“Bocciatura” si o no? Utilità o necessità di modifica del sistema di valutazione ad ogni livello e grado dell’istruzione? Parlarne ad apertura della sessione degli esami di maturità riteniamo abbia un senso profondo e forte. Sono utili le bocciature? O è necessario rimodellare il sistema di valutazione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni dirigenti scolastici di realtà geografiche diverse del nostro Paese.
Fasce: La verità è che l’organizzazione scolastica per fare una scuola diversa ha bisogno di un contratto e di una mentalità diversa
Per il prof. Paolo Fasce dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico dei Trasporti e Logistica “Nautico San Giorgio” e “Nautico C. Colombo”di Genova “Purtroppo temo che la bocciatura sia figlia di un’esigenza didattica di tipo imperativo. Un rapporto malato nel quale il voto diventa elemento di ricatto che avvelena la relazione. Siamo molto lontani dalle esigenze neurofisiologiche e affettive che ci sono state descritte da Daniela Lucangeli. In passato la scuola ha già fallito (ricordo i “sei rossi” o con l’asterisco) e siamo precipitosamente tornati alle rimandature, pudicamente chiamate “sospensione del giudizio”. La verità è che l’organizzazione scolastica per fare una scuola diversa ha bisogno di un contratto e di una mentalità diversa. Per il primo ci vuole la volontà politica e nuove cornici giuridiche (il testo unico va riscritto), per il secondo occorre istituire la figura del supervisore del docente che lo aiuti ad evolvere come descrive l’art. 27 del CCNL vigente attraverso una formazione su misura che facilmente si trova sul territorio o può essere costruita ad hoc dalle scuole coi fondi loro assegnati”.
Caico: Non funziona il sistema delle bocciature, ma non funzionano e non possono funzionare nemmeno le promozioni facili
Per il dirigente scolastico prof. Vincenzo Caico alla guida del Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO): “La bocciatura in realtà è collegata alle varie forme di dispersione scolastica, tra cui l’abbandono, ma non soltanto come effetto, ma anche come causa. Recentemente ho scritto che la bocciatura serve solo a chi può permettersela, ovvero a chi proviene da un contesto socioculturale e familiare in cui questo fallimento può essere gestito in maniera opportuna e la studentessa o lo studente può essere aiutato a trovare in esso la leva per un successivo riscatto personale. Nella maggior parte dei casi invece la bocciatura vuol dire riorientamento più o meno forzato, demotivazione a proseguire gli studi e, nei casi peggiori, abbandono della scuola. Pensare che bocciando si faccia il bene della studentessa o dello studente è un’idea che trova riscontro solo in una percentuale limitata di casi. Purtroppo, nel nostro sistema scolastico non esistono meccanismi flessibili che favoriscano un efficace recupero degli obiettivi di apprendimento da parte di chi li ha mancati a fine anno. Per cui si bocciano studentesse e studenti con insufficienze e li si costringe a studiare di nuovo anche quelle materie in cui avevano raggiunto la sufficienza. Sono delle logiche e dei meccanismi che troviamo solo all’interno della scuola e che remano contro la costruzione del senso dello stare a scuola. Si tratta ovviamente di una situazione complicata, di non facile soluzione, che si lega anche alla valutazione degli apprendimenti, all’inclusione in ambito scolastico e alla mancanza di reale personalizzazione dei percorsi formativi. Non funziona il sistema delle bocciature, ma non funzionano e non possono funzionare nemmeno le promozioni facili come tentativo di soluzione a fronte di un sistema da riformare.
Piccichè: Più che modificare sistemi, fare riforme dovremmo interrogare il nostro cuore. Come e quanto li vogliamo bene i nostri ragazzi?
Per il dirigente scolastico prof. Vito Emilio Piccichè alla guida del Liceo Psicopedagogico, Linguistico e Musicale “Vito Fazio Almayer” di Alcamo (TP): “La valutazione ha senso se da valore, se valorizza, se stimola, se fa guardare in alto, se spinge a migliorarsi, ad essere migliori, a confrontarsi e ad accettare i propri limiti, a trovare pace in se stessi e con se stessi. Il docente non può non valutare. Il punto è come lo si fa. La valutazione è componente essenziale dell’insegnamento, anzi è consustanziale con l’essere docente, educatore, madre, padre, fratello, amico. Se neanche ti valuto significa che non ti riconosco nella tua dignità, neanche che il docente si fermi a pensarti, ad interrogarsi su quanto, sul come, sul perché sei migliorato o meno. Valutare come prendersi cura. Il 27 maggio scorso abbiamo ricordato Don Milani, si prendeva cura perché si interrogava sui progressi dei suoi ragazzi. Li valutava. Non è una brutta parola, sapete! Non lo è! Se ha un valore punitivo lo è di certo. Più che modificare sistemi, fare riforme dovremmo interrogare il nostro cuore. Come e quanto li vogliamo bene i nostri ragazzi? Da lì bisogna partire. Questa è una società malata di “convegnite”, di riforme che non mutano nulla, di parole al vento. Valutiamoli con amore. I ragazzi capiscono e vogliono la nostra attenzione anche con la valutazione che è uno dei modi per dire loro: tu mi interessi!”.
