di Claudio BozzaDopo la condanna del Parlamento europeo, la Commissione potrebbe tagliare il 20% degli aiuti comunitari. La leader di FdI: «I modelli dell’Est sono diversi dal nostro perché hanno subito il giogo sovietico» Il Parlamento Ue, riunito in seduta plenaria, ha votato a larga maggioranza un documento molto duro in cui si afferma, in sintesi, che l’Ungheria «non è più una democrazia compiuta». Gli eurodeputati italiani di Lega e Fratelli d’Italia, però, hanno votato contro, difendendo l’operato del premier Viktor Orbán. Oltre a questa votazione, già domenica 18 settembre la Commissione Ue potrebbe annunciare un pesante giro di vite: sul tavolo c’è la concreta possibilità che l’Europa tagli il 20% degli aiuti comunitari all’Ungheria. Giorgia Meloni si schiera apertamente a difesa dell’alleato sovranista: «Orbán ha vinto le elezioni, più volte anche con ampio margine, con tutto il resto dell’arco costituzionale schierato contro di lui: è un sistema democratico. Dopodiché, i modelli dell’Est sono diversi dal nostro? Sì. E questo perché fino agli anni 90 li abbiamo abbandonati sotto il giogo sovietico. E ora dovremmo dargli una mano». La leader di Fratelli d’Italia contesta poi la relazione votata a Strasburgo: «Se si vota un documento contro l’Ungheria lo si deve fare circostanziando le accuse e questo non c’è stato — dice a Radio Anch’io —. Tutti i partiti ungheresi, si sono indignati per questo documento, anche quelli che si oppongono a Orbán. È una dittatura davvero?». «Sono favorevole a cacciare l’Ungheria dall’Ue — commenta Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato su Corriere.it —. L’unico modo è fare quello che si sta facendo: escluderla dai fondi e dalle iniziative europee, in modo da spingerla fuori. L’Ungheria non è un Paese democratico, e Meloni non sa cos’è la democrazia liberale». «Non spetta a nessuno distribuire patenti di legittimazione democratica: stiamo parlando della Lega di Fratelli d’Italia, di partiti che sono nell’arco costituzionale da tempo e che legittimamente possono aspirare al governo di questo paese ma ieri si è consumato un passaggio molto serio — commenta il leader del M5S Giuseppe Conte—. Una relazione documentata, non un documento politico, ha certificato la svolta autocratica dell’Ungheria di Orban: stiamo parlando di un esecutivo che ha messo sotto di sé il potere giudiziario, mette il bavaglio ai giornalisti, costringe a torture le donne che vogliono interrompere la gravidanza. Di fronte a questi fatti puntuali ieri Fratelli d’Italia e la Lega nel parlamento europeo hanno votato a favore di questa svolta illiberale e autarchica del governo di Orban». «La democrazia non è (solo) vincere le elezioni — ribatte il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova —, ma rispettare i diritti delle minoranze politiche, garantire l’indipendenza dei media, rispettare i diritti umani e civili di tutti, persone Lgbt incluse, non chiudere le università, non parlare di “razza”». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 16 settembre 2022 (modifica il 16 settembre 2022 | 12:19) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-16 10:19:00, Dopo la condanna del Parlamento europeo, la Commissione potrebbe tagliare il 20% degli aiuti comunitari. La leader di FdI: «I modelli dell’Est sono diversi dal nostro perché hanno subito il giogo sovietico», Claudio Bozza