Mattarella, il «non detto» del presidente sul ruolo dei partiti

Mattarella, il «non detto» del presidente sul ruolo dei partiti

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di Marzio BredaNel discorso pronunciato ieri, il capo dello Stato non ha rimproverato le forze politiche, ma ha inviato messaggi impliciti relativi alla guerra e alla crisi economica e sociale Ascoltare Sergio Mattarella fa a volte venire voglia di indovinare il «non detto» dei suoi discorsi. È capitato anche ieri, dopo che ha spiegato perché ha sciolto le Camere e cosa si aspetta dal Parlamento in congedo (che non ha ringraziato, mentre invece ha ringraziato Draghi). Avrebbe potuto, come qualcuno pensava, rampognare esplicitamente i partiti — 5 Stelle, Lega e Forza Italia — per la prova di viltà istituzionale offerta al Senato, scaricando gli uni sugli altri la colpa di aver affondato Draghi, avendo in realtà concorso insieme a quell’esito? Certo, poteva, ma non l’ha fatto per due ragioni: 1) la campagna elettorale è già aperta e lui intende preservare la propria neutralità se non altro perché dal 25 settembre sarà di nuovo chiamato in causa; 2) non è nelle sue categorie politiche, neppure durante le crisi più acute, scivolare in anatemi alla Pertini o alla Napolitano, che questo tipo di sfoghi si concedevano. Di fatto, comunque, alcuni messaggi di secondo grado ci sono, nel suo intervento, centrato sulla legittimazione del governo a lavorare ancora. Per esempio, quando elenca le varie emergenze del Paese e, riferendosi ai rischi aperti dalla guerra portata dalla Russia in Ucraina , il sottinteso è chiaro: per delle forze responsabili non era davvero il momento di mettere tutto a repentaglio, addirittura «la sicurezza nostra e dell’Europa». Altro passaggio che conferma il concetto, le righe in cui puntualizza i suoi «doveri», tra i quali quello di ricordare una serie di misure «per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale», dall’inflazione all’energia ai prodotti alimentari, senza contare «l’attuazione del Pnrr nei tempi concordati». E non per nulla nel memorandum infila il cenno a un tempo presente che «non consente pause» traducibile come una sanzione: dopo la vostra performance dissennata, vi ho mandati a casa in 24 ore senza neppur fare consultazioni e non potete dire nulla. E poi ancora, nel rivolgere un appello al Parlamento affinché dia un «contributo costruttivo» all’esecutivo dimissionario, Mattarella si è rivolto davvero a tutti. Compreso quel partito dei Fratelli d’Italia che in questi 5 anni non è mai stato al governo. Resta invece da esplorare il giudizio complessivo del presidente sugli attori di un collasso politico innescato dalla scissione dei 5 Stelle. Chissà se gli è venuto in mente l’altra storica scissione repubblicana, aperta da Saragat nella famiglia socialista, che nel ’47 determinò la fine della prima fase dei governi De Gasperi. Quelli, guardacaso, di unità nazionale. 21 luglio 2022 (modifica il 21 luglio 2022 | 22:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-21 20:37:00, Nel discorso pronunciato ieri, il capo dello Stato non ha rimproverato le forze politiche, ma ha inviato messaggi impliciti relativi alla guerra e alla crisi economica e sociale, Marzio Breda

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