Moretti: Occorre bilanciare il diritto all’istruzione del ragazzo, costituzionalmente sancito, con le finalità pedagogiche che la scuola deve perseguire
Per il dirigente scolastico prof. Gianluca Moretti alla guida dell’Istituto professionale “Velso Mucci” di Bra (CN) “Ogni provvedimento di ripetenza di una classe – dicitura certamente preferibile a “bocciatura” – rappresenta senza alcun dubbio una sconfitta per la scuola, perché testimonia chiaramente l’incapacità della stessa di risultare inclusiva nei confronti dello specifico caso. Ciò opportunamente chiarito, esistono anche situazioni in cui un provvedimento di tale natura risulta necessario, doveroso e – secondo gli auspici del CdC che l’ha disposto – potenzialmente utile per il ragazzo in questione e l’intero gruppo classe. Nella fattispecie, ecco in quali circostanze nel nostro Istituto si procede alla non ammissione alla classe successiva: mancato raggiungimento del limite minimo di frequenza, pari al 75 per cento del monte ore annuale personalizzato (studente non scrutinato); gravi e diffuse lacune, registrate dopo avere intrapreso tutte le azioni di recupero in itinere e avere costantemente stimolato lo studente senza ottenere un cambiamento in positivo del suo atteggiamento; gravi episodi di condotta, sanzionati in corso d’anno con almeno 15 giorni di sospensione e ritenuti incompatibili con la permanenza dell’allievo nel gruppo classe. Come ben si comprende, occorre bilanciare il diritto all’istruzione del ragazzo, costituzionalmente sancito, con le finalità pedagogiche che la scuola deve perseguire, nonché con gli interessi altrui – quindi dei compagni e delle loro famiglie – pure questi certamente da tutelare. Non sempre è semplice, noi abbiamo consapevolmente scelto di procedere nel tentativo di coniugare inclusione e merito, anche a costo di dovere talvolta intraprendere qualche scelta rigorosa”.
Mione: è necessario attivare strategie alternative per far maturare competenze a ogni singolo alunno
Per il dirigente scolastico prof.ssa Vincenza Mione, alla guida dell’Istituto di Istruzione Superiore “Girolamo Caruso” di Alcamo (TP): “La bocciatura non ha senso senza alcun dubbio. È necessario attivare strategie alternative per far maturare competenze a ogni singolo alunno e poiché nel processo se ben governato ciascun allievo acquisisce qualcosa , se si agisce sui sistemi di valutazione , nessuno avrà mai esiti negativi. Il punto di partenza degli alunni è ovviamente diverso ed è generato da fenomeni intellettivi sociali economici che l’alunno subisce : da una buona conoscenza del punto di partenza del singolo alunno possono essere attivato percorsi su misura con tempi e metodi personalizzati. Per fare questo occorrono alcuni cambiamenti. I contratti dei docenti: 1) eliminare le 18 ore e fare contratti a obiettivi per un monte ore annuale Netto cui raggiungerli; 2) eliminare l’organizzazione oraria per discipline e creare moduli di livello cui insordire gli alunni, perciò, test iniziale; 3) creare unità pluridisciplinari e multidisciplinari per sviluppare le competenze di base quelle Trasversali e quelle Disciplinari. Un’idea di scuola in cui il discente con i suoi tempi si formi frequentando moduli di apprendistato significativi a 360 gradi. I contenuti usati come chiavi di accesso alle competenze e non come oggetti su cui fustigare alunni. Infine, sarebbe necessario valutare i docenti: la loro capacità a motivare, a stimolare, a educare, a sedurre gli studenti, a saper creare una relazione educativa significativa in cui entrambi siano attori senza prevaricazione di un processo di crescita. La Scuola deve cambiare”.
