di Claudio BozzaLa ricerca dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali in quattro Comuni: divisioni interne e minore capacità di mobilitazione hanno decretato la vittoria del centrosinistra. Il centrodestra, anche a queste elezioni amministrative, ha confermato una minore capacità di mobilitare il proprio elettorato. E questa dinamica, specie nella contrapposizione secca dei ballottaggi, ha favorito l’ampia affermazione dei candidati sindaci del centrosinistra. Specie al secondo turno, infatti, l’astensionismo ha coinvolto molti più sostenitori di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia; mentre il Pd, con o senza M5S, ha dimostrato di avere candidati più attrattivi. È la fotografia scattata dall’Istituto Cattaneo, analizzando i flussi elettorali. In 3 delle 4 città considerate in questa analisi (Monza, Parma, Alessandria e Catanzaro), il candidato di centrodestra ha visto diminuire i suoi voti (in valore assoluto). «Lo stesso fenomeno si verifica anche altrove, come a Sesto San Giovanni, dove pure il centrodestra ha vinto, o a Piacenza, dove il centrosinistra ha incrementato il vantaggio che già aveva — sottolineano i ricercatori del Cattaneo —: ciò rende plausibile l’ipotesi che la causa sia da ricercare non solo in dinamiche di tipo locale ma nasca anche da ragioni nazionali», che spingono l’elettorato di centrodestra a disertare le urne in occasione di competizioni considerate meno rilevanti. Mettendo a confronto i flussi tra macro-aree politiche dalle elezioni europee del 2019 ai ballottaggi odierni, l’analisi rileva che «l’elettorato di centrodestra subisce perdite verso il non-voto più consistenti di quelle del centrosinistra; una parte notevole di chi nel 2019 aveva votato M5S si disperde nel non-voto; i passaggi di campo da centrodestra a un candidato di centrosinistra (o viceversa) sono abbastanza limitati (e perlopiù equivalenti) nelle città del Nord (Alessandria, Monza, Parma), mentre sono molto consistenti in quella del Sud (Catanzaro)». «A Monza — sostiene ancora il Cattaneo — l’affluenza è calata di circa dieci punti percentuali (dal 46,6% al 36,8%). Tra primo e secondo turno si sono inoltre ribaltate le gerarchie tra i candidati del centrodestra e del centrosinistra. Al primo turno era in testa Allevi (centrodestra). Al ballottaggio ha invece vinto Pilotto (centrosinistra). In due settimane, mentre Pilotto ha leggermente incrementato il suo pacchetto di voti (da 17.767 a 18.307), Allevi ha perso per strada più di 3.000 voti (da 20.891 a 17.445)». Il secondo turno di Alessandria presenta le medesime dinamiche di Monza. Simile è stato il calo dell’affluenza (da 46,7 a 37,1%). Anche ad Alessandria il candidato di centrodestra (che era sindaco uscente) ha perso un po’ di voti rispetto al primo turno: due settimane fa avevano votato per Cuttica di Revigliasco 13.805 alessandrini, ieri lo hanno fatto 12.225. Al contrario, il candidato di centrosinistra ha incrementato il proprio bacino elettorale, passando da 13.214 a 14.590. Anche nel Comune piemontese, come a Monza, si è dunque verificato un ribaltamento di situazione rispetto al primo turno. A Parma la vittoria netta di Guerra ha ribadito e ampliato quanto emerso dalle urne due settimane fa. Il calo dell’affluenza è stato piuttosto forte (oltre 12 punti percentuali, dal 51,8% al 39,2%). Rispetto al primo turno, entrambi i candidati (Guerra e Vignali) incrementano i propri voti (il primo passa da 32.567 a 37.319, il secondo da 15.666 a 19.062). 27 giugno 2022 (modifica il 27 giugno 2022 | 21:51) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-27 19:52:00, La ricerca dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali in quattro Comuni: divisioni interne e minore capacità di mobilitazione hanno decretato la vittoria del centrosinistra., Claudio Bozza