di Monica GuerzoniLa leader tra le macerie di Irpin: ad aprile in Italia la grande conferenza sulla ricostruzione DALLA NOSTRA INVIATA KIEV Le scarpe di Giorgia Meloni affondano nel fango, la premier tace e ascolta le storie dei civili massacrati e gettati nelle fosse comuni. Piove, tira un vento gelido e mentre il procuratore di Bucha, Andriy Kostin, descrive un orrore destinato ai libri di storia, tornano alla mente le immagini dei morti chiusi nei sacchi neri, i racconti di chi vide i russi sparare su chi raccoglieva le salme, le voci dei bambini per i quali l’aggressore non ha avuto piet. La leader della destra italiana arriva di fronte alla fossa comune di Bucha, guarda sgomenta le foto, i peluche e i giochi di bimbi che potevano avere l’et di sua figlia Ginevra, depone un mazzo di fiori rossi e si commuove: Siamo stati dalla vostra parte dal primo giorno di guerra e saremo con voi fino all’ultimo giorno. una promessa, a cui pi tardi Meloni dar sostanza affermando che la guerra deve finire con la vittoria dell’Ucraina e definendo fondamentale che l’iniziativa di un piano di pace in dieci punti parta dal presidente Zelensky. E non da chi si reso responsabile di tanto dolore. la prima visita della presidente del Consiglio in Ucraina, molto attesa dal governo di Kiev e pi volte sul punto di saltare. Verr prima del 24 febbraio, aveva promesso Meloni e ha mantenuto la parola: Ho fortemente voluto essere qui per portare pieno sostegno all’Ucraina, l’Italia non intende tentennare e non lo far. La missione si realizza nel giorno in cui Putin mette paura al mondo e Biden promette che gli Stati Uniti difenderanno la democrazia a ogni costo. la linea di Meloni e la premier vuole mostrare a Zelensky che niente cambiato in questo terribile anno, nemmeno dopo le critiche durissime di Berlusconi al presidente ucraino. Per tornare nel vagone di testa del convoglio occidentale, Meloni scende al mattino da un treno che ha corso per dieci ore nella notte ucraina, prende i fiori che le offre il viceministro degli Esteri Perebenis e scambia le sue prime impressioni con i 18 giornalisti italiani al seguito. Emozionata? Curiosa, determinata a capire quello di cui ha bisogno un popolo che si batte per la sua libert. La delegazione di Palazzo Chigi, sempre un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, attraversa la citt e si ferma per una breve sosta all’hotel Intercontinental, che affaccia su piazza Mykhailivska e ospita inviati di guerra di tutto il mondo. Il primo scatto, dopo le croci nere dei cavalli di frisia disseminati per fermare i carri armati, il monumento di sacchetti di sabbia con lo striscione bianco e la scritta rosso sangue: World help us. Il mondo ci aiuti. Il presidente ucraino chiede armi e Meloni, che ha impostato una visita non solo simbolica, ha portato in dote il sesto decreto approvato dal Parlamento e il settimo in lavorazione, che non conterr i cinque aerei da combattimento: I caccia al momento non sono sul tavolo e questo dibattito surreale, tutte le armi da noi fornite sono difensive. Zelensky ringrazia perch salveranno tante vite ucraine e chiede che l’Europa si impegni per la ricostruzione. La premier italiana promette un cambio di passo su infrastrutture ed eccellenze strategiche, perch il Paese bombardato e ferito alle porte dell’Europa va ricostruito in tempo reale. Impietrita davanti alle macerie di Irpin, palazzi scarnificati e alberi neri che tagliano un cielo di piombo, la premier capisce che il giorno giusto per ufficializzare la grande conferenza per la ricostruzione che si terr ad aprile, in Italia. Le porgono una bandiera giallo-azzurra e lei la firma in inglese: At your side. Al vostro fianco. Ma si pu parlare di futuro, se non si parla di pace? A questa domanda, che assilla un italiano su due, Meloni risponder a telecamere accese: Una pace duratura e giusta per l’Italia e per l’Europa, una pace vera. S, ma come ci si arriva? Il percorso ambizioso e semplice, partire dal rispetto delle regole internazionali, che non accettano l’invasione di uno Stato sovrano. Altrimenti s, la paura di Meloni, che il conflitto mondiale si avvicina. Zelensky non ha guardato il discorso di Putin perch in quel momento sei persone innocenti venivano massacrate dai russi al mercato di Kherson. Meloni invece lo ha visto e ha sentito quando l’aggressore ha ammonito l’Italia, ricordando che Mosca ci ha aiutati ai tempi della pandemia. Un avvertimento? Non lo so, il Covid appartiene a un’altra epoca. Dopo il 24 febbraio cambiato il mondo. Tornare indietro non si pu, ma si pu aiutare Zelensky perch Putin non vinca la guerra. La vittoria di Mosca non pace, la sconfitta dell’Ucraina sarebbe il preludio all’invasione di altri Stati europei. Oggi Meloni torna a Palazzo Chigi. In tasca la medaglia forgiata con i proiettili russi che le hanno donato a Bucha e in testa immagini in grado di spaccare il cuore. Una per tutte: il Parlamento con i sacchi di sabbia alle finestre. 22 febbraio 2023 (modifica il 22 febbraio 2023 | 07:02) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,