L’Italia sta registrando nell’ultimo biennio una diminuzione della dispersione scolastica ma allo stesso tempo mostra un calo della qualità degli apprendimenti.
Si evince dall’ottavo Rapporto ASviS – L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato a Roma lo scorso 19 ottobre.
Il Rapporto ASviS 2030 ha mostrato come l’Unione Europea abbia profuso un notevole impegno per arrivare a conseguire gli obiettivi posti dall’Agenda 2030. In particolare si tengono in considerazione gli effetti dell’Obiettivo 4.
Molti dei Paesi che occupano le posizioni migliori nelle classifiche basate sui Sustainable Development Goals – SdGs – appartengono infatti all’UE.
Per attuare quell’istanza di sicurezza, sostenibilità e indipendenza – di cui si sente l’esigenza su così ampia scala e di cui tutti riconosciamo l’indiscusso valore – non si può prescindere da una cura attenta per rendere l’istruzione e la formazione adatte ai bisogni attuali, si legge sul sito dell’Invalsi.
La comunità internazionale ribadisce infatti che la qualità di istruzione e formazione sono condizioni essenziali per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone e delle comunità cui appartengono.
L’Obiettivo 4 pone quindi prospettive di intervento ampie, che vanno oltre l’istruzione di base, per evidenziare il legame tra questa e la formazione successiva, in una prospettiva di apprendimento per tutto l’arco di vita. Bambini, giovani e adulti devono poter accedere a percorsi formativi di qualità, soprattutto laddove esistono condizioni di maggiore emarginazione e vulnerabilità.
Il Rapporto ASviS 2023 mette in luce come in questo settore si sia registrato negli anni scorsi un miglioramento, sia pure lieve.
Tra il 2016 e il 2021 la quota dei laureati e di diplomati è aumentata rispettivamente di 4,6 e di 3 punti percentuali. Un successo di questo periodo è anche la diminuzione di 1,2 punti percentuali degli abbandoni scolastici. Un trend positivo quindi, anche se non omogeneo, in tutti gli ambiti della formazione, che ha però dovuto fare i conti con le conseguenze della pandemia.
Per quanto riguarda l’Italia, l’analisi dei dieci target che declinano l’Obiettivo 4 restituisce un panorama di luci e ombre.
Una tendenza sicuramente positiva, come dicevamo in precedenza, è quella sull’abbandono scolastico. In apprezzabile discesa nel periodo 2018-2021, dopo una flessione nel 2020 conseguente alla didattica a distanza, ha ripreso un percorso virtuoso che dovrebbe portare l’Italia in linea con il target europeo.
Calo complessivo dell’abbandono scolastico di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, in cui si mostra come ogni Regione prova ad impostare sistemi efficaci di contrasto alla dispersione scolastica.
Per quanto riguarda la regione Piemonte, ad esempio, si sta seguendo il trend positivo a livello nazionale, con numeri di dispersione che passano dall’11.4% all’11%, in miglioramento costante anche rispetto al 2020 (12%).
La Regione Piemonte, grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo, mette a disposizione un sistema di servizi di orientamento progettati con insegnanti dei territori per supportare le ragazze e i ragazzi (e le loro famiglie) nelle scelte dei percorsi scolastici e formativi e nello sviluppo di competenze per orientarsi.
In Sicilia, si registra un calo della dispersione scolastica. Tutto ciò emerge dal monitoraggio annuale in 2.535 plessi di scuola primaria, secondaria di primo grado e secondo grado presentato recentemente dall’Ufficio Scolastico Regionale.
Da un confronto tra gli anni scolastici 2021-22 e 2022-23, si rileva infatti il calo dell’indice di dispersione scolastica globale (IDSG) che in Sicilia passa dal 4,55 al 4,14.
Calo della qualità degli apprendimenti
Tuttavia il rapporto mostra che nel nostro Paese si in atto un calo sul versante della qualità degli apprendimenti. Come evidenziano i dati INVALSI le perdite di apprendimento, soprattutto in matematica, sono state notevoli.
Viene posta molta enfasi anche sul divario tra i territori, che si allarga e si fa più evidente nel passaggio tra i cicli di istruzione.
L’attenzione verso questa situazione così eterogenea è certamente viva, come testimoniano le misure previste dal PNRR – per esempio in materia di reclutamento e formazione dei docenti – con una rinnovata attenzione alla preparazione didattica, sul piano teorico e su quello metodologico, un ampliamento del tempo scuola, un’offerta di percorsi di orientamento più incisiva.
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