Maturità 2023, Scaparro: Il mio esame, per me non cera una seconda chance

Maturità 2023, Scaparro: Il mio esame, per me non cera una seconda chance

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di Maurizio Tucci*

I racconti di chi ha passato l’esame tempo fa. Oggi gli studenti hanno paura perch non sopportano gli insuccessi

*Laboratorio Adolescenza Milano
Maturit t’avessi preso prima, dice Antonello Venditti nella sua Notte prima degli esami e noi, a ridosso della maturit 2023, siamo andati a parlarne con chi questo fatidico pezzo di carta l’ha davvero preso tanto prima: Fulvio Scaparro, psicologo e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza; Ennio Ielpo, filosofo e per quarant’anni professore di filosofia in un liceo e Carlo Buzzi, sociologo all’Universit di Trento ed esperto di adolescenti. Ricordi, belli o brutti, legati ad un evento che unico per forza, e confronti con un attuale che a volte ci disorienta. Fulvio Scaparro ha preso la maturit – molte riforme fa – in un liceo cattolico romano con l’incubo del presidente di commissione esterno che si favoleggiava fosse un terribile mangiapreti e, di conseguenza, mangia-alunni-dei preti: Ricordo gli intensi pomeriggi di studio, ma anche di piacevole sodalizio con i miei compagni di avventura. Eravamo in tre, particolarmente eterogenei: io, appartenente ad una famiglia dell’alta borghesia decaduta, un altro che proveniva da una famiglia che all’epoca veniva definita proletaria – era il pi sveglio di tutti e dobbiamo a lui gran parte del merito di aver passato l’esame – ed il terzo, che con lo studio aveva pochissimo a che fare, ma era strettamente imparentato con alte gerarchie ecclesiastiche. Una golden share che lo aveva certamente aiutato ad andare avanti nella nostra scuola cattolica all’ombra del Vaticano, ma che difficilmente si sarebbe potuto giocare con il presidente della commissione mangia-preti. Unimmo le nostre forze e le nostre debolezze e alla fine l’esame and bene per tutti.

La nuova scuola

Per Ennio Ielpo il periodo della maturit coincide con un evento drammatico: Pochi giorni prima della maturit persi mio padre e questo grave lutto mi tolse inevitabilmente quegli istanti di piacevole adrenalina che accompagnano i momenti che precedono gli impegni pi difficili. Ma soprattutto, l’esame, che non mi preoccupava particolarmente dal punto di vista dello studio, divenne un appuntamento ancora pi importante e definitivo di quanto non lo fosse comunque per tutti. Dovevo assolutamente superarlo, per me e per la mia famiglia. Non c’erano seconde chance. Carlo Buzzi la maturit l’ha passata – per dirla ancora con Venditti che la scuola l’ha cantata molto – durante i primi vagiti di quel ‘68 ancora lungo da venire e troppo breve da dimenticare. Una coincidenza significativa: Nel mio liceo scientifico di Como non ci furono “scontri e barricate”, ma per la prima volta vivevamo una scuola nuova: assemblee, dibattiti, collettivi… con la percezione, o forse l’illusione, che qualcosa potesse davvero cambiare e che noi, in qualche modo, potessimo essere i protagonisti di questo cambiamento. Questo clima, se non aveva compromesso la severit dell’esame, ne aveva per in parte stemperato la sacralit, rendendolo psicologicamente pi abbordabile. Tra l’altro, per me che ero un ragazzo abbastanza timido, il parlare in pubblico nelle assemblee studentesche durante tutto l’anno scolastico era stata un’ottima palestra che mi ha aiutato molto durante l’esame. Un altro ricordo il caldo di quella estate e l’insegnante di storia che durante il mio colloquio, in un soffocante pomeriggio di fine luglio, si addorment tra l’imbarazzo mio e di un altro insegnante che inizi a tossire sempre pi forte fino a svegliarla. Dai ricordi ai confronti con il presente. Tutti e tre i nostri reduci sono d’accordo nel sostenere che il loro esame fosse oggettivamente ben pi difficile ed impegnativo dell’attuale, non fosse altro per le cinque prove scritte e tutte le materie da portare all’orale. D’altra parte il tasso di promozioni, che oggi sfiora il 98% la dice lunga: Oggi molto pi difficile essere bocciati che essere promossi – ironizza Carlo Buzzi – anche se “noi” avevamo una piccola ciambella di salvataggio, perch si poteva essere rimandati a settembre, per recuperare qualche materia, anche per l’esame di maturit.

Si persa la ritualit

Ma forse, ancor di pi dell’aspetto legato allo studio, la differenza sta in ci che la maturit rappresenta: Resta ancora oggi un significativo momento di passaggio – sostiene Scaparro – perch chiude un ciclo di vita e ne apre un altro (universit o lavoro). Ma si persa molta, se non tutta la ritualit connessa, che di un rito parte essenziale, perch aiuta a prendere coscienza di ci che sta avvenendo. Ed Ennio Ielpo aggiunge: Ai miei tempi la maturit era un traguardo importante che ti apriva gi di per s molte porte nel mondo del lavoro. In particolare la licenza liceale era anche l’unico viatico per accedere all’universit e, per molti, l’opportunit per prendere quel prezioso ascensore sociale in salita che oggi non funziona pi. cambiata innanzi tutto – aggiunge Carlo Buzzi – l’autorevolezza della scuola, degli insegnanti e, a cascata, della commissione d’esame che pi che valutare analiticamente conoscenze e competenze del candidato, meramente ne prende atto, spesso con molta benevolenza. Da rito di passaggio ad atto burocratico. Probabilmente proprio da questo deficit di autorevolezza deriva quanto afferma Ennio Ielpo: In passato la scuola, l’istituzione, si assumeva la responsabilit di fare una selezione vera e severa. Oggi non la fa e la demanda, con un atteggiamento che appare molto pilatesco, al mercato del lavoro, che la selezione la fa eccome. Ma allora, proprio partendo dalle considerazioni fatte fin qui e da quel 98% di promossi, perch l’esame di stato fa ancora paura? Perch oggi – afferma Carlo Buzzi – l’insuccesso (non solo scolastico) non contemplato e la pressione sociale che subiscono i giovani, gi – ma probabilmente proprio per questo – emotivamente molto fragili, fortissima. Se non in gioco la promozione, in gioco la qualit della performance, la “popolarit”, la conferma delle aspettative, non sempre appropriate, da parte della famiglia che in cambio di un sostegno tanto incondizionato quanto dannoso, pretende sempre percorsi netti. E allora: anche se le ragioni che la determinano possono essere molto diverse da quelle del passato, l’ansia della “notte prima degli esami” resta comunque. Di una notte che non si dimentica.

8 giugno 2023 (modifica il 8 giugno 2023 | 19:30)

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