Il pedagogista Daniele Novara, durante un’intervista a Radio Sound, emittente radiofonica di Piacenza, ha espresso il proprio punto di vista sulla maturità.
Le tracce degli esami, ha dichiarato, si basano sul metodo della domanda tendenziosa, priva di una legittimità pedagogica. Si tratta di affermazioni categoriche che gli studenti sono tenuti a commentare, dove ogni commento potrebbe già essere considerato erroneo. Questa situazione limita una vera critica, un pensiero o un ragionamento, dato che non si tratta di una domanda aperta.
Novara definisce il metodo come un “atto di terrorismo cognitivo” che impedisce agli studenti di esprimere ragionamenti propri e divergenze. Questo, sostiene, svaluta il ruolo della scuola, riducendola a un luogo dove i contenuti sono semplicemente replicati all’infinito.
Ma come dovrebbe essere modernizzato l’esame di maturità? Novara suggerisce l’introduzione di compiti basati sulla realtà, con domande legittime che non presuppongono già una risposta. Poi, dovrebbe esserci una prova finale incentrata sull’applicazione pratica, il vero paradigma dell’apprendimento, ben lontano dai metodi tradizionali impostati dal pensiero di Giovanni Gentile nel 1923.
La pedagogia può offrire soluzioni innovative. Se le autorità ministeriali ascoltassero le proposte dei pedagogisti, sottolinea Novara, si avrebbero suggerimenti utili che renderebbero la scuola più attraente per gli studenti. Attualmente, la situazione è preoccupante, con alti tassi di abbandono scolastico, ragazzi che né studiano né lavorano e un calo nelle iscrizioni universitarie.
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