di Federico Fubini e Marc Galluzzo
La visita da Crosetto del suo collega francese Lecornu. E Meloni sabato vola in Libia
I rapporti fra i governi di Italia e Francia restano freddi, dopo le incomprensioni iniziali fra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron sui migranti della Ocean Viking. Dopo l’invito rivolto dal presidente francese, la premier non ha ancora indicato una data per la sua prima visita ufficiale a Parigi. Ma non tutto va nel peggiore dei modi, al contrario: in alcune aree l’intesa sta diventando sempre pi stretta. La dimostrazione arriva oggi, con il viaggio a Roma del ministro delle Forze armate transalpino Sbastien Lecornu per vedere il collega italiano della Difesa Guido Crosetto.
Cos il francese restituisce la visita all’omologo italiano, dopo un recente incontro a Tolone fra i due. Non si tratta per di un semplice incontro di cortesia — confermano persone con una conoscenza diretta del programma — ma di una riunione di lavoro dall’agenda lunga e strutturata e con partecipanti ben selezionati da entrambi i lati. Al tavolo siederanno i capi di Stato maggiore delle Forze armate dei due Paesi, i segretari generali dei rispettivi ministeri, oltre a vari alti dirigenti e generali. Gli argomenti in discussione del resto giustificano la presenza dei vertici militari e civili della difesa.
Al centro delle discussioni non sar tanto l’Ucraina, perch da un paio di settimane fra Italia e Francia sono gi stati ultimati tutti i preparativi tecnici per inviare a Kiev i sistemi comuni di difesa anti-missile Samp-T. Piuttosto, si parler di attivit congiunte nel Mediterraneo, inclusa la sorveglianza, di coordinamento delle politiche di difesa nel Mediterraneo allargato (dunque potenzialmente anche in Medio Oriente), di attivit congiunte navali e terrestri, cos come di una presenza comune e di attivit anti-terrorismo nel Sahel e in altre zone ad alto rischio.
Cos la collaborazione fra Italia e Francia, almeno in aree come la difesa e l’aerospazio, continua in modo sempre pi stretto a dispetto delle tensioni fra i leader. Quando si erano visti informalmente per la prima volta sulla terrazza sul tetto dell’hotel Gran Meli a Roma, Meloni e Macron si erano parlati ciascuno nella propria lingua — capendosi entrambi benissimo — e avevano spiegato ciascuno all’altro le proprie esigenze politiche e le proprie linee rosse. Non aveva funzionato, non all’inizio. Ma l’integrazione fra i due Paesi resta comunque molto forte, come sta toccando con mano Crosetto che con Lecornu ha scambi ormai costanti.
Tra quattro giorni tra l’altro entra concretamente in vigore il Trattato del Quirinale firmato da Macron e dall’allora premier Mario Draghi nel novembre del 2021. E non sono solo accordi puramente formali: da mesi l’integrazione fra i due eserciti costante e, per esempio, sono state fatte esercitazioni di combattimento in montagna con l’obiettivo di creare una brigata alpina franco-italiana.
Si capir nelle prossime settimane se questo approccio costruttivo torner a prevalere sulle tensioni iniziali. Meloni intanto continua a sviluppare la sua agenda di rapporti con i vicini del Sud: dopo Algeri, domani la premier voler a Tripoli e a Bengasi con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, quello dell’Interno Matteo Piantedosi e con l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi. Il motivo immediato del viaggio la firma di un accordo dell’Eni con Noc, la compagnia libica dell’energia, per un investimento da otto miliardi di dollari in giacimenti di gas off-shore. Ma per Meloni sar anche l’occasione di parlare della stabilizzazione del Paese e delle rotte migratorie.
26 gennaio 2023 (modifica il 26 gennaio 2023 | 23:14)
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