“La scuola riparte e con la scuola riparte la società. La scuola scandisce l’anno delle famiglie, delle città. La riapertura delle scuole rappresenta un motivo di speranza”.
Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia ‘Tutti a scuola’ di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024 ospitata presso Istituto tecnico “Saffi-Alberti” di Forlì.
“Abbiamo deciso, per questo inizio, di ritrovarci qui, nel cuore della Romagna, colpita a maggio scorso da una devastante alluvione, che ha causato vittime, distrutto abitazioni e aziende, allagato campi di coltivazione, sconvolgendo la vita di tante persone. L’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. È segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza“.
“L’apertura qui, oggi, rappresenta –attraverso la scuola e al di là di essa– un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna. Nei giorni successivi all’alluvione -ha ricordato il Capo dello Stato- tanti volontari provenienti da tutta Italia, soprattutto ragazze e ragazzi, hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà. Hanno dimostrato, concretamente, che l’Italia è una comunità. Che dai problemi si esce tutti insieme“.
“La Costituzione repubblicana -la Carta fondamentale che regola e ispira la nostra convivenza- ha disposto che ‘la scuola è aperta a tutti’. Perché tutti i cittadini, sin dalla nascita, sono uguali. Sul diritto universale all’istruzione si fonda uno dei pilastri della Repubblica. La scuola è, dunque, per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne verrebbe –e, talvolta, ne viene –deformata“, ha affermato il Presidente della Repubblica-
“È il luogo -ha ricordato il Capo dello Stato- dove bambini e ragazzi apprendono i fondamenti della conoscenza. Dove fanno i conti con la propria storia e le proprie radici. Dove si cimentano con la diversità e la convivenza. Dove si appassionano all’arte, alla letteratura, alla scienza, alla tecnica, disegnando il cammino del proprio domani. Dove sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme. Non c’è futuro individuale senza il sapere. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola”.
“Non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione. Per questo l’inclusione è fattore fondamentale. I riflettori della cronaca recente si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti. Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi“, ha proseguito.
“È necessaria -ha aggiunto il Capo dello Stato- un’azione di ampio respiro e a diversi livelli. Con politiche volte a investire sui giovani e sul futuro, con interventi strutturali per colmare i divari tra i territori, con strategie per ampliare le opportunità e i percorsi di integrazione e solidarietà, con la repressione dei reati, in particolare dell’attività delle organizzazioni criminali che cercano di imporsi come violenta alternativa alla vita civile, alla legalità, alle stesse istituzioni democratiche“.
“Tutto questo -ha concluso Mattarella- rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico. Perché la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. È la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto”.
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