Napoli: Una bocciatura può essere utile per maturare. Lasciare lacune fa’ sì che la strada continui ma… sempre in salita
Per il dirigente scolastico prof.ssa Monica Napoli, alla guida dell’Istituto di Istruzione Superiore “Bonaldo Stringher” di Udine: “La bocciatura, se meritata, prepara alla vita. Nella vita non sempre tutto va liscio ed è scontato. La vita valuta e seleziona. Una bocciatura può essere utile per maturare. Lasciare lacune fa sì che la strada continui ma… sempre in salita. I percorsi di recupero ci sono già nel corso dell’anno e, se si arriva alla ripetenza, alle volte significa che serve altro. Non è un fallimento, è una fermata per recuperare”.
Carbone: Vanno previsti recuperi seri che tengano conto delle difficoltà di partenza e supportino i processi di apprendimento
Per la dirigente scolastico Anna Maria Carbone, alla guida del Istituto Comprensivo “Grosseto 4” di Grosseto, all’interno del quale sono in corso delle riflessioni importanti e per l’anno prossimo nel quale si avranno i primi cambiamenti per la valutazione formativa sia in primaria che nella seconda di primo grado: “La domanda fondamentale come dice Corsini è perché si valuta … sicuramente il sistema va rivisto … modalità chiare e differenti di valutazione formativa e sommativa. Se si boccia ancora spesso perché non c’è stato ‘impegno’ … ma le domande sul perché del disimpegno sono vecchie e stridenti come le risposte. Quando è palese il disagio e le difficoltà che nasconde il non impegno spesso di alzano gli occhi al cielo … tante e complesse sono le cause. Chiedo sempre ai miei docenti una volta individuate le responsabilità di ciascuno … quali sono le nostre come scuola cosa potevano e cosa ci impegniamo a fare di più. Vanno previsti recuperi seri che tengano conto delle difficoltà di partenza e supportino i processi di apprendimento”.
Marcellino: vengano invece sostituite da un percorso mirato che promuova l’alunno, non nel senso di una gratuità elargita ma nel senso di un percorso autentico che corrisponda veramente al miglioramento e alla formazione del bambino
Il dirigente scolastico prof.ssa Irene Marcellino, alla guida della Direzione Didattica “Monti Iblei” di Palermo, afferma che “ritengo che la bocciatura strettamente connessa con sistema di valutazione. ritengo che il sistema di valutazione odierno soprattutto riferendomi a quello attuale dell’ultima normativa riguardante la valutazione nella scuola primaria sia assolutamente uno stimolo rispetto a quelle che sono le attese e a quello che è il senso della scuola primaria oggi. Infatti, se da un canto la scuola primaria oggi è chiamata non più ad alfabetizzare ma a cercare percorsi personalizzati individualizzati che curano la persona d’altro canto poi ci si scontra con una valutazione abbastanza standardizzata ed omologata. Le due cose non collimano e invece dovrebbero essere le due gambe di un unico tavolo. La bocciatura, pertanto, è assolutamente anacronistica perché è anacronistico questo sistema di valutazione che valuta il traguardo e non valuta il percorso. Quello che bisognerebbe attenzionare è la strada, sono i passi, è il percorso che ciascun alunno a modo proprio con i propri mezzi riesce ad attraversare e non tanto il traguardo che riesce a raggiungere. Traguardi sempre figli del percorso, e la fatica è nel percorso non nel punto dal traguardo. Quindi bisognerebbe spostare, cambiare la prospettiva e capire che la valutazione è la bocciatura vanno volutamente cucite addosso ad a ciascun alunno; mi riferisco in particolare agli alunni diversamente abili. L’omologazione non corrisponde più alle attese della scuola moderna di oggi e soprattutto di domani. Pertanto, è auspicabile che le bocciature come vengono oggi realizzate, tolti i casi di dispersione e di frequenza irregolare, quelli che insomma sono conclamati da dati oggettivi, vengano invece sostituite da un percorso mirato che promuova l’alunno, non nel senso di una gratuità elargita ma nel senso di un percorso autentico che corrisponda veramente al miglioramento e alla formazione del bambino. La valutazione dovrebbe anche iniziare dalla scuola dell’infanzia, anzi, anche dai percorsi primi della scuola dell’infanzia, anche all’asilo nido già si dovrebbe essere in grado di cominciare a stendere un percorso che manifesti le potenzialità dell’alunno”.
Griglia di valutazione di processo
Si allega un modello innovativo di “Griglia di valutazione di processo” sperimentata e in uso al Liceo Scientifico “Michelangelo Buonarroti” di Monfalcone (GO) guidato, con grande competenza, dal dirigente scolastico prof. Vincenzo Caico.
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