo a tutti che l’unica forza che ha fatto vincere il centrosinistra è stata l’Ulivo. Per questo servono strade nuove». E le strade nuove portano alla «vecchia» Margherita? «Al Senato, per come sarà la meccanica nazionale, il centro sarà determinante». Ma a chi fa appello?«A tutti quelli che si ritengono di centro e estranei alle due coalizioni, tutti, chiunque. E lo dico con serenità, anche perché io non voglio più fare il parlamentare, tanto il Parlamento non conta nulla, preferisco mille volte fare il sindaco». Pensa a Draghi o a un dopo Draghi? «Draghi dovrebbe essere nominato senatore a vita, ma dobbiamo ragionare per un dopo Draghi». Glielo richiedo, con chi? Renzi? Calenda? Col tasso di litigiosità che c’è in giro?«È faticoso, lo so. Ma se non ci riusciamo, invito gli elettori ad agire di conseguenza nei confronti degli irresponsabili. In molti non votano perché manca un centro. Chi fa politica dovrebbe saperlo». Lei ha capito a cosa si riferisce Vincenzo De Luca, quando parla di una forza progressista? «Non lo so, non l’ho capito neanche io. Vuole il Pd da una parte e un’altra gamba dall’altra. Mah. Vede, la Campania è emblematica: De Luca va avanti per i cavoli suoi, il Pd non riesce neanche a eleggere un segretario regionale. Cassese dice: devono tornare i partiti. De Mita, maestro per molti, è morto, ma lui pensava a un partito nuovo nella società italiana». E per lei questo partito nuovo è una Margherita 4.0.«Sì, si può ripetere perché ci sono lo spazio e il consenso». Cosa manca? «La generosità. Prevalgono le avarizie dei singoli. Con la Margherita, fondata da me, da Prodi, da Dini, da marini mettemmo da parte l’egoismo, per arrivare al 14 per cento». Dunque pensa a un patto federativo. «Sì, ma io sono per un’idea di partito diverso». Cioé?«Durante la pandemia è mancata la medicina territoriale, così come in politica la prossimità, nessuno conosce i parlamentari, perché il rapporto di comprensione dei fenomeni locali è estraneo a chi oggi siede in Parlamento, sono entrati in politica in altro modo. L’unica enclave è quella campana, la pomiglianese». Dia i numeri della Margherita 4.0.«Tra l’8 e il 10 per cento». Secondo lei cambierà la legge elettorale? «No, perciò c’è spazio. Ognuno deve avere coraggio. Ognuno si deve muovere dal posto in cui sta». Siccome nessuno vincerà, dunque, il centro sarà determinante? Questo è il ragionamento? «Certo. Io ho esperienza e un po’ di talento, se non c’è un’area centrale nessuno la sceglie. Bisogna issare il vessillo. Non mi sarei avventurato se le due coalizioni fossero state granitiche e vincenti. Quindi il centro, soprattutto al Senato, sarà determinante». Senza dover scegliere da che parte stare. «Certo sarebbe complicata un’alleanza con Salvini. Ma in questo caso lo dico da italiano, più che per questioni politiche. La Lega dovrebbe tornare a quello che era. Una forza del Nord che governava bene i territori. Anche perché al Sud ha imbarcato chiunque». Insomma presenterete liste. Solo al Sud? «Nel Sud faremo la nostra parte, vediamo anche altrove». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 3 giugno 2022 | 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-03 06:05:00, Il sindaco di Benevento domani a Napoli lancia il grande centro,

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