Il testo della riforma della giustizia ancora non c’: la premier, preoccupata dalla fatica di dover gestire ministri molto loquaci, invita a coordinarsi di pi con Palazzo Chigi. Nordio smentisce i dissensi e rivendica piena sintoniaSedare le fibrillazioni che scuotono la maggioranza e mostrare, anche plasticamente, che la linea di Palazzo Chigi sulla giustizia non in contrasto con quella del Guardasigilli. Con questo intento Giorgia Meloni vedr nelle prossime ore il ministro Carlo Nordio, anche lui ansioso di raggiungere un chiarimento al livello pi alto del governo. Le opposizioni sono scatenate. Il Pd e il M5S attaccano e il Terzo polo canta con voce di sirena per attrarre i berlusconiani. Matteo Renzi, convinto che Nordio sia l’unico che pu cambiare le cose, prevede che il ministro della Giustizia non moller e se mai lo facesse, la lettura maliziosa dell’ex premier, il problema non sar per Nordio, ma per la Meloni. Ecco allora che il Guardasigilli smentisce dissensi, fa sapere che l’idea di lasciare le stanze di via Arenula dopo le polemiche che lo hanno investito non gli mai balzata in testa e rivendica la piena sintonia con la premier. E la leader di Fratelli d’Italia, nelle riunioni riservate, conferma stima e sostegno: Leggo interpretazioni forzate e surreali, ma io lavoro benissimo con lui, siamo sulla stessa linea. Non vero che lo freno e non ha bisogno di essere blindato, perch naturalmente blindato dal rapporto che ha con me. E a chi le fa notare la divergenza su temi sensibili come le intercettazioni, Meloni risponde con parole tranquillizzanti: Carlo una persona serissima, qualora avessimo punti di vista diversi non avremmo alcuna difficolt a trovare una sintesi.Lo sforzo di ammorbidire i toni evidente. La priorit per la premier scongiurare che si riaccenda lo scontro tra politica e magistratura, come ai tempi di Silvio Berlusconi. Meloni chiede buon senso e l’appello rivolto anche alla sua maggioranza, ai leader dei partiti e allo stesso Guardasigilli. Faccia a faccia con l’ex magistrato la premier rinnover l’apprezzamento e la fiducia, chieder e prover a condividere un aspetto che la preoccupa da giorni: la fatica di governare con una squadra di ministri parecchio loquaci, forse troppo. E Nordio indubbiamente uno di questi. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, anche lui magistrato (in aspettativa), gli ha spiegato senza troppi giri di parole quale sia il problema: Sarebbe meglio non fare troppe dichiarazioni, tanto pi che non c’ ancora un testo. La riforma della giustizia, ecco. In via Arenula non circola alcuna bozza, n se ne ha notizia ai piani alti di Palazzo Chigi. Ragione per cui Meloni, concordando i punti chiave del cronoprogramma, chieder a Nordio di limitare le esternazioni e di rafforzare il coordinamento con la presidenza del Consiglio. Le pressioni sono fortissime. Forza Italia, con il capogruppo Alessandro Cattaneo, assicura che il partito di Berlusconi non intende aprire uno scontro, ma vuole cambiare la legge Severino, l’abuso d’ufficio e procedere verso la separazione delle carriere. E se non bastassero gli alleati, ci si mettono anche i nordiani dell’opposizione. Carlo Calenda, parlando a l’Aria che tira su La7, avverte Meloni: Nordio non c’entra niente con la cultura di FdI, ha idee coincidenti con le nostre. Se lo bloccano avranno problemi…. A bloccare il Guardasigilli la premier proprio non pensa. Ma contenerlo deve apparirle necessario, perch il governo non ha interesse a dichiarare guerra alle toghe. Non lo vuole Meloni e non lo vuole Matteo Salvini, che rischia in proprio con il processo Open Arms e che ancora spera di vedere eletto il leghista Fabio Pinelli vicepresidente del Csm. Sul tema pi dibattuto e divisivo, Meloni dovr mediare in cerca di una linea comune. Quel che non funziona un certo utilizzo delle intercettazioni, ha detto la premier ad Algeri. Servono limiti, ma serve anche quel buon senso invocato dalla premier. Non c’ alcuna voglia di mettere bavagli all’informazione — la sintesi di un ministro — n di togliere ai magistrati uno strumento fondamentale per indagare su mafia, terrorismo e reati collegati. Ma la riforma ancora lontana: sul tavolo del ministro Nordio una bozza per ora non c’. 25 gennaio 2023 (modifica il 25 gennaio 2023 | 08:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA