Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della famiglia della studentessa che aveva avviato un esposto per irregolarità nella preparazione delle prove orali degli esami di maturità al liceo Galileo Galilei di Spadafora (Messina), la cui classe ha poi dovuto ripetere, ad inizio novembre, l’esame orale di maturità.
Il messaggio della famiglia ricapitola la vicenda dal proprio punto di vista e conferma pienamente quanto abbiamo più volte scritto; in particolare ci preme sottolineare che – fin dall’inizio – la nostra testata aveva parlato di “esposto” della famiglia e non di ricorso.
Per quanto riguarda la campagna mediatica che si sarebbe scatenata contro la ragazza e la sua famiglia ci preme segnalare che in due diversi articoli avevamo sottolineato l’abnormità di ciò che stava accadendo.
Basti rileggere l’articolo in cui si parla della “studentessa isolata perché aveva denunciato la fuga di notizie sulle prove” e quello sull’amore per gli studenti che sarebbe stato alla base del comportamento della docente.
La nota della famiglia contiene anche elementi che potrebbero far pensare ad ulteriori aspetti di illiceità oltre a quelli già emersi e accertati: è del tutto evidente che di tali affermazioni la famiglia assume la piena ed esclusiva responsabilità.
Per parte nostra – lo ribadiamo – siamo soddisfatti di aver mantenuto sulla vicenda un comportamento giornalistico del tutto corretto, anche a costo di andare un po’ controcorrente in alcuni casi.
Infine, è notizia di ieri, che due docenti della scuola sarebbero stati sospesi dal servizio a seguito degli accertamenti svolti fin qui.
Ed ecco la lettera integrale della famiglia.
• E’ stato presentato un esposto soltanto all’Istituzione scolastica con cui si portava a conoscenza il commissario interno della prassi non legittima preventiva trasmissione agli alunni via chat degli argomenti di inizio esame; non è stato mai chiesto l’annullamento dell’esame o un voto maggiore. Nessun ricorso al TAR è stato presentato.
• All’indagine ispettiva da parte dell’ufficio scolastico regionale, si sono presentati solo tre alunni, fra i quali la ragazza, mentre altri otto alunni hanno ritenuto di non collaborare con gli ispettori, continuare le vacanze e non presentarsi per rendere le loro spiegazioni. Dalle chat, peraltro, risulta che c’era l’accordo di non presentarsi perché l’esame non sarebbe stato ripetuto; qualche alunno dichiarava che avrebbe fatto intervenire persino un senatore.
• All’esito dell’indagine, l’ufficio regionale ha emanato il provvedimento di ripetizione dell’esame che disponeva una veloce conclusione delle operazioni entro il mese di settembre e ciò avrebbe consentito a tutti gli alunni di evitare inutili stress e lungaggini.
• Ma i 10 alunni non intendevano ripetere l’esame ed hanno impugnato al TAR il provvedimento di ripetizione dell’esame. Attraverso il ricorso da essi presentato, hanno immediatamente ottenuto un illusorio provvedimento urgente dal presidente che, ancora prima di sentire le altre parti della causa, ha sospeso solo la data fissata per la ripetizione dell’esame orale, rinviando per la discussione del provvedimento cautelare all’udienza del 18 ottobre.
• Nel frattempo, la sospensione provvisoria viene fatta passare dai 10 alunni e relative famiglie e difensori come una vittoria e se ne occupano i mass media.
• Qualche giorno dopo la discussione della causa del 18 ottobre, interviene la sentenza che ha rigettato il ricorso dei 10 alunni con una sentenza semplificata per manifesta infondatezza.
• Si scatena un’ondata di disinformazione sui mass media e sui social con vittima la ragazza, che viene indicata come responsabile del tutto.
• Il provveditorato ha subito fissato la data per la ripetizione dell’esame orale e nominato una nuova commissione.
• La nuova commissione ha svolto prove orali di tipo meramente conservativo. L’esame della studentessa, sentita per ultima, viene condotto in un clima di grande tensione in un’aula gremita, con la presenza dei compagni di classe con rispettivi genitori e molte persone di loro conoscenza. Anche alcuni professori del suo corso i quali si rifiutano di salutarla. Nonostante la tensione, la studentessa riesce a gestire a testa la situazione con grande controllo delle emozioni.
• I voti vengono sostanzialmente confermati. E’ evidente che la conferma dei voti rappresenta la migliore difesa per la precedente commissione d’esame ed ha l’effetto indiritto di attenuare eventuali responsabilità.
• Scoppia la voglia di protagonismo di alunni e di alcuni genitori con interviste in televisione, tik tok, fanpage, facebook e chi più ne ha più ne metta, ove continuano diffondersi notizie false, come ad esempio, che il ricorso al TAR lo ha fatto la studentessa, che lo ha fatto per avere un voto migliore, che il ritardo nella ripetizione dell’esame è addebitabile alla stessa ragazza, quando è chiaro che solo l’ostinazione dei 10 alunni a non ripetere l’esame ha allungato i tempi.
• Fino ad un paio di giorni fa, nella trasmissione “i fatti vostri” su Rai 2, vi era la presenza di due alunni che lamentavano i danni che avrebbero subito per la ripetizione a novembre dell’esame orale con un sottotitolo fuorviante ove si continuava a scrivere che il ricorso al TAR era stata fatto dalla ragazza.
Corre l’obbligo di riflettere su alcuni punti, la scuola come Istituzione educativa pone le basi per formare gli alunni come “onesti cittadini” e per istruirli.
La famiglia si è da subito affidata all’ Amministrazione Scolastica, nella figura dell’USR Sicilia, esponendo ad essa l’iter dell’intera vicenda e riponendo nell’Amministrazione stessa massima fiducia . E’ stato intrapreso un percorso in modo del tutto sereno in cui si è riusciti a far emergere le irregolarità . I giovani hanno diritto a credere nella giustizia, anche nella giustizia che è nella scuola.
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