di Maria Teresa MeliDopo Letta anche Bonaccini difende la premier. Schlein attacca e il Nazareno deve precisare. Orlando: il governo peggiore di sempre, come si fa a dire che capace? Anzich fare un’analisi del perch in queste Regionali il Pd ha perso qualche centinaio di migliaia di elettori per strada rispetto alle Politiche (un conto sono le percentuali, un altro i voti in valore assoluto) i dem hanno trascorso la giornata di ieri a litigare su Giorgia Meloni. La campagna delle primarie, dunque, si inasprisce e la polemica sulla premier diventa il mezzo per darsi battaglia. Va detto che hanno trovato il modo di darsele di santa ragione anche sui sondaggi delle primarie. Perch ce n’ uno che d Stefano Bonaccini tra il 63 e il 67 per cento ed Elly Schlein tra il 33 e il 37, e un altro che invece assegna all’ex leader di Occupy Pd il 56,3 e al presidente della Regione Emilia-Romagna il 47,39. Ma fanno notare dalle parti del governatore che quest’ultimo istituto quello che prevedeva il grande successo di Letizia Moratti. Controbattono dal fronte Schlein: nei circoli la differenza tra noi e Bonaccini di poco pi di 25 mila voti, ai gazebo vinceremo. Ma su Meloni che si sono viste le scintille. Tutto trae origine da una dichiarazione rilasciata da Enrico Letta al corrispondente italiano del New York Times in cui il segretario uscente sottolineava che la premier non aveva infranto n le regole di bilancio n quelle dell’euro e aggiungeva: Meloni meglio di quanto ci aspettassimo. La realt che lei forte ed in piena luna di miele. Dopodich ieri mattina, intervistato nel corso di Coffee break su La7, Bonaccini veniva sollecitato a commentare queste affermazioni: Meloni — rispondeva il governatore — non una fascista, una persona certamente capace, ha idee molto lontane dalle mie, dovr dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano. Detto questo Bonaccini, come del resto Letta, sottolineava che l’esecutivo era gi in corso in qualche incidente di troppo e stigmatizzava il fatto che l’Italia fosse stata esclusa dal vertice franco-tedesco: Con Draghi non sarebbe accaduto. A quel punto, dal fronte di Schlein, partiva la polemica. L’obiettivo? Recuperare sui circoli del Lazio e della Lombardia che non hanno ancora votato a causa delle Regionali e tirare la volata alla candidata per le primarie. La prima bordata era di Andrea Orlando, che metteva nel mirino sia Letta sia Bonaccini: Come si fa a dire che gli esponenti del governo sono capaci o che sono meglio di quanto ci aspettassimo?. Quindi era la volta di Peppe Provenzano che attaccava il presidente dell’Emilia-Romagna con queste parole: il governo peggiore di sempre, come si fa a dire che capace?. Pi tardi arrivava anche l’affondo della vicepresidente del Senato Anna Rossomando: Francamente l’indulgenza di Bonaccini con Meloni non convince. Inevitabile la domanda sull’argomento a Elly Schlein, nel corso di una conferenza alla sala stampa estera. La candidata, stranamente, non rigira il coltello nella piaga: Credo che Meloni non abbia trovato la postura del nuovo ruolo. Penso che questo sia un governo che sta facendo male. Dopo un po’ Schlein si accorge di non aver polemizzato con il suo competitor e al termine della conferenza precisa: Non sono d’accordo con le dichiarazioni di Bonaccini. In serata Letta perde la pazienza, non ci sta a farsi mettere in mezzo in una polemica tutta interna che in realt mirata a colpire Bonaccini. Perci fa diffondere una nota dal Nazareno in cui si definisce senza alcun fondamento la diatriba innescata da Orlando. L’ex ministro del Lavoro se la prende e ribatte. Poi si sfoga con i suoi. Non accetta che si possano dire certe cose di Meloni non dopo che due esponenti del suo partito hanno fatto dossieraggio contro quattro parlamentari del Pd. Un po’ pi tardi arriva la replica del governatore dell’Emilia-Romagna: Bisognerebbe evitare polemiche strumentali. Io la destra preferisco batterla nelle urne, come ho dimostrato, e vorrei che anche altri avessero la priorit di batterla nelle urne e non con interviste sui giornali. Insomma, in questo ultimo scorcio di campagna delle primarie, veleni e polemiche abbondano. Il 26 poi il Pd avr finalmente una nuova leadership. Ma non affatto detto che dopo quella data le tensioni interne si stemperino. 15 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 21:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,