di Marco Galluzzo, inviato a Nuova DelhiLa premier a Nuova Delhi firmer un memorandum sulla difesa. Poi per 48 ore si sposter ad Abu Dhabi per lasciarsi alle spalle tre dispute aperte fino a poco tempo fa (e ci sar anche spazio per un programma privato) Esiste un filo rosso nelle missioni che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni comincia domani mattina a Nuova Delhi e che poi la vedr negli Emirati arabi uniti, ad Abu Dhabi, per altre quarantott’ore. Il filo rosso il tentativo di un innalzamento della nostra cooperazione politica, economica e commerciale con entrambi gli Stati ad un livello strategico, superate le resistenze e i dissidi con gli Emirati dell’ultimo anni e tutti i problemi diplomatici con l’India. Entrambi i Paesi sono per l’Italia strategici a livello geopolitico, uno nel Medioriente l’altro dell’Indo Pacifico e l’Italia pu essere strategica per loro con le proprie aziende presenti in entrambi i posti, da Finmeccanica a Leonardo, sino all’Eni (De Scalzi affiancher Meloni negli Emirati) e ad altre imprese della nostra eccellenza, secondo un modello che pu essere vincente per entrambe le parti. In India Meloni firmer un memorandum di cooperazione nel settore della difesa, incontrer il presidente dello Stato, il capo del governo Modi, parteciper ad un panel nell’ambito del G20 dei ministri degli esteri, insieme ad Antonio Tajani. L’India la quinta economia del mondo, fra qualche anno sar la terza, ha appena annunciato investimenti nel settore militare per 200 miliardi di dollari, chiede a Roma fra le altre cose, oltre ad una cooperazione sulla transizione energetica siglata gi con Draghi, lo sviluppo di joint ventures in primo luogo nei settori della sorveglianza militare aerea e marittima. Tutto secondo il modello del Make in India, con una produzione sul proprio suolo di almeno il 60%. Per l’Italia, come per gli Stati Uniti o gli altri Stati della Ue, alzare il livello delle relazioni con Delhi strategico in chiave anticinese, necessario per sganciare l’India dal rapporto di dipendenza militare con la Russia. Il corteggiamento occidentale punta anche a cercare di cambiare la posizione di neutralit dell’India sul conflitto ucraino, finora sempre rimarcata alle Nazioni Unite. Negli Emirati invece la firma di alcuni accordi economici alla presenza dell’Eni, con l’amministratore delegato Claudio De scalzi ed un rilancio della cooperazione commerciale e militare, si muovono su un piano di rinnovata apertura delle relazioni dopo la chiusura di almeno tre casi aperti. Le dispute commerciali e anche penali fra il nostro Paese ed Ethiad (per la vicenda Alitalia) sono in una fase di transazione, almeno quelle civili e questo stato apprezzato dai vertici emiratini. Vertici che hanno accolto con grande soddisfazione anche la decisione italiana di dare una mano agli Emirati riconoscendo i loro passi avanti in tema di stato di diritto e riforme, coinvolgendo anche altri Stati della Ue. Anche qui c’ la ripresa della cooperazione militare sino ad ieri sospesa e congelata per la partecipazione degli Emirati alla guerra contro lo Yemen a fianco dell’Arabia Saudita. In questo caso alcune risoluzioni parlamentari italiane sono state superate, insieme al passo indietro fatto dagli emiratini nella partecipazione attiva alla guerra contro lo Yemen. La ripresa di un’interlocuzione strategica porter sicuramente ad ingrandire la presenza e le commesse di Finmeccanica e Leonardo, e di altre nostre grandi aziende militari che sono gi presenti nel paese. Entro questa cornice si muoveranno i prossimi tre giorni di Meloni che ad Abu Dhabi avr anche un programma privato legato a motivi familiari (potrebbe portare con s la figlia per visitare insieme i grandi parchi di divertimento degli Emirati). 1 marzo 2023 (modifica il 1 marzo 2023 | 10:31) